Il fratello della giovane Saman Abbas conferma le accuse a parenti: “Uccisa dallo zio”. Le dichiarazioni del giovane ora potranno essere assunte in un eventuale processo
Il fratello minore di Saman Abbas ha confermato oggi, nell’incidente probatorio di circa due ore cui è stato sottoposto in tribunale a Reggio Emilia, le accuse contro i genitori e lo zio Danish Hasnain, che avrebbero ucciso la 18enne pachistana di Novellara che si era opposta ad un matrimonio combinato. Versione che il 16enne aveva fornito agli investigatori già il 12 maggio scorso, indicando in particolare nello zio l’esecutore materiale del presunto omicidio.
Attraverso l’incidente probatorio, le dichiarazioni del giovane sono ora “cristalizzate” e potranno essere assunte in un eventuale processo. L’interrogatorio del ragazzo è avvenuta in forma protetta, con lo stesso separato da un vetro dagli altri presenti e assistito da uno psicologo. Gli avvocati degli altri indagati, cinque in tutto (i genitori, lo zio e due cugini), potevano fargli domande solo in modo indiretto, ovvero passando attraverso il giudice.
Collegato in video con il carcere reggiano, spiega la Dire (www.dire.it), ha assistito anche Ikram Ijaz, uno dei due cugini di Saman indagato per la scomparsa della ragazza, che dopo l’arresto in Francia è stato consegnato all’Italia. Ijaz, confermano i suoi avvocati, renderà nei prossimi giorni dichiarazioni spontanee agli inquirenti per spiegare la sua posizione, ma si è già dichiarato estraneo alle accuse mosse nei suoi confronti.
Massimo riserbo dal procuratore capo reggente di Reggio Isabella Chiesi, che informa come l’iter internazionale per il rientro in Italia dei genitori di Saman (fuggiti in patria e ora ricercati) non è stato ancora formalizzato. L’avvocato della coppia sta cercando di contattarla dopo essersi attivato con il consolato del Pakistan.