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Pemfigo volgare: buoni risultati con rilzabrutinib

Pemfigo volgare: la Commissione europea ha approvato rituxumab per il trattamento delle forme da moderate a severe

Pemfigo volgare moderato-grave: rilzabrutinib ha permesso di raggiungere il controllo della malattia entro 4 settimane nella metà dei pazienti

L’inibitore orale della tirosina chinasi di Bruton (BTK) rilzabrutinib ha permesso di raggiungere il controllo della malattia entro 4 settimane nella metà dei pazienti con pemfigo volgare di grado moderato-grave, come evidenziato da uno studio clinico di fase II presentato al congresso dell’American Academy of Dermatology (AAD) 2021.

Il pemfigo volgare è una patologia autoimmune rara e grave, caratterizzato dalla comparsa di vesciche di diverse dimensioni sulla cute, nel cavo orale e su altre membrane mucose. Si presenta quando il sistema immunitario produce anticorpi contro proteine specifiche che mantengono il contatto tra le cellule dell’epidermide. Se questi contatti si disgregano, le cellule si separano l’una dall’altra e dagli strati più profondi della cute, portando alla formazione di vesciche. Si sviluppa più spesso in persone di mezza età o anziani, in proporzione simile negli uomini e nelle donne, raramente nei bambini.

Il trattamento prevede l’uso di corticosteroidi o di farmaci che sopprimono il sistema immunitario. Se il paziente non risponde alla terapia steroidea o la malattia si riacutizza con la riduzione del dosaggio, si può somministrare anche un immunosoppressore come azatioprina, ciclofosfamide, metotressato, micofenolato mofetile, ciclosporina o rituximab. Se non trattato, il pemfigo è spesso letale, di solito entro i 5 anni. La terapia migliora notevolmente la sopravvivenza, ma il rischio di decesso resta comunque circa il doppio di quella della popolazione generale.

Rilzabrutinib consente di controllare la malattia
Lo studio di fase II BELIEVE ha coinvolto pazienti con pemfigo moderato (Pemphigus Disease Activity Index, PDAI 8-15) o moderato-grave (PDAI ≥15) di nuova diagnosi o recidivante. Oltre all’assunzione orale giornaliera del farmaco, i partecipanti potevano anche ricevere corticosteroidi giornalieri a basso dosaggio.

I punteggi PDAI sono rimasti al di sotto del basale durante il follow-up fino a 24 settimane. I punteggi di qualità di vita sono aumentati entro 4 settimane dall’inizio del trattamento e sono rimasti al di sotto dei valori basali fino alla settimana 24.

Dopo 4 settimane di trattamento con rilzabrutinib, complessivamente 14 pazienti su 27 hanno raggiunto il controllo della malattia, ovvero nessuna nuova lesione e lesioni esistenti in via di guarigione. Entro la settimana 12 se ne sono aggiunti altri cinque. Sei pazienti hanno soddisfatto i criteri per una risposta completa entro la settimana 20, di cui quattro alla settimana 12.

Le percentuali di controllo della malattia erano simili tanto nei pazienti con pemfigo di nuova diagnosi quanto in quelli con malattia recidivante/cronica di grado moderato-grave, ha affermato durante la sua presentazione al congresso Dedee Murrell, della University of New South Wales di Sydney, in Australia.

«Questo studio su rilzabrutinib, il primo inibitore della BTK sperimentato nel pemfigo, ha mostrato un rapido effetto clinico, consentendo al 52% dei pazienti di ottenere il controllo della malattia in sole 4 settimane, migliorando la gravità della malattia e riducendo velocemente l’uso di corticosteroidi, con risultati simili sia nel pemfigo di nuova diagnosi che in quello recidivante» ha concluso. «In termini di sicurezza, abbiamo visto solo effetti collaterali transitori di grado lieve-moderato. Il farmaco ha mostrato un profilo rischio/beneficio complessivamente favorevole e ha migliorato la qualità della vita».

Bibliografia

Murrell DF et al. Treatment with rilzabrutinib results in rapid and significant decrease in steroid use and improved quality of life in patients with chronic relapsing pemphigus: BELIEVE phase II study (Part A). AAD 2021.

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