Il Sud Sudan innamorato del calcio femminile


In Sud Sudan primo campionato nazionale di calcio femminile, intitolato “Stars Unite” come auspicio di pace dopo anni di guerra civile

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Anche il Sud Sudan ha il suo Messi. Anzi la sua Messi, soprannome di Aluel Garang, 20 anni e, assicurano i giornalisti locali, il fiuto del gol. È stata una delle stelle del primo campionato nazionale di calcio femminile, intitolato “Stars Unite” come auspicio di pace dopo anni di guerra civile, ma di lei si è parlato anche per l’irruzione in campo del marito: l’onorevole Peter Mayen Majongdit, ministro della Repubblica per gli Affari umanitari. Cinque minuti dopo il fischio d’inizio, ha aggredito l’allenatore delle Aweil Women, sparando in aria (ma forse sono state le guardie del corpo) e trascinando la moglie fuori dal campo: pare che a casa il figlioletto di tre mesi stesse piangendo. Senza Messi, non l’argentino Lionel ma la sud-sudanese Aluel, il match contro le Juba Super Stars si è concluso sullo 0-0. Il campionato è comunque andato avanti, fino all’epilogo del 31 maggio, con la vittoria finale delle Yei Join Stars, 4-0 alle ragazze di Wau.

“Abbiamo giocato in tutte le regioni del Paese e la risposta del pubblico è stata in genere molto positiva” riferisce all’agenzia Dire (www.dire.it) l’ex calciatrice Jean Sseninde, prima direttrice della Lega femminile della South Sudan Football Association (Ssfa). “Dare numeri precisi è difficile perché invece delle tribune abbiamo spazi aperti, ma per alcune partite clou credo ci siano stati anche 10mila spettatori“. Dopo aver organizzato le prime amichevoli all’estero della nazionale femminile, la Ssfa ha promesso che farà di tutto “affinché alle atlete sia data la possibilità di giocare e mostrare il proprio talento in libertà e sicurezza”. È il concetto ribadito su Twitter dall’attivista Aluel Atem, che si definisce afro-femminista e si congratula per la riuscita del torneo nonostante le difficoltà: “C’è stato un uomo che ha interrotto una partita sparando in aria per far uscire la moglie dal campo e ci sono state tante altre battaglie combattute dietro le quinte; noi però continuiamo ad abbattere barriere”.