Ddl Zan: il centrodestra valuta l’appoggio a Renzi


Centrodestra pronto ad appoggiare le modifiche di Renzi al Ddl Zan, il Pd in allarme: “Se il testo viene stravolto è colpa sua”. Verso la conta in Aula

Centrodestra pronto ad appoggiare le modifiche di Renzi al Ddl Zan, il Pd in allarme: “Se il testo viene stravolto è colpa sua”. Verso la conta in Aula

Matteo Renzi con i suoi senatori di Italia Viva affosserà il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia? Il ddl, già approvato dalla Camera dei Deputati, da mesi è bloccato al Senato dall’ostruzionismo del centrodestra. Anche il Vaticano è sceso in campo per chiedere di modificare alcuni articoli del provvedimento. Nelle ultime ore il leader di Italia Viva, che aveva votato il testo alla Camera, ha cambiato idea presentando alcuni emendamenti per modificarlo. Se, grazie ai voti del centrodestra, queste modifiche fossero accolte il testo dovrebbe ritornare alla Camera per una nuova approvazione.

Per quanto riguarda le modifiche che vuole Matteo Renzi, spiega la Dire (www.dire.it), queste vanno a cassare dall’articolo 1 la parte sull’identità. Il testo del ddl Zan, infatti, all’articolo 1 definisce l’identità di genere come “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso biologico” e “indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Italia Viva vuole togliere queste parti aggiungendo soltanto le parole ‘o fondati sull’omofobia o sulla transfobia’. Modifiche anche all’art. 4 sulla libertà di espressione. Nel ddl Zan si afferma che “ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Italia Viva afferma che “la libertà di pensiero e di espressione sono già tutelati dalla nostra costituzione, non può essere degradata in una legge ordinaria”, e quindi il ddl Zan va cambiato.

Altro tema l’articolo 7: “La Repubblica riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”. Questo articolo è stato fortemente contestato dal Vaticano, dalla Lega e dal centrodestra, da parte sua Italia Viva vuole aggiungere la frase: “Nel rispetto della piena autonomia scolastica”.

Muro da parte del Pd, che accusa Renzi di voler affossare il ddl Zan, e che ha chiesto di mandare il ddl in Aula del Senato il prossimo 13 luglio per approvarlo così com’è. “I voti di Italia Viva sono sufficienti per approvare o affossare il DDL Zan al Senato, che IV ha già votato alla Camera. Mi sembra che la questione stia tutta qui” ha sottolineato Lia Quartapelle, componente della segreteria Pd, che oggi si è riunita proprio per decidere sul tema. Renzi ha cercato di svicolare rilanciando la palla: “Ci sono divisioni profonde sia nel M5S che nel Pd, lo sanno tutti. Credo che i senatori di Italia viva voteranno compatti, troviamo un compromesso serio, buono, che dia garanzia. Oppure non lo troviamo e si va alla conta, vada come vada… una parte dei senatori senza dirlo, con ipocrisia, si prepara al voto segreto per affossare la legge. Non si tratta dei senatori di IV” ha tenuto a precisare il leader di Italia Viva. A questo punto si andrà in aula e lì si conteranno i voti. Facile prevedere che sugli emendamenti di Italia Viva arriveranno compatti tutti i voti del centrodestra, di qui il rischio dello stravolgimento del provvedimento. Ma a quel punto, hanno sottolineato i Dem “sarà chiaro il colpevole”. Da parte sua il leader della Lega, Matteo Salvini, oggi ha indossato i panni del pompiere: “Ho fatto una proposta a Letta e tutti i partiti. Troviamoci entro domani sul ddl Zan. Togliamo quelli che anche secondo il Santo Padre e la Santa Sede sono passaggi critici, quindi togliamo le scuole, i bimbi la cui educazione spetta a mamma e papà. I reati di opinione, le censure, e concentriamoci invece sulle punizioni di chi abusa o aggredisce due ragazzi o due ragazze che hanno tutto il diritto di amarsi. Spero che Letta e il Pd non insistano sulla loro strada solitaria perché rischiano di affossare totalmente e definitivamente la legge” ha detto Salvini.

La conta in Aula

Al Senato si fanno i conti sul possibile voto in aula sul ddl Zan che dovrebbe tenersi dal 13 luglio in poi. Domani ci sarà un anticipo di votazione, con la seduta convocata per le ore 16 sul calendario d’aula. In realtà si tratta di una votazione diversa. Prima di tutto perché avverrà a voto palese. E poi perché seppure per motivi opposti, sia i favorevoli e che i contrari al ddl Zan hanno interesse ad andare in aula. Il voto nell’emiciclo di Palazzo Madama dovrebbe essere dunque dal 13, e resta da vedere quale schieramento si creerà sugli emendamenti di Italia viva, che potrebbero passare in tutto o in parte con il voto del centrodestra e con la compartecipazione di franchi tiratori ex giallorossi. In linea del tutto astratta, fonti parlamentari calcolano che 6 senatori di area cattolica nel Pd e 5-6 malpancisti M5S potrebbero decretare la modifica del testo. Resta da vedere, come detto, cosa farà Italia viva.

Ma questo è un dubbio che riguarda le altre votazioni, non quelle sugli emendamenti di Italia viva. Perché se Renzi intesta alla Lega la volontà di affossare il ddl Zan, è ovvio che se il testo rischia è sugli emendamenti di Italia viva. Il partito di Renzi non voterà infatti con la Lega altre proposte di modifica, ma certamente voterà i suoi stessi emendamenti. Ed è facile intuire che è su quelli che convergerà il centrodestra. Sulla base di questo calcolo, il Pd intesta a Renzi la volontà di decretare o meno la fine del ddl Zan.

“La questione sta in questi termini”, dice Lia Quartapelle, della segreteria Pd, riunita stamani da Enrico Letta. Un margine di speranza viene dal gruppo, o meglio dal ‘gruppone’ misto. Composto da 46 senatori, si calcola che almeno la metà potrebbe votare a favore del testo Zan. Se ciò accadesse questi senatori, insieme ad isolati senatori di centrodestra (in Forza Italia) favorevoli alla proposta del Pd, e a una sedizione silenziosa – una sorta di obiezione di coscienza tra i renziani – potrebbero accendere un’ultima fievole speranza per il ddl Zan. Ma sono tutti ragionamenti ipotetici. Il ddl senza Iv non ha i numeri. E se al tavolo dei capigruppo di domani mattina non ci sarà un accordo, l’iter del ddl potrebbe arrestarsi il 13 luglio.