Sindrome Long Covid: la malattia a distanza di mesi dalla guarigione vede una schiera di malati a lungo termine sempre più nutrita
È ormai chiaro che molte persone che sono state infettate dal SARS-CoV 2 sviluppano un persistente disordine che può durare mesi. La schiera dei long – haulers (malati a lungo termine) è sempre più nutrita. A soffrire della “sindrome post-Covid-19” o “Long Covid” è circa l’80% delle persone reduci dal coronavirus, che continuano ad avere strascichi sulla funzionalità respiratoria, a lamentare disturbi, a non stare bene per settimane, se non addirittura per mesi anche dopo la fase acuta della malattia.
Non è ancora chiaro perché la sindrome Long Covid si manifesti e con quali meccanismi si sviluppi, né quali siano i soggetti a maggior rischio e quanto diffusa sia tra chi ha contratto il virus. Non esiste un identikit preciso di chi è affetto da questa sindrome. I disturbi si manifestano in chi è stato ricoverato, ma anche in chi ha sviluppato forme lievi o asintomatiche.
Come tutte le patologie post infettive anche questa preoccupa. Si attendono delle linee guida e maggiori strumenti per assistere meglio questi pazienti. Nei prossimi anni occorrerà essere pronti ad affrontare quell’esercito di pazienti che avranno le sequele, più o meno importanti, di questa infezione e di cui ancora si sa poco.
I benefici del trattamento con L-arginina e Vitamina C liposomiale per un recupero ottimale da Covid. Lo studio clinico dell’Ospedale Gemelli di Roma
Per seguire questo tipo di pazienti da aprile dello scorso anno è stato attivato presso il presidio Columbus della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma un ‘Day Hospital Post Covid’. Come indica il Dottor Matteo Tosato, geriatra responsabile dell’unità ospedaliera di day hospital post covid del Gemelli, un adeguato programma di riabilitazione personalizzata (respiratoria e motoria), l’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi, associati a un corretto stile di vita, rappresentano l’approccio principale alla Sindrome post-Covid.
Infatti, presso l’ospedale è stato valutato positivamente l’impiego di L-arginina e Vitamina c liposomiale nei pazienti con sindrome post-covid. L’efficacia dell’impiego di questa associazione amminoacidica e vitaminica, ha portato ad una sperimentazione clinica dove vengono valutati i principali parametri del post-covid mediante una serie di test oggettivi e soggettivi. In particolare, oltre al six minute walking test (6MWT), il test della sedia e di esauribilità, che consentono di valutare la capacità di svolgere le normali attività quotidiane o, al contrario, il grado di limitazioni funzionali del soggetto, vengono effettuate anche valutazioni oggettive dei valori sanguigni, quali l’attività dei monociti e la presenza di acidi grassi per un periodo di 30 giorni.
Lo studio si basa sui risultati ottenuti da una precedente esperienza empirica del team del dottor Tosato con L-arginina e Vitamina C liposomiale, dove era stato appunto osservato un miglioramento nella sintomatologia generale post-covid dopo 30 giorni di terapia.