PMA: in Francia consentita a donne single e omossessuali


Approvata in Francia la legge che estende l’accesso alla fecondazione assistita anche alle donne single e omosessuali

Approvata in Francia la legge che estende l’accesso alla fecondazione assistita anche alle donne single e omosessuali

Dopo due anni di acceso dibattito, Emmanuel Macron ha mantenuto fede alla promessa elettorale di estendere l’accesso alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) alle donne single e omosessuali. Il parlamento francese, infatti, ha dato il via libera al progetto di legge sulla bioetica che permetterà a tutte le donne di ricorrere ai gameti di un donatore per diventare mamme.

Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma, afferma: “In alcuni Paesi, Italia inclusa, la possibilità di sottoporsi alla fecondazione assistita resta riservata solo alle coppie eterosessuali. L’estensione di questo diritto, che andrebbe garantito a prescindere delle proprie scelte relazionali o del proprio orientamento sessuale, rappresenta un’importante conquista sul fronte dei diritti civili”.

“In questi stessi giorni, l’Italia ha compiuto un importante passo in avanti sul tema della PMA con l’istituzione, dopo oltre 16 anni dalla promulgazione della legge 40, del Tavolo Tecnico per la ricerca e formazione nella prevenzione e cura dell’infertilità, patologia che colpisce il 15% delle coppie nel nostro Paese. Dal 2004 ad oggi, la legge 40 è stata investita da numerose sentenze della Corte costituzionale che hanno rimosso alcuni dei divieti originariamente previsti, ma diventa sempre più urgente risolvere alcune criticità ancora esistenti.

Riformare alcuni punti cruciali della legge è determinante per promuovere la prevenzione e la ricerca scientifica: il divieto di utilizzo degli embrioni sovrannumerari per fini di studio, sperimentazione e ricerca rappresenta una fortissima limitazione per il progresso scientifico, e da un punto di vista etico sminuisce il valore di questi embrioni, destinati a giacere inutilizzati.

Sulla scia dell’esempio francese, mi auguro che anche la classe politica italiana abbia il coraggio di fare la stessa scelta dei Paesi che, nel panorama europeo, non prevedono discriminazioni nell’accesso alla fecondazione assistita e hanno già fatto passi avanti su questo fronte. Il divieto imposto a donne single e coppie lesbiche favorisce il turismo procreativo. Finché sarà in vigore, le donne che ne hanno facoltà andranno all’estero, mentre le altre saranno costrette a rinunciare alla maternità”.