Tre nuovi approcci per una migliore gestione delle interstiziopatie polmonari, complicanze che possono presentarsi in pazienti con malattie reumatologiche autoimmuni
Mettere “in rete” i centri di eccellenza in cui vi è la presenza di team multidisciplinari di qualità, incentivare il passaggio alla medicina digitale e “fare cultura”. Sono questi i tre punti su cui intervenire per una migliore gestione delle interstiziopatie polmonari (Interstitial Lung Disease, ILD), complicanze che possono presentarsi nei pazienti colpiti da malattie reumatologiche autoimmuni, con gravi conseguenze sulla salute generale e sul peggioramento della qualità di vita. Agire tempestivamente, favorendo l’individuazione precoce dell’interessamento polmonare, è fondamentale. Tuttavia in Italia emerge una realtà a macchia di leopardo in cui si alternano esperienze di collaborazione multidisciplinare di vera eccellenza a situazioni di gravi carenze.
E’ quanto emerso dall’incontro degli specialisti che hanno partecipato al meeting virtuale “Verso una proposta organizzativa di Team Multidisciplinare nella diagnosi e trattamento delle ILD in pazienti con MRA”. L’evento, organizzato da ISHEO, con il contributo incondizionato di Boheringer Ingelheim Italia S.p.A, segue il precedente e primo incontro del progetto RETE-ILD. Il progetto è nato per promuovere e implementare, sul territorio nazionale, l’attività dei team multidisciplinari e ha visto in questa fase un intenso dibattito tra reumatologi, pneumologi, radiologi e internisti, rappresentanti di iniziative di eccellenza sul territorio nazionale. Il progetto RETE ILD metterà in rete i centri identificati, costruirà occasioni di dibattito e progetti formativi per condividere best practices e fare cultura soprattutto per quei territori in cui i centri di reumatologia e/o pneumologia non risultano essere ben rappresentati. In tal modo sarà possibile costruire un ponte di collegamento con realtà ben organizzate.
“L’approccio multidisciplinare è indubbiamente fondamentale, ma è necessario che il supporto dello specialista coinvolto nel team sia adeguato per consentire una discussione valida – ha affermato il prof. Roberto Gerli, Presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR) -. In alcune aree vi è la presenza di una reumatologia maggiormente sviluppata al netto di una pneumologia e/o radiologia più debole, o viceversa. Potrebbe essere utile costituire dei team che possano sfruttare un supporto esterno, attraverso delle modalità via web, per supplire alle carenze presenti in determinate aree. E’ necessario proporre delle progettualità concrete proprio alla luce degli squilibri presenti sul territorio. Sarebbe utile individuare inizialmente i centri che dispongono già di una reumatologia, una pneumologia ed una radiologia sviluppata per poter iniziare a creare delle realtà efficienti a validità regionale e/o macro-regionale. Partire quindi da realtà che già vantano centri strutturati per poi allargare l’orizzonte.”
“Le carenze sul territorio nazionale sono una realtà ormai nota ai clinici – ha sostenuto il prof. Alfredo Sebastiani, Direttore UOSD DH pneumologico e interstiziopatie polmonari dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma -. Le criticità presenti riguardano l’omogeneizzazione della presenza dei team multidisciplinari in tutta Italia. Tale realtà risente in primis della presenza non omogenea su tutto il territorio nazionale delle figure di riferimento, ossia lo pneumologo e il reumatologo, come anche il radiologo specializzato, una carenza importante in tutto il Paese. Vi è inoltre una forte criticità ulteriore legata alla mancanza di comunicazione che può essere tuttavia superata optando per modelli di medicina digitale già implementati per altre condizioni cliniche. Riunire le reti territoriali attraverso una comunicazione tra società scientifiche o specialisti di riferimento potrebbe essere un punto di partenza per costruire una rete di comunicazione valida. I modelli di ambulatori congiunti e i PDTA dettagliati rappresentano una speranza di poter costruire realmente dei modelli organizzati, va però ricordato che tali PDTA, pur rappresentando un valido strumento iniziale, vanno implementati in questa grossa eterogeneità esistente. Sarebbe utile ottimizzare quanto già presente sul territorio, valorizzando la figura del coordinatore di riferimento che deve assumersi l’onere di programmare le attività garantendo la funzionalità e la continuità del team”.
“La necessità di adottare un linguaggio comune per favorire la presenza e la corretta gestione di team multidisciplinari, l’individuazione di tools digitali per la condivisione e l’interazione telematica – conclude il dott. Davide Integlia, Direttore di ISHEO srl – sono gli elementi per poter costruire una strategia vincente a supporto delle realtà ad oggi meno organizzate. Questi presupposti rappresentano la direzione nella quale proseguirà il progetto RETE ILD che, attraverso una serie di incontri a livello nazionale e regionale, si propone di realizzare un vademecum recante criteri e standard organizzativi a supporto della gestione di team multidisciplinari per la diagnosi precoce e la corretta presa in carico di pazienti con malattie reumatologiche autoimmuni e interessamento polmonare”.