Un libro fotografa l’impatto sociale delle Pro Loco


In Italia ci sono oltre 6.300 Pro Loco: un libro pubblicato da Marsilio fotografa l’impatto sociale di queste realtà associative

Pro loco libro

Dal ruolo di pioniere dell’accoglienza e della promozione turistica di fine Ottocento, al generoso sostegno fornito alle comunità durante l’emergenza Covid-19. Dai 110mila eventi organizzati nel 2018 (cui hanno preso parte 88 mln di visitatori) al ruolo, conquistato sul campo, di protagoniste indiscusse della valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. Sono solo alcune delle tappe del percorso di crescita delle Pro Loco aderenti all’Unpli Aps, riportate dal volume “Pro Loco risorsa per il territorio”, edito da Marsilio e presentato su iniziativa del senatore Antonio De Poli.
Il libro dà conto dello studio compiuto dalla Cgia di Mestre-Centro Studi Sintesi fornendo un’esclusiva visione d’insieme sull’impatto economico e sociale dell’azione delle Pro Loco italiane; in Italia sono 6.300, in media 0,79 per ogni Comune, e contano 300mila volontari attivi. “Il valore della produzione generato dal sistema delle sagre e delle fiere Pro Loco è pari a 2,1 miliardi di euro in un anno, considerando anche l’indotto” ha evidenziato De Poli, autore in Senato di un disegno di legge sul riconoscimento delle attività di queste realtà associative. “Il sistema delle Pro Loco, dunque, genera ricchezza e stimola le economie locali (secondo lo studio della Cgia di Mestre, sono 122 mln di euro i consumi e 10.500 i posti di lavoro attivati dal sistema di sagre e fiere organizzate nei vari territori, da Nord a Sud). Ma il valore aggiunto è il contributo essenziale delle Pro Loco in termini di coesione sociale e di crescita delle nostre comunità. Ecco perché oggi, più che mai, diventa importante approvare un ddl che riconosca a livello normativo le Pro Loco. Il volontariato – che è il pilastro essenziale di questa realtà – è un patrimonio di solidarietà che le istituzioni devono valorizzare intervenendo anche a livello legislativo”, ha concluso De Poli.
Diffuse in tutta la nazione, ben tre Pro Loco su quattro (4.700) sono impegnate nella valorizzazione e gestione del patrimonio locale materiale, 5.500 svolgono attività di comunicazione e promozione delle attività locali e il 57% cura l’ufficio di informazioni turistiche. “Le iniziative delle Pro Loco costituiscono veri e propri volani per i singoli centri in virtù del valore specifico dell’attività compiuta e dei risultati prodotti in termini di promozione e animazione”, ha affermato Antonino La Spina, presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco Aps. “L’emergenza Covid-19 ha spazzato via la stragrande maggioranza degli eventi, compresi una grande parte di quelli in programma per l’estate 2021. Di fronte ad una situazione difficile le Pro Loco, però, ancora una volta si sono messe a disposizione delle comunità, supportando le strutture e gli enti impegnati in prima linea ed assicurando, allo stesso tempo, sostegno diretto e concreto, sotto varie forme, alle comunità locali” ha concluso La Spina.
Nel 2018 i volontari delle Pro Loco hanno fornito l’equivalente di ben 25milioni di ore di lavoro volontario nelle forme più disparate (7ml sagre e fiere, 8 milioni altri eventi, 10 milioni altre attività). “I numeri e le informazioni che abbiamo raccolto e sistematizzato provano ampiamente che le Pro Loco non sono solo sagre e fiere, ma anche eventi che toccano tutti gli aspetti della vita sociale e culturale del Paese oltre che impegno nella gestione di una molteplicità di servizi capaci di rendere fruibile l’immane patrimonio italiano di bellezze materiali e immateriali”, ha sottolineato Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre.
Complessivamente per musei siti archeologici l’apporto dei volontari delle Pro Loco, ove presenti, è stimato in oltre 4milioni di ore di lavoro per gestire 6-7 milioni di visitatori. “E’ un libro che mette in luce la missione fondamentale svolta dall’Unpli, la valorizzazione del ricco e variegato patrimonio culturale italiano, con le sue ricadute a livello sociale ed economico; un lavoro e un compito, quello dell’Ente, affine al mestiere editoriale: accordare, promuovere e diffondere una polifonia di voci, interessi, passioni, professionalità, punti di vista capaci di raccontare le eccellenze di un Paese sfaccettato”, ha dichiarato Luca De Michelis, Ad Marsilio Editori.
Il 57% delle Pro Loco, inoltre, realizza interventi di sostegno o di solidarietà sociale, l’81% collabora con le amministrazioni pubbliche. “Le Pro Loco costituiscono una delle più importanti e radicate reti culturali italiane, svolgendo un ruolo fondamentale di presidio territoriale in relazione al patrimonio culturale materiale e immateriale, in particolare nei Comuni medi e piccoli e nei territori diversi dalle aree metropolitane. Per queste ragioni sono dei preziosi alleati per i Comuni, con cui sono in costante e attiva collaborazione”, ha affermato Vincenzo Santoro, responsabile del dipartimento Cultura e Turismo dell’Anci.
Le Pro Loco, inoltre, si contraddistinguono per il valore culturale delle loro azioni: il 36% organizza rievocazioni storiche, il 53% mostre d’arte; il 20% gestisce, o partecipa alla gestione, di musei, siti archeologici (17%) e biblioteche (10%). “Attraverso la salvaguardia e la valorizzazione dei patrimoni culturali quali, per citarne alcuni, dialetti, lingue locali e tradizioni, le Pro Loco mettono al centro le persone e per il tramite di esse promuovono i territori, di cui sono diretta espressione” ha sottolineato Fernando Tomasello, vicepresidente dell’Unpli e responsabile del dipartimento Cultura e Unesco. “In un momento come questo, il ruolo delle Pro Loco rappresenta una forza per i territori molto utile per la ripartenza. I dati elaborati dalla Cgia di Mestre permettono di capire il valore che le Pro Loco possono rappresentare per il Paese: l’Enit le ritiene di grande rilievo nel panorama nazionale per la promozione turistica italiana”, ha evidenziato Sandro Pappalardo, consigliere Enit.
Un percorso quelle delle Pro Loco iniziato con le prime “Società di abbellimento” di fine ottocento, proseguito ad inizio Novecento e dopo il primo conflitto mondiale, assurgendo a “cellule iniziali” dello sviluppo turistico italiano; veri e propri nuclei di base da cui scaturiranno in vari organismi operativi quali, Aziende Autonome di cura, soggiorno e turismo (Aaaacst), Enti provinciali per il turismo (Ept) e l’Ente nazionale Italiano per il Turismo (Enit) che ha avuto un ruolo determinante nella diffusione delle Pro Loco sul territorio italiano. Un tragitto affiancato ed esaltato dal 1962 dalla costante crescita dell’Unione delle Pro Loco iscritta nel Registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, nell’Albo nazionale del Servizio Civile Universale ed accreditata dal 2012 quale consulente del Comitato Intergovernativo, di cui alla Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, oltre ad avere un ruolo di primo piano nel nuovo sistema di governo del Terzo Settore, essendo componente del Consiglio Nazionale del Terzo Settore; di recente è entrata a far parte del Consiglio Direttivo dell’Organizzazione Internazionale per il Turismo Sociale (Isto).