Horror Vacui: perché abbiamo la tendenza a riempire ogni momento della nostra vita. Gli psicologi spiegano sintomi e come curarlo
L’horror vacui è collegato all’iperstimolazione e alla velocità di cambiamento degli input che riceviamo nella nostra quotidianità. Questo ci rende sempre più sconnessi e snaturati da noi stessi, e che si generi in noi una sensazione di estraneità semplicemente per il fatto di sentire il nostro essere. Finché arriva un momento in cui l’horror vacui si trasforma in horror pleni. Quindi ci chiediamo, perché abbiamo la tendenza a riempire ogni singolo momento della nostra vita? Perché non sappiamo smettere? È un circolo vizioso: siamo così iperstimolati, che abbiamo interiorizzato e normalizzato questo eccesso di informazione e ci sentiamo a disagio quando ci troviamo ad esserne sprovvisti.
Come si manifesta l’horror vacui? Esistono soggetti più propensi a soffrire di questo disturbo? Quali sono le cause e i sintomi? Approfondiamo la questione con la la dott.sa Patrizia Mattioli di Guidapsicologi.it, che ci parla di come riconoscere e superare l’horror vacui con successo, imparando a godere della vita senza il bisogno di riempire ogni momento.
In cosa consiste l’horror vacui
«Letteralmente è il “terrore del vuoto”. Ognuno ha il suo vuoto, per qualcuno è la paura degli spazi vuoti, di perdere il controllo della situazione, in cui prevale il senso di vulnerabilità e solitudine, per altri è il vuoto mentale, affettivo, il senso di inadeguatezza, di mancanza, di incapacità, di scarso valore personale. L’horror vacui alla fine è la paura di stare da soli con se stessi e con le proprie emozioni e vulnerabilità, non sempre facili da affrontare, che si possono evitare attraverso una serie di stratagemmi», afferma la psicologa.
Il termine horror vacui nasce concettualmente nel mondo dell’arte, e riflette il movimento artistico che ha la pretesa di riempire tutto lo spazio, senza lasciare tracce di vuoto. Il termine fu reso poi popolare grazie al pensatore e critico d’arte Mario Praz, che utilizzò questa espressione per descrivere l’atmosfera angosciante e caotica dell’epoca vittoriana. Applicato alla psicologia, si usa questa terminologia per descrivere lo stato di dolore e sofferenza che esiste nella nostra società, quando ci troviamo senza niente da fare e rimaniamo da soli con i nostri pensieri e le nostre sensazioni corporee.
Ci sono tipi di persone maggiormente predisposte a soffrire di horror vacui?
«Quelle che si conoscono poco o che hanno temporaneamente perso il contatto con se stessi, che tendono ad evitare il contatto diretto con la propria parte più autentica, quella emotiva appunto: conoscere poco se stessi e i propri bisogni aumenta la paura di prenderne consapevolezza e affrontarli», spiega Mattioli.
Vi sono alcune personalità maggiormente predisposte a patire questa situazione. Le persone che soffrono d’ansia, con tendenza a pensieri ossessivi. Ma anche le persone eccessivamente attive, estroverse, focalizzate sull’esterno. Quelle che hanno la necessità di essere sempre occupate in qualcosa e che si sentono a disagio nel momento in cui si fermano e si trovano in uno stato di quiete.
Come si manifesta? Attraverso attacchi di panico e intenso dolore, nei casi più acuti. In forma più lieve, ci si trova a provare sensazioni di disagio, ansia e nervosismo. Il problema sono i pensieri che iniziano ad affiorare, senza direzione, tra passato e futuro, disconnessi e senza alcun fine. Si inizia così a proiettare scenari futuri che generano preoccupazione. Oppure si rivanga il passato, e si rimugina sulle possibilità perse, sugli errori fatti, mettendo tutto in discussione e generando sensi di colpa.
Perché si è vittime di questo disturbo? Quali sono le cause e i sintomi?
«Come dicevo, continua la dott.sa Patrizia Mattioli, quando si ha poca dimestichezza con i propri stati interni, E’ qualcosa che può risalire all’ambiente familiare, al modo appreso di affrontare la parte più istintiva , ma può anche essere il risultato di un periodo di maggiore frenesia, di grandi impegni, di poco tempo per sé, di poco spazio per rimettere a posto le cose, i pensieri, di fare il punto della situazione. Possiamo considerare sintomi il riempirsi troppo le giornate, lo sfuggire i momenti di pausa più o meno volontariamente, la paura di stare da soli».
Horror vacui si trasforma in horror pleni. Perché abbiamo la tendenza a riempire ogni momento della nostra vita?
«Horror pleni, opposto al vacui, è l’eccesso di stimoli visivi uditivi verbali, caratteristico dei nostri tempi, ma anche l’eccesso di impegni e attività che caratterizza il nostro momento storico. Riempire la vita con mille attività consente di tenere più a bada, anche se solo apparentemente altre paure. Tenersi attivi distrae da se stessi e dal disagio interiore, che magari viene poi fuori come sintomo», spiega Mattioli.
Consigli per gestire e superare l’horror vacui
«Imparare a conoscerlo, o meglio imparare a conoscersi, da soli o facendosi aiutare da uno specialista se necessario, attraverso percorsi di auto-osservazione sistematica dei momenti in cui si manifesta più forte la tendenza a evitare momenti di pausa e solitudine o ci si rende conto di riempire troppo il proprio tempo con attività frenetiche, perdendo il senso e il gusto delle cose e dello scorrere del tempo», conclude la dott.sa Patrizia Mattioli.
Ecco alcuni consigli per superare l’horror vacui, concentrarci su noi stessi, rilassarci e imparare ad apprezzare il valore della lentezza.
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Pratica meditazione. È fondamentale imparare ad abbassare il ritmo dei nostri pensieri, trovare il modo per rallentare e centrarci su ciò che è davvero importante.
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Scrivi un diario emotivo. Imparaare a riconoscere le nostre emozioni, dare loro un nome e gestirle, ci aiuta a prendere consapevolezza di ciò che sentiamo, dargli un nome, affrontarlo per risolverlo invece di fuggire, riempiendo ogni momento della nostra vita con qualsiasi cosa.
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Riserva nell’agenda mezz’ora di tempo per te. Siamo soliti trovare tempo per tutti e per tutto. eccetto che per noi. Iniziamo a dedicare ogni giorno un momento che sia esclusivamente per noi stessi.
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Scrivi le emozioni spiacevoli che ti genera, soprattutto all’inizio. Analizzare e usare parole negative per descrivere il nostro malessere è molto utile perché ci permette di visualizzarlo e cercare di risolverlo.
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Spegni la TV e apri un libro. I benefici della lettura sono infiniti, per il cervello e per la psiche. Inoltre, chiudere con gli schermi e con i dispositivi elettronici è altamente raccomandato per il nostro benessere psicofisico.