Tumore della tiroide refrattario al radioiodio: cabozantinib dimostra un beneficio significativo in sopravvivenza libera da progressione rispetto al placebo
Ipsen (Euronext: IPN; ADR: IPSEY) ha annunciato i risultati dettagliati dello studio registrativo di Fase III COSMIC-311, in cui cabozantinib, al dosaggio di 60 mg, ha soddisfatto l’endpoint co-primario di miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al placebo, nelle persone affette da carcinoma differenziato della tiroide (DTC) refrattario al radioiodio, in progressione dopo un massimo di due precedenti linee di terapie con farmaci mirati contro il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR).1
Anche i risultati di sopravvivenza globale (OS) sono a favore di cabozantinib rispetto al placebo.1 Questi dati sono stati presentati durante la sessione orale Head and Neck Cancer dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) (abstract #6001).
Il trattamento con radioiodio (RAI) è un’opzione di trattamento nel carcinoma differenziato della tiroide, quando i pazienti presentano rischio elevato di recidiva di malattia, asportazione incompleta del tumore o metastasi a distanza.2
I pazienti affetti da carcinoma differenziato della tiroide RAI-refrattari di solito hanno una prognosi sfavorevole, con una sopravvivenza stimata media da tre a cinque anni dalla diagnosi di lesioni metastatiche.2-4
“A seguito della progressione, dopo una terapia con farmaci mirati contro VEGFR i pazienti con carcinoma differenziato della tiroide RAI-refrattari attualmente non hanno a disposizione uno standard di cura, di conseguenza i risultati positivi dello studio COSMIC-311 costituiscono un progresso clinico importante per chi necessita di ulteriori opzioni terapeutiche,” ha affermato Marcia S. Brose, M.D., Ph.D., Full Professor of Otorhinolaryngology: Head and Neck Surgery e Director of the Center for Rare Cancers and Personalized Therapy presso l’Abramson Cancer Center della University of Pennsylvania, e sperimentatore principale dello studio COSMIC-311. “Il miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione e il trend favorevole della sopravvivenza globale suggeriscono che cabozantinib possa costituire una nuova opzione di trattamento importante per questi pazienti.”
Come già annunciato in precedenza, ad un’analisi ad interim predeterminata, cabozantinib ha dimostrato una riduzione significativa del rischio di progressione di malattia o di morte del 78% rispetto al placebo (hazard ratio [HR]: 0,22; 96% intervallo di confidenza [CI]: 0,13-0,36; P<0,0001) nella popolazione intent-to-treat (ITT).1 A un follow-up mediano di 6,2 mesi, la PFS mediana non è stata raggiunta (96% CI: 5,7 mesi – non quantificabile) nei pazienti trattati con cabozantinib ed è stata di 1,9 mesi (96% CI: 1,8-3,6 mesi) con placebo.1 I dati presentati al Congresso ASCO 2021 hanno dimostrato che i rapporti di rischio (HRs) di PFS sono risultati favorevoli a cabozantinib nei confronti di placebo anche nei sottogruppi predefiniti, che comprendevano età ≤65 vs. >65; precedente trattamento con lenvatinib (sì vs. no), e numero di precedenti terapie con farmaci mirati contro VEGFR (1 vs. 2).1
I risultati dell’endpoint co-primario di tasso di risposta obiettiva (ORR), dopo 6 mesi nei primi 100 pazienti randomizzati, non sono stati statisticamente significativi; tuttavia, nel braccio con cabozantinib, si è ottenuta una ORR del 15% rispetto a 0% nel braccio placebo (P=0,028).1 Nella popolazione ITT, è stata osservata una riduzione delle dimensioni delle lesioni principali nel 76% dei pazienti trattati con cabozantinib rispetto al 29% di quelli trattati con placebo.
L’ OS non è stata raggiunta in nessun braccio, ma è risultata una tendenza a favore di cabozantinib verso placebo (HR: 0,54; 95% CI: 0,27-1,11).1
Il profilo di sicurezza di cabozantinib è stato coerente con quello precedentemente osservato e gli eventi avversi (AEs) sono risultati gestibili con l’aggiustamento del dosaggio.1 Il tasso di interruzione dovuta agli AEs derivati dal trattamento è stato del 5% per cabozantinib rispetto allo 0% per placebo.1 Gli AEs di grado 3 o 4 più comuni (≥5%), indipendentemente dalla causalità con cabozantinib sono state eritrodisestesia palmo-plantare (10%), ipertensione (9%), spossatezza (8%), diarrea (7%) e ipocalcemia (7%).1 Non si sono verificate morti causate dal trattamento, secondo lo sperimentatore.1
Howard Mayer, Executive Vice President e Head of Research and Development Ipsen, ha aggiunto: “I risultati dello studio di Fase III COSMIC-311 erano molto attesi, tenuto conto che l’attuale sopravvivenza delle persone affette da questa forma non comune di carcinoma della tiroide differenziato è di 3-5 anni dalla diagnosi delle lesioni metastatiche. Siamo lieti di condividere questi dati al Congresso ASCO, insieme ad Exelixis, sottolineando il nostro continuo impegno a valutare le potenzialità di cabozantinib in una gamma di tumori difficili da trattare. Siamo impazienti di collaborare con le autorità regolatorie nei nostri territori, per offrire una nuova importante opzione terapeutica a una popolazione di pazienti che ne ha urgente bisogno.”
I risultati dello studio COSMIC-311 sono serviti come base per la richiesta supplementare alla New Drug Application che Exelixis ha presentato alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, per richiedere un ampliamento dell’indicazione di cabozantinib, per pazienti di età uguale o maggiore di 12 anni con carcinoma della tiroide differenziato in progressione in seguito a precedente terapia e RAI refrattario (laddove sia appropriato).
Ipsen ha siglato un accordo di collaborazione in esclusiva con Exelixis per la commercializzazione di cabozantinib al di fuori di Stati Uniti e Giappone. A seguito della decisione di partecipare allo studio COSMIC-311, Ipsen può accedere ai risultati e supportare le eventuali future procedure regolatorie nei territori di sua competenza.
A febbraio 2021 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha garantito la designazione come terapia innovativa a cabozantinib come potenziale trattamento per i pazienti con carcinoma differenziato della tiroide in progressione dopo una precedente terapia e RAI refrattari (laddove RAI sia appropriato).
Il carcinoma differenziato della tiroide RAI refrattario
Nel 2020 sono stati diagnosticati più di 580.000 nuovi casi di carcinoma tiroideo a livello mondiale.5 Il tumore della tiroide è la nona neoplasia più comune a livello globale e la sua incidenza è tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini, rappresentando una diagnosi di tumore su 20 tra le donne.5
I tumori della tiroide comprendono le forme differenziate, midollare e anaplastica. I tumori differenziati della tiroide costituiscono circa il 90-95% dei tumori tiroidei6,7: comprendono le forme papillare, follicolare e a cellule di Hürthle6,7. Il carcinoma differenziato della tiroide (DTC) viene comunemente trattato con la chirurgia, seguita da ablazione con iodio radioattivo del tessuto tiroideo residuo, ma circa il 5 -15% dei casi è resistente al trattamento con RAI8.
I pazienti con DTC RAI refrattario hanno una prognosi sfavorevole con una sopravvivenza stimata media da tre a cinque anni dalla diagnosi delle lesioni metastatiche 2-4.
Lo studio COSMIC-311
COSMIC-311 è uno studio di Fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che ha previsto l’inclusione di 300 pazienti in 150 centri a livello globale.1 I pazienti sono stati randomizzati con un rapporto 2:1 a ricevere 60 mg di cabozantinib al giorno o placebo.1 Gli endpoint co-primari sono la PFS e l’ORR, valutati da un comitato radiologico indipendente in cieco.1 Endpoint aggiuntivi comprendono la sicurezza, la OS e la qualità di vita.1 Ulteriori informazioni sullo studio sono disponibili al sito ClinicalTrials.gov.
Cabozantinib
Cabozantinib attualmente è approvato in 58 Paesi, compresi gli Stati membri dell’Unione Europea, il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Svizzera, la Corea del Sud, il Canada, il Brasile, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Macau, Giordania, Libano, Federazione Russa, Ucraina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Serbia, Israele, Messico, Cile, Perù, Panama, Guatemala, Repubblica Dominicana, Ecuador, Tailandia e Malesia per il trattamento del carcinoma a cellule renali (RCC) avanzato negli adulti precedentemente trattati con terapia mirata contro il fattore di crescita dell’endotelio vascolare VEGF; negli Stati Membri dell’Unione Europea, Regno Unito, Norvegia, Islanda, Canada, Australia, Brasile, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Libano, Giordania, Federazione Russa, Ucraina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Israele, Messico, Cile, Perù, Panama, Guatemala, Repubblica Dominicana, Ecuador, Tailandia e Malesia per il trattamento del RCC avanzato in adulti naïve al trattamento, a rischio intermedio o sfavorevole; e negli Stati Membri dell’Unione Europea, Regno Unito, Norvegia, Islanda, Canada, Australia, Svizzera, Arabia Saudita, Serbia, Israele, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Singapore, Giordania, Federazione Russa, Ucraina, Turchia, Libano, Emirati Arabi Uniti, Perù, Panama, Guatemala, Cile, Repubblica Dominicana, Ecuador, Tailandia e Malesia per il carcinoma epatocellulare (HCC) negli adulti precedentemente trattati con sorafenib. Nell’Unione Europea, cabozantinib è inoltre approvato in combinazione con nivolumab come trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato.
Raccomandazioni dettagliate per l’uso di cabozantinib sono descritte nel Summary of Product Characteristics (SmPC) e nell’ U.S. Prescribing Information (PI).
Ipsen possiede i diritti esclusivi per la commercializzazione di cabozantinib fuori dagli Stati Uniti e dal Giappone. Cabozantinib è commercializzato da Exelixis, Inc. negli Stati Uniti e da Takeda Pharmaceutical Company Limited in Giappone.
Cabozantinib non è indicato per il trattamento del DTC.
Ipsen
Ipsen è un’azienda biofarmaceutica globale di medie dimensioni, focalizzata sullo sviluppo di soluzioni innovative in oncologia, malattie rare e neuroscienze. È presente anche nel settore Consumer Healthcare. Con un fatturato di più di 2,5 miliardi di euro nel 2020, Ipsen commercializza più di 20 farmaci in oltre 110 Paesi con una presenza commerciale in oltre 30 Paesi. La Ricerca e Sviluppo di Ipsen è basata sull’utilizzo di piattaforme tecnologiche innovative e differenziate presenti all’interno dei maggiori centri biotecnologici e di life sciences (Paris-Saclay, Francia; Oxford, U.K.; Cambridge, U.S., Shangai, Cina). Il Gruppo impiega circa 5.700 dipendenti a livello globale. Ipsen è quotata in borsa a Parigi (Euronext: IPN) e negli Stati Uniti attraverso uno Sponsored Level I American Depositary Receipt program (ADR: IPSEY). Per maggiori informazioni www.ipsen.com.
Bibliografia
- Brose M. et al. ASCO 2021. Cabozantinib versus placebo in patients with radioiodine-refractory differentiated thyroid cancer who have progressed after prior VEGFR-targeted therapy: results from the phase 3 COSMIC-311 trial. Abstract #6001
- net. ASCO Answers: Thyroid Cancer Fact Sheet. Last accessed: May 2021. Available from: https://www.cancer.net/sites/cancer.net/files/asco_answers_thyroid.pdf.
- Pacini F, et al. Radioactive iodine-refractory differentiated thyroid cancer: unmet needs and future directions. Expert Rev Endocrinol Metab. 7:541–554.
- Durante C, et al. Long-term outcome of 444 patients with distant metastases from papillary and follicular thyroid carcinoma: benefits and limits of radioiodine therapy. J Clin Endocrinol Metab. 91:2892–2899.
- H et al. Global cancer statistics 2020: GLOBOCAN estimates of incidence and mortality worldwide for 36 cancers in 185 countries. CA: A Cancer Journal For Clinicians. doi: 10.3322/caac.21660.
- Net. ASCO. Thyroid Cancer: Introduction. Last accessed: May 2021. Available from: https://www.cancer.net/cancer-types/thyroid-cancer/introduction
- Chen D. et al. Innovative analysis of distant metastasis in differentiated thyroid cancer. Oncol Lett 19: 1985-1992, 2020. doi: 10.3892/ol.2020.11304.
- Worden F. Treatment strategies for radioactive iodine-refractory differentiated thyroid cancer. Ther Adv Med Oncol. 6:267–279. doi: 10.1177/1758834014548188.