“Echoes – a voice from uncharted waters” è l’opera di Mathias Gmachl che sarà visibile fino al 12 ottobre 2021 al Parco Ciani di Lugano
Fino al 12 ottobre 2021 sarà a Lugano nella cornice del Parco Ciani, l’installazione artistica Echoes – a voice from uncharted waters dell’artista austriaco Mathias Gmachl. Realizzata da LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con MuseumsQuartier di Vienna e Quartier des Spectacles di Montréal, l’opera di grandi dimensioni, dall’aspetto di una balena, ci invita all’ascolto e alla riflessione, mettendoci di fronte all’impatto delle nostre azioni sull’ambiente che ci circonda. Durante il periodo d’esposizione si terranno una serie di attività promosse attraverso il programma LAC edu.
Le tre istituzioni culturali hanno commissionato all’artista Mathias Gmachl, noto a livello internazionale per la creazione di installazioni d’arte urbana su scala architettonica, la realizzazione di un’opera d’arte pubblica, in particolare per le tematiche urgenti trattate nel suo lavoro nonché per il forte impatto dell’opera sul pubblico.
Echoes – a voice from uncharted waters è un’installazione itinerante tra Austria, Svizzera e Canada: esposta a Vienna nel cortile del MuseumsQuartier fino all’11 giugno, lascerà Lugano il 12 ottobre per essere presentata a Montréal a fine anno.
“Sin dall’apertura ospitiamo diverse iniziative nei nostri spazi pubblici, esperienze nuove, anche a carattere ludico e sempre gratuite, allo scopo di avvicinare un vasto pubblico – spiega Michel Gagnon, direttore generale del LAC –. La virtuosa collaborazione con il MuseumsQuartier di Vienna e il Quartier des Spectacles di Montréal per la realizzazione dell’opera di Mathias Gmachl rinnova ancora una volta il nostro impegno per l’inclusione, un valore fondamentale per il centro culturale, questa volta allargando l’orizzonte a temi urgenti e di stretta attualità, veicolati attraverso l’arte”.
Echoes – a voice from uncharted waters è un’opera sonora, luminosa e interattiva, realizzata in acciaio, dal peso di 5 tonnellate e 17 metri di lunghezza. Per rendere il suo aspetto più verosimile è stata progettata e sviluppata dall’artista insieme ad alcuni biologi marini sull’arco di un anno: le linee si ispirano al ventre striato delle balene, mentre i colori sono stati scelti per rappresentare tutte le creature marine.
L’opera è dotata di un sensore che delimita un’area entro cui la balena può vivere indisturbata: interagendo rispettosamente con lo spazio vitale del mammifero marino, il pubblico si immergerà nel paesaggio sonoro di mari e oceani, un universo melodico, grazie alle registrazioni effettuate da esperti del suono con speciali idrofoni; se si avvicinerà troppo, sarà confrontato con l’inquinamento acustico: l’illuminazione dell’opera si attenuerà e i suoni diverranno sempre più silenziosi fino a scomparire completamente ed essere sostituiti dal rumore dei porti industriali, attirando l’attenzione sulle minacce che incombono sulle specie marine.
L’installazione trae spunto dalla famosa campagna di Greenpeace Save the Whales degli anni Settanta e intende sensibilizzare il pubblico sull’inquinamento acustico che altera gli itinerari e gli ambienti delle balene e più in generale sulla situazione in cui versano gli oceani e sul continuo e inarrestabile cambiamento climatico.
I mari e gli oceani hanno un proprio paesaggio sonoro, importante per molti animali marini che usano i suoni per comunicare tra loro, orientarsi e sfuggire ai pericoli. Le attività umane, responsabili di varie forme di inquinamento acustico sono diventate sempre più rumorose, a scapito di molte specie animali, dai grandi cetacei alle meduse; i rumori che provocano compromettono le capacità uditive di questi animali, causando cambiamenti fisiologici e comportamentali, e in alcuni casi la loro morte.
Con il suo lavoro, Gmachl ci ricorda che dobbiamo agire ora: “È il momento di sensibilizzare la gente e far conoscere i suoni sottomarini. Se come collettività riusciamo a rispettare gli spazi della balena, essa ci ripagherà con suoni misteriosi che giungono dagli abissi; se non saremo in grado di farlo ‘annegheremo’ nel rumore. La balena ci invita ad ascoltare, a riflettere e a raccontare storie. Storie che renderanno più tollerabile una situazione insopportabile”.
Durante il periodo di esposizione sono previste attività e iniziative per bambini e famiglie, giovani e adulti, promosse dalla mediazione culturale del LAC, attraverso il progetto LAC edu, tra cui laboratori creativi, workshop di movimento e suono e atelier dedicati alla sostenibilità. Tra luglio e agosto non mancheranno le occasioni per immergersi nel mondo della danza, per dedicarsi a passeggiate sensoriali alla scoperta della fauna e della flora locali, per studiare da vicino i suoni delle balene tramite le nuove tecnologie e per trovare inediti spunti di riflessione e analisi. Le attività ruoteranno attorno al tema della sostenibilità, del riciclo e della cura nei confronti dell’ambiente che ci circonda. Queste ultime saranno promosse settimanalmente a cadenza regolare, con alcune proposte anche in tedesco e francese, dedicate ai visitatori provenienti dal resto della Svizzera. Nel corso dell’autunno saranno invece organizzate attività per le scuole e incontri per un pubblico di adulti e ragazzi con momenti di approfondimento scientifico, proiezioni e conferenze. Tutte le attività saranno organizzate in partnership con enti che indagano il tema della sostenibilità e del rapporto tra uomo e ambiente, tra i quali il Museo cantonale di storia naturale, L’Ideatorio, l’Associazione Nel, e altre associazioni pubbliche e private. Il calendario completo sarà disponibile sul sito web del LAC.
L’impegno del centro culturale con Echoes – a voice from uncharted waters è in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, programma d’azione delle Nazioni Unite al quale la Città di Lugano ha aderito attivamente, e il cui obiettivo, tra gli altri, è la conservazione e l’utilizzo in modo sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine. La campagna di sensibilizzazione #luganosostenibile è promossa dalla Divisione Socialità della Città di Lugano con il sostegno dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE: www.luganosostenibile.ch
L’artista
Mathias Gmachl è un artista, designer e ricercatore interdisciplinare. Nel 2003 ha fondato e diretto lo studio Loop.pH a Londra, con cui ha realizzato installazioni urbane su scala architettonica che fondono arte, design, architettura, scienza e tecnologia allo scopo di trasformare lo spazio urbano, coinvolgendo il pubblico. Ha collaborato con fondazioni, istituti culturali e di ricerca, quali la Royal Academy – Kensington Palace, il Medical Research Council, il Centre of the Cell, l’Audi Design Foundation e con aziende, tra cui Nike, Swarovski, Lexus, Belvedere. Alcuni suoi lavori sono conservati al Victoria & Albert Museum di Londra e al MoMA di New York, e sono stati esposti, tra gli altri, alla Biennale di Venezia.
Dal 1996 Gmachl è membro di Farmers Manual, un gruppo di artisti che spazia tra gli ambiti della musica elettronica e delle arti visive più sperimentali. È Research Associate presso il Royal College of Art di Londra, e svolge regolarmente conferenze e workshop presso università e centri di ricerca.
INFORMAZIONI
Parco Ciani, Lugano
Tutti i giorni fino al 12 ottobre 2021