Martina Caironi vola nel salto in lungo e centra il record del mondo: la campionessa lombarda assistita dal Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio ha migliorato il primato
Il primo record del mondo agli Europei di atletica paralimpica in Polonia. Martina Caironi aveva anticipato il suo intento, poche settimane fa, agli Europei di Bydgoszcz in Polonia dove aveva centrato il primo record del mondo nel salto in lungo T63, a 5.06, e la medaglia d’oro nei 100 metri, la quinta continentale della sua carriera. Per la Caironi adesso il percorso verso le Paralimpiadi di Tokyo è tutto in discesa anche se nella capitale giapponese, il salto in lungo nella sua categoria sarà abbinato alle atlete T42/61 dove gareggia anche Vanessa Low, campionessa tedesca australiana, oro a Rio 2016 e sua eterna rivale.
Martina Caironi è stata portabandiera alle Paralimpiadi di Rio 2016. Rimasta coinvolta in un incidente stradale che nel 2007, a soli 17 anni, le ha provocato l’amputazione della gamba sinistra all’altezza del femore, Martina Caironi campionessa nel salto in lungo e nella corsa è stata portabandiera italiana alle Paralimpiadi di Rio 2016, medaglia d’oro nei cento metri T42 alle Paralimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016. L’atleta è diventata un simbolo della capacità di guardare avanti nonostante le avversità.
Caironi: La prima gara un record italiano nei 100 metri. La velocista e saltatrice lombarda è assistita dal Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, dove ha maturato l’idea di diventare una sportiva paralimpica: “Nei corridoi del Centro Protesi Inail – ha dichiarato Martina Caironi al sito memoriaparalimpica.it – dove ho fatto la prima protesi, mi sono lasciata ispirare dalle fotografie di atleti che erano abili, forti, muscolosi e con queste protesi che io non avevo mai visto prima. Mi è stata data la prima protesi nel 2010 e subito ho iniziato a gareggiare, scoprendomi un’atleta che aveva delle potenzialità nascoste tant’è che la prima gara è stato un record italiano nei 100 metri e poi già dalle prime competizioni internazionali si è visto che il mio fisico era portato proprio per questa cosa, fibre nervose e anche la passione che poi è arrivata. Quella non è il fisico ma è il cuore che la manda”.
Il Centro protesi Inail al centro della storia di rinascita, attraverso lo sport, di molti infortunati. Grazie all’opera del Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, struttura di eccellenza internazionale nell’ambito della ricerca e assistenza protesica, si è avverato il desiderio di rinascita di donne e uomini diventati, nel corso del tempo, grandi campioni paralimpici. Nei primi anni Sessanta, il luminare Hannes Schmidl, alla guida dell’Officina ortopedica del Centro protesi Inail, aveva dato vita all’attività di ricerca protesica e alla prima protesi mioelettrica. Sostenendo di voler umanizzare le protesi, l’ortopedico austriaco aveva teorizzato un umanesimo moderno di cui la tecnologia fosse lo strumento e non il fine.
Lo sport strumento di riabilitazione motoria e ripresa psicofisica degli infortunati. L’Inail ha sempre visto nello sport uno straordinario strumento di riabilitazione e di ripresa psicofisica delle persone con disabilità da lavoro. Il Regolamento Inail per l’erogazione agli invalidi del lavoro di dispositivi tecnici e di interventi di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione (determina presidenziale del 29 settembre 2011, n. 261) ha introdotto una serie di misure volte a favorire il reinserimento sociale delle vittime di un infortunio o una malattia professionale. Nell’ambito del Regolamento sono previste cinque categorie d’intervento di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione: interventi di sostegno alla persona; all’autonomia; per l’integrazione e la risocializzazione; per facilitare il reinserimento lavorativo; per la promozione dell’attività sportiva. Tra gli obiettivi della norma, offrire la possibilità agli infortunati di praticare uno sport in grado di migliorare e mantenere il benessere psicofisico al fine di sviluppare autonomia e autostima, favorendo le relazioni sociali.