Industria moda: il post Covid secondo l’imprenditrice Auzino


L’imprenditrice napoletana Ornella Auzino, che da anni produce borse per conto terzi, spiega che cosa sta succedendo nel mondo del lusso post Covid-19

Lavoro industria borse

Il mondo dei brand del lusso si sta riorganizzando, soprattutto attraverso la filiera produttiva. Molti fornitori vengono tagliati e se non ci sono grandi gruppi alle spalle, diversi terzisti non hanno la forza finanziaria per sostenere gli ‘up and down’ degli ordini che vengono passati in questo periodo”. L’imprenditrice napoletana Ornella Auzino, che da anni produce borse per conto terzi, spiega che cosa sta succedendo nel mondo del lusso post Covid-19.

“Ci sono brand che stanno internalizzando la produzione, creando grandi strutture e dismettendo rapporti con diversi fornitori esterni. Il Covid sta velocizzando certi processi di cui pochi sanno e ancora in pochi si interessano. L’export è strategico per il mondo del fashion e con esso le sfilate e le fiere di settore. La pelletteria – sottolinea Auzino – ha risentito tantissimo anche per il blocco del turismo. Basti pensare ai vari outlet presi d’assalto da turisti di tutto il mondo anche per la convenienza di comprare a prezzi più ‘bassi’ o senza tasse rispetto al loro paese d’origine. Il blocco della libera circolazione e il non poter andare al ristorante, ad esempio, hanno abbassato anche l’interesse di acquisto di una nuova borsa o un nuovo paia di scarpe”.

Un forte incremento hanno invece gli acquisti digital: “Le persone hanno acquisito nuove competenze online ed anche chi non era capace ha cominciato ad imparare. Ottima cosa – afferma l’imprenditrice – per le aziende legali, ma il rovescio della medaglia è che molte più persone hanno scoperto che si può avere accesso, in maniera più discreta, al contraffatto. In più i controlli gioco forza sono diminuiti. Non per colpa delle forze dell’ordine che non hanno voluto fare controlli, ma è più non aver potuto farli per mancanza di personale e perchè bisognava fare i controlli sui dpi e sulle altre frodi in corso. I social dovrebbero poi dal canto loro fare di più e bloccare gli account, che dovrebbero essere segnalati più facilmente”.

Una battaglia contro la contraffazione, condotta anche da Amazon, che “ha creato e messo in campo una task force per la lotta ai prodotti contraffatti, infatti ha un’area preposta al controllo dei prodotti. I brand del lusso per il momento nicchiano più per una questione d’immagine, poiché Amazon è percepito come un supermercato e non una galleria. C’è poi la questione della gestione del cliente che ogni brand tiene a gestire secondo i propri standard e la velocità nel fornire i prodotti, essendo Amazon una logistica e riuscendo a raggiungere ogni parte del mondo o quasi, ha esigenza di avere grandi disponibilità di merce in un tempo breve. Il futuro – conclude Auzino – è questo e molti brand coglieranno l’opportunità di ampliare e migliorare le vendite”.