Ipertensione: attenzione ai farmaci che si assumono


Ipertensione: spesso l’effetto degli antipertensivi è ridotto dall’assunzione di altri farmaci ad azione contraria secondo una nuova ricerca

Più alto è il rischio cardiovascolare, maggiore è il beneficio di una riduzione intensiva della pressione arteriosa secondo un nuovo studio

Quasi 1 adulto su 5 con ipertensione, uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiache e ictus, assume anche un farmaco che potrebbe aumentare i livelli di pressione arteriosa (BP), secondo uno studio presentato all’American College of Cardiology 2021 (ACC.21). I risultati sottolineano la necessità per i pazienti di rivedere regolarmente con il loro team di assistenza tutti i farmaci che prendono, compresi quelli da banco, per assicurarsi che nessuno possa interferire con gli sforzi di abbassamento della BP.

«Se i farmaci che aumentano la BP sono comuni tra i pazienti con ipertensione, ciò può comportare una “cascata prescrittiva” in base alla quale i pazienti hanno bisogno di più farmaci antipertensivi per raggiungere gli obiettivi pressori» ha affermato nella sua relazione John Vitarello, internista al Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston.

«Questo studio ha cercato di caratterizzare la prevalenza dei farmaci che aumentano la BP e dei soggetti con ipertensione e caratterizzarne l’impatto sui valori pressori e su una popolazione di controllo» ha spiegato.

Nell’analisi, Vitarello e colleghi hanno identificato i farmaci associati all’elevazione della BP sulla base delle linee guida ACC/American Heart Association (AHA) ed esaminato l’uso dei farmaci da parte di soggetti adulti con ipertensione, definita da valori sistolici =/> 130 mm Hg o diastolici  =/> 80 mm Hg.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 27.599 partecipanti alla National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) dal 2009 al 2018 (età media: 56 anni; 48% donne), di cui il 49,2% (IC al 95% 48,1-50,4) era iperteso.

Nella coorte, il 79,5% (IC al 95% 77,3-81,8) aveva BP sopra il target ACC/AHA di 130/80 mm Hg, ha riferito Vitarello. Il ricercatore ha aggiunto che di tutti gli adulti con ipertensione, il 18,5% ha usato almeno un farmaco noto per la capacità di aumentare la BP.

Cautela con antidepressivi, FANS e steroidi
Nell’analisi, le classi più comuni di farmaci per l’aumento della BP tra gli adulti con ipertensione erano antidepressivi (8,7%),  i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che includevano ibuprofene e naprossene (6,5%) e gli steroidi orali usati per trattare condizioni come gotta, lupus, artrite reumatoide o dopo un trapianto di organo (1,9%). Sono stati segnalati anche altri farmaci associati all’aumento della BP, tra cui antipsicotici, alcuni contraccettivi orali e decongestionanti di ampio uso.

Tra i partecipanti con ipertensione, il 19% ha riferito di aver usato uno o più farmaci antipertensivi e il 4% ha detto di averne usati molteplici. Quasi un quarto (24%) delle donne con ipertensione ha riportato di usare un antipertensivo rispetto al 14% degli uomini.

Gli adulti più anziani avevano maggiori probabilità di usare antipertensivi in confronto ai soggetti più giovani (il 19% dei partecipanti era di età superiore ai 65 anni contro il 18% di età inferiore ai 65 anni).

Possibili vantaggi dalla deprescrizione o dall’uso di alternative terapeutiche
Se la metà degli adulti statunitensi con ipertensione avesse interrotto un farmaco che aumentava la BP, 2,2 milioni di individui in più avrebbero raggiunto gli obiettivi pressori, ha sottolineato Vitarello.

Nella sua presentazione, ha proseguito, questi risultati suggeriscono come, in alcuni casi, piuttosto che trattare l’ipertensione con più medicine, potrebbero esserci l’opportunità di ridurre la BP sospendendo il trattamento di determinati farmaci o sostituendoli con altri più sicuri.

Da rivedere con regolarità le prescrizioni, l’uso di OTC e la polifarmacia negli anziani
«Sappiamo che l’ipertensione porta a malattie cardiovascolari, ictus e morte e anche piccoli aumenti della BP possono avere impatti significativi sulle malattie cardiovascolari. Sulla base di queste evidenze, dobbiamo essere più consapevoli dei rischi della polifarmacia negli adulti più anziani che hanno anche il più alto grado di ipertensione» ha sottolineato Vitarello.

In conclusione, ha sostenuto, «i medici dovrebbero rivedere la prescrizione e l’uso di farmaci da banco dei loro pazienti con ipertensione e prendere in considerazione la deprescrizione di farmaci che aumentano la BP o cercare alternative terapeutiche».