Louis Vuitton ritira dal mercato il foulard ispirato alla kefiah palestinese dopo le critiche di attivisti e influencer: era in vendita a 705 dollari
Dopo aver ricevuto un’ondata di critiche sui principali social network, la casa di moda Louis Vuitton ha deciso di ritirare dal catalogo online un foulard da uomo da 705 dollari che prendeva come modello la kefiah, la sciarpa simbolo delle lotte per l’autodeterminazione dei palestinesi.
Il marchio, spiega la Dire (www.dire.it), non aveva fatto mistero della fonte d’ispirazione del capo d’abbigliamento. “Richiama la classica kefiah, arricchita con le firme della Maison” avevano scritto i responsabili sul proprio sito web, spiegando che il foulard era realizzato attraverso “la tecnica di tessitura ‘jacquard’, utilizzata per ricreare gli intricati motivi” della kefiah su un tessuto “in misto cotone, lana e seta”. Nel testo si leggeva ancora: “Morbido e leggero con bordi sfrangiati, questo accessorio senza tempo crea un’atmosfera rilassante”.
Poco serene sono state però le reazioni sul web a partire da chi ha giudicato “inopportuna” la scelta di commercializzare un indumento simbolo di una lotta che in Medio Oriente, negli anni ha causato morti e sofferenze, nonché a pochi giorni dalla fine di un’operazione militare di Israele nella Striscia di Gaza in cui hanno perso la vita 254 palestinesi. Dodici invece i morti sul lato israeliano, causati dai razzi del gruppo Hamas.
L’attivista Ikhwan su Twitter ha scritto un post da oltre 6mila condivisioni: “Louis Vuitton afferma di essere politicamente neutrale, ma sta ottenendo profitti dalla vendita di questa sciarpa da 705 dollari l’una, ispirata alla kefiah, solitamente indossata dagli arabi e simbolo del nazionalismo palestinese. E il colore, è una qualche forma di commento politico passivo?” Riferimento, questo, al fatto che se la kefiah tradizionale è nera su sfondo bianco, quella prodotta dalla casa di moda francese è celeste su sfondo bianco, come i colori della bandiera israeliana.
“Se un palestinese indossa la kefiah è un terrorista ma se lo fa Louis Vuitton, è simbolo di alta moda” ha aggiunto sempre su Twitter Nouf Alawad, ricordando la polemica nata contro il motore di ricerca Google che alla voce “terrorismo” tra i risultati richiamava anche le immagini della sciarpa in questione.
Anche il noto account di Instagram Diet Prada, che cerca di mettere a nudo le storture nel mondo della moda ed è seguito da 2,7 milioni di persone, ha dedicato un post alla vicenda: “Quindi Louis Vuitton si proclama ‘politicamente neutrale’ e poi produce una kefyah da 705 dollari con sopra il proprio blasonato marchio, a partire da un indumento divenuto simbolo del nazionalismo palestinese“.
Oltre all’hashtag #Gazagenocide, usato da chi ha visto nell’ultimo conflitto nella Striscia una violazione dei diritti umani da parte di Israele, i detrattori hanno lanciato l’hashtag #boycottVuitton – boicotta Vuitton – che a quanto pare ha sortito l’effetto sperato.