In arrivo test ambientali per la navicella di Juice, la missione spaziale europea che l’anno prossimo partirà alla volta di Giove
Pesa due tonnellate, è grande come un furgone e ha un obiettivo ambizioso: studiare da vicino Giove e le sue lune ghiacciate. Stiamo parlando di Juice, o Jupiter Icy Moon Explorer, la prima missione di classe L (large) nell’ambito del programma Cosmic Vision dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Per ora, ancora sul pianeta Terra. In preparazione al lancio, previsto per il prossimo anno, la navicella è giunta a Estec, il cuore tecnico dell’Esa nei Paesi Bassi, dove sarà sottoposta a una serie di test ambientali nel Large Space Simulator, la camera termovuoto più grande d’Europa.
Ad accogliere l’atteso carico, oltre alla torrenziale pioggia olandese, scienziati e ingegneri dell’Esa, molti dei quali non avevano ancora visto di persona la navicella integrata a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. I test iniziano a giugno e prevedono cicli estremi di riscaldamento e raffreddamento sotto vuoto per diverse settimane, per mettere alla prova la struttura e gli strumenti scientifici in condizioni simili a quelle che incontreranno durante il viaggio. Juice impiegherà infatti sette anni e mezzo prima di raggiungere, nel 2029, il più grande tra i pianeti alla corte del Sole.
Per studiare il gigante gassoso e le sue lune maggiori, in particolare Ganimede, la missione comprende 10 strumenti – 4 di telerilevamento, 3 per misure geofisiche e 3 strumenti per misure in-situ del plasma – oltre a un esperimento che userà le telecomunicazioni tra Terra e sonda insieme alla rete di radiotelescopi Vlbi (Very Long Baseline Interferometry). L’Italia è fortemente coinvolta nel progetto, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Inaf e diverse università, e guida ben quattro degli strumenti a bordo: la fotocamera Janus, il cui principal investigator è Pasquale Palumbo, professore all’Università Parthenope e associato Inaf; lo spettrometro Majis, guidato da un team franco-italiano che vede Giuseppe Piccioni dell’Inaf di Roma come co-principal investigator; il radar Rime, guidato da Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento; e l’esperimento di radio-scienza 3Gm guidato da Luciano Iess dell’Università di Roma La Sapienza.
«In questo momento l’attività dei gruppi coinvolti è piuttosto frenetica, in vista del traguardo finale: la consegna degli strumenti», racconta a Media Inaf il planetologo Piccioni, responsabile scientifico dell’accordo tra Asi e Inaf per la partecipazione italiana alla missione. «Poi passeremo alla pianificazione delle osservazioni e all’analisi dei dati di copertura, ma avremo diversi anni per preparare le attività scientifiche prima di raggiungere Giove».
Diversi strumenti, tra cui Rime e 3Gm, sono stati finalizzati e consegnati negli ultimi mesi ad Airbus, che a sua volta li ha integrati nella struttura della navicella prima del trasporto in Olanda. Per gli altri strumenti, la consegna del modello “di volo”, ovvero quello che andrà effettivamente nello spazio, è prevista in estate: nel frattempo, sulla navicella è stato integrato un modello strutturale, che permette di verificare tutti gli aspetti funzionali durante i test in programma.
Juice rimarrà a Estec fino a luglio, per poi ripartire alla volta di Tolosa, in Francia, per un’ultima serie di test prima del viaggio che porterà la sonda alla base spaziale di Kourou, in Guyana francese. L’obiettivo finale: orbitare intorno a Ganimede, per realizzare la prima mappatura globale della superficie di una delle lune ghiacciate dei pianeti giganti.
«Juice è la prima missione al mondo che orbiterà intorno a una luna ghiacciata: le missioni precedenti hanno effettuato solo flyby», aggiunge Piccioni. «Gli strumenti Janus e Majis hanno un’ampia varietà di obiettivi scientifici. E poi c’è una forte sinergia con la parte di radar e radio-scienza, che permette di studiare gli oceani di acqua liquida che si trovano nella sotto-superficie, salati come gli oceani terrestri: uno scenario estremamente interessante per lo studio dell’abitabilità del Sistema solare, l’astrobiologia e la ricerca di vita nel cosmo».