Artrite psoriasica e BMI legati solo nelle donne


L’associazione tra BMI e attività più elevata di artrite psoriasica sembra dipendere dal genere: secondo uno studio si registra solo nelle donne

L'associazione tra BMI e attività più elevata di artrite psoriasica sembra dipendere dal genere: secondo uno studio si registra solo nelle donne

L’associazione BMI-attività più elevata di artrite psoriasica (PsA) sembra dipendere dal genere, stando ai risultati di uno studio pubblicato su Rheumatology. Infatti, stando ai risultati di questo lavoro, le donne affette da PsA, a differenza degli uomini, sembrano avere maggiore attività di malattia e maggiori difficoltà di raggiungimento del target di trattamento, soprattutto in presenza di un BMI più elevato.

Razionale dello studio
Per quanto la prevalenza di PsA non faccia differenza tra i due sessi, le manifestazioni di malattia possono divergere a seconda del sesso di appartenenza, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Alcuni studi, per esempio, hanno documentato che le donne presentano più frequentemente entesite, livelli elevati di marker di infiammazione, un numero maggiore di articolazioni tumedatte e un’attività di malattia più elevata (in base a diverse misure composite di questo parametro) come pure un maggior impatto di malattia sulla vita quotidiana.

Dall’altro lato, i pazienti con PsA di sesso maschile si caratterizzano per la presenza più frequente di dolore lombare infiammatori e malattia cutanea e ungueale più gravi.
Da queste osservazioni si desume, pertanto, che una migliore conoscenza dei meccanismi sottostanti queste differenze di genere potrebbe rivelarsi utile per ottimizzare le strategie di trattamento, soprattutto anche in ragione del fatto che le pazienti tendono a raggiungere meno spesso i target di trattamento rappresentati dalla ridotta attività di malattia (LDA).

La limitata disponibilità in letteratura di studi sui fattori associati al mancato raggiungimento del target di trattamento in base al genere, peraltro aggravata da risultati contrastanti, ha sollecitato la messa a punto di questo studio che ha valutato le differenze esistenti tra i pazienti di ambo i sessi in relazione alla gravità di PsA e ai fattori legati al mancato raggiungimento del target di trattamento.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno incluso nello studio pazienti non ospedalizzati, seguiti nei reparti di Reumatologia dislocati sul territorio dei Paesi Bassi.

Sono stati presi in considerazione i dati clinici e demografici per valutare le differenze tra i due sessi relative a:
– punteggio PASDAS (Psoriatic Arthritis Disease Activity Score, un punteggio composito le cui component individuali sono rappresentate dalla conta articolare – articolazioni dolente e tumefatte; entesite; CRP; dattilite; SF12-PCS, un punteggio riassuntivo relativo alla componente fisica; punteggio VAS relativo alla valutazione globale dello stato di salute fatto dal paziente e dal medico curante;
– malattia cutanea/ungueale;
– SF12-MCS, un punteggio riassuntivo relativo al dominio mentale;
–  punteggio HAQ;
– dolore lombare di natura infiammatoria

Sono stati inclusi nello studio 855 pazienti con PsA di ambo i sessi.

Dall’analisi dei dati è emerso che il punteggio medio PASDAS era significativamente più elevato nelle donne rispetto agli uomini (3,5 vs 2,7, p<0,001).

Non solo: rispetto agli uomini, le donne affette da PsA mostravano punteggio significativamente peggiori relativamente alla conta articolare (articolazioni dolenti e tumefatte), all’entesite, alla valutazione globale di malattia medico-paziente, ai livelli di CRP, ai punteggi SF-12 PCS e SF-12 MCS e al punteggio HAQ (p<0,001 per tutti).

Dallo studio è emerso anche che il mancato raggiungimento dei target di trattamento PASDAS era più frequente nelle donne rispetto agli uomini (OR= 2,03; p<0,001).

Tra i fattori significativamente associati al mancato raggiungimento del target di trattamento per la coorte in toto vi erano il BMI, la malattia ungueale, il dolore lombare di natura infiammatoria e il numero di DMARD utilizzati nel passato o nel presente.

Dopo stratificazione dei dati in base al sesso di appartenenza, è emerso che il BMI era associato al mancato raggiungimento  dei target di trattamento nelle pazienti, ma non nei pazienti affetti da PsA (OR per BMI 25-30= 3,43; p <0,001; OR per BMI 30-35=2,59; p =0,019; OR per BMI >35= 2,41; p =0,002).

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati dello studio, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici quali il disegno osservazionale, la mancanza di pazienti con diagnosi recente di malattia, e l’impossibilità di determinare l’esistenza di un nesso causale tra BMI e innalzamento dell’attività di malattia.

Lo studio, quindi, non offre spiegazioni fisiopatologiche in grado di spiegare la differenza di risultati osservati tra i due sessi, anche se i ricercatori hanno tenuto a sottolineare come non sia il minor impiego di DMARD a rendere conto della maggiore attività di malattia nelle pazienti di sesso femminile in quanto non vi erano differenze significative d’impiego di farmaci tra i due sessi.

Ciò detto, lo studio ha dimostrato, analogamente a quanto osservato nei pazienti con AR, che l’essere in sovrappeso si associ ad una maggiore attività di malattia sono nelle donne, ma non negli uomini. Non solo: un BMI più elevato nelle pazienti, ma non nei pazienti affetti da PsA, si associa al mancato raggiungimento dei target di trattamento prefissati.

Ciò implica che i reumatologi dovrebbero porre maggiore attenzione alle questioni legate alla perdita di peso nella gestione della malattia nel sesso femminile.

Bibliografia
Mulder MLM et al. Being overweight is associated with not reaching low disease activity in women but not men with psoriatic arthritis. Rheumatology (Oxford). Published online April 8, 2021. doi:10.1093/rheumatology/keab338
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