Dietrofront: la quetiapina non fa venire il diabete


Nuovo studio sulla quetiapina a basso dosaggio per trattare ansia o insonnia: a differenza di quanto ipotizzato non aumenta il rischio diabete

Nuovo studio sulla quetiapina a basso dosaggio per trattare ansia o insonnia: a differenza di quanto ipotizzato non aumenta il rischio diabete

I molti pazienti che fanno uso di quetiapina a basso dosaggio per trattare disturbi psicologici non psicotici, come ansia e o insonnia, non sarebbero a maggior rischio di sviluppare diabete di tipo 2, come precedentemente ipotizzato, secondo i risultati di uno studio nazionale di coorte danese pubblicato su JAMA.

La quetiapina è un farmaco antipsicotico di seconda generazione indicato per il trattamento della schizofrenia, del disturbo bipolare e come trattamento aggiuntivo nella depressione maggiore. Il suo uso è aumentato in tutto il mondo e oggi è l’antipsicotico più prescritto negli adulti di età compresa tra i 20 e i 64 anni in 10 paesi su 14. Nel 2010 la prevalenza annua del consumo di quetiapina tra gli adulti statunitensi era di 3/100 abitanti e diversi studi ne hanno documentato un uso considerevole in condizioni diverse dalle indicazioni, come problemi di ansia e insonnia.

Il farmaco è associato a un rischio moderato di disturbi metabolici rispetto ad altri antipsicotici di seconda generazione ed è stato collegato a un aumento del rischio di diabete di tipo 2 sia negli adolescenti che negli adulti. Uno studio osservazionale su nuovi utilizzatori di quetiapina a dosi relativamente basse (≤200 mg/die) hanno riscontrato aumenti significativi della glicemia a digiuno con il trattamento a lungo termine. L’antagonismo istaminergico e serotoninergico gioca un ruolo centrale nell’iperglicemia indotta da antipsicotici e la quetiapina ha una notevole affinità sia per i recettori H1 che per i 5-HT2, associati al diabete di tipo 2 in qualità di reazione avversa.

Poiché viene utilizzata a basse dosi per il trattamento dell’ansia e dell’insonnia, l’ipotesi alla base dello studio era che anche bassi dosaggi potessero indurre disturbi metabolici che portano al diabete di tipo 2. Una potenziale associazione che sarebbe particolarmente preoccupante, dato l’uso diffuso del farmaco per condizioni non psicotiche come l’insonnia.

SSRI come confronto
«Dal momento che la malattia mentale o il disagio psicologico in generale sono associati al diabete di tipo 2 attraverso una moltitudine di meccanismi, abbiamo utilizzato i dati relativi a un comparatore attivo per ridurre al minimo i fattori confondenti» hanno spiegato gli autori. «I nuovi utilizzatori di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono stati scelti come popolazione di riferimento, dato che questi farmaci vengono spesso prescritti per trattare condizioni psichiatriche non psicotiche in cui potrebbe essere utilizzata anche quetiapina a basso dosaggio. Inoltre gli SSRI non sono stati associati al diabete di tipo 2 nella stessa misura della quetiapina».

Poiché l’effetto degli antipsicotici sul rischio di diabete di tipo 2 può essere diretto sulle cellule beta pancreatiche o mediato dall’aumento di peso, la coorte è stata analizzata in tre modi: utilizzando un approccio as-treated (i pazienti vengono seguiti fino al momento del termine della terapia) per stimare l’associazione con il diabete durante il trattamento, utilizzando un approccio intention-to-treat per stimare l’associazione tra quanti hanno iniziato il trattamento ma potrebbero interromperlo a causa di altri effetti collaterali (sedazione, alterazioni lipidiche), pur essendo ancora soggetto ad aumento di peso o disfunzione pancreatica dal farmaco, e analizzando l’associazione della dose cumulativa con il diabete di tipo 2.

Nessuna associazione tra quetiapina e rischio di diabete
Nell’intera coorte di quasi 900mila pazienti, l’uso di quetiapina a basso dosaggio è stato associato a un rischio leggermente più elevato di diabete di tipo 2 rispetto agli SSRI, ma non è emersa una chiara associazione tra la dose cumulativa di quetiapina (come trattamento a basso dosaggio) e il rischio di diabete di tipo 2 (p=0,54). Inoltre un’analisi post-hoc delle stratificazioni delle dosi clinicamente rilevanti non ha rilevato aumenti significativi del rischio di diabete di tipo 2 con l’aumento delle dosi cumulative.

I tassi di incidenza del diabete di tipo 2 erano in ogni caso più elevati tra gli utilizzatori di quetiapina e SSRI a basso dosaggio negli adulti di età compresa tra 45 e 54 anni rispetto alla popolazione generale danese. Una possibile spiegazione per questa maggiore incidenza sarebbe che il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 potrebbe essere maggiore tra gli individui con problemi psichiatrici come la depressione, in cui vengono utilizzati sia la quetiapina che gli SSRI. Oppure che entrambi i farmaci potrebbero comportare un rischio più elevato di indurre il diabete di tipo 2. In un confronto diretto con l’uso di antidepressivi, la quetiapina (indipendentemente dal dosaggio) è stata associata a un rischio moderatamente aumentato di diabete di tipo 2 (HR=1,36).

In conclusione gli autori non hanno trovato nessuna associazione tra l’aumento del rischio di diabete di tipo 2 e l’aumento della dose cumulativa, quando l’esposizione era limitata ai bassi dosaggi, mentre è emersa una chiara associazione tra l’uso di dosi cumulative più elevate e il rischio di diabete. «Pertanto è probabile che la dose giornaliera sia un fattore di rischio più importante della sola dose cumulativa».

Bibliografia

Højlund M et al. Association of Low-Dose Quetiapine and Diabetes. JAMA Netw Open. 2021 May 3;4(5):e213209.

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