Il figlinese Pietro Isolan scommette su Cuborto, piccolo orto urbano in vendita online, per far riscoprire alle persone il piacere di coltivare
Si chiama CubOrto ed è un piccolo orto urbano molto speciale in vendita on line, che consente a tutti, ma veramente a tutti, anche a chi non ha il pollice verde, di coltivare la verdura in città, risolvendo il problema dello spazio, del tempo e delle competenze necessarie. È un orto sinergico, una tecnica che permette di gestire l’orto senza smuovere il terreno, per consentire alla natura di attivare i meccanismi di autofertilità, facendo crescere le piantine in modo naturale, salutare e rispettoso dell’ambiente. Sì, perché CubOrto permette di coltivare risparmiando acqua ed è un oggetto green, realizzato con materiale 100% di recupero. Arriva a casa con tutto l’occorrente per iniziare la propria avventura di coltivatore, compreso l’abbonamento di un anno alla community di CubOrto, in cui un esperto segue passo dopo passo tutti, rispondendo ai quesiti e dando consigli. È possibile scegliere tra tre diverse misure: 90x40x40 cm; 120x40x40 e 120x100x75. In vendita anche un kit per la coltivazione indoor, pensato per chi non ha spazi esterni e vuole tenere il cubOrto in appartamento. Nella confezione non sono presenti i semi e le piantine per lasciare ad ogni persona la libertà di scegliere cosa coltivare.
Dietro a questo progetto c’è l’agronomo figlinese Pietro Isolan, contadino agricolo digitale, che fa parte di un team di 5 giovani professionisti provenienti da diverse parti d’Italia e da esperienze lavorative altrettanto differenti, che si sono incontrati in rete, durante il primo lockdown in una community dove si sono confrontati sul futuro dell’agricoltura, hanno elaborato un’idea che li ha portati a vincere il contest nazionale, a fare la startup ReFarm e a testare sul mercato un primo prototipo di CubOrto. Insieme a Pietro fanno parte del team Luca Oliviero, ingegnere di Milano, l’anima commerciale del gruppo; l’imprenditore ferrarese Luca Buriani, che si occupa della logistica e dei materiali, Denni Albiani, informatico e comunicatore digitale di Arezzo. E ad essi si è unito di recente Alessandro Corina, designer grossetano. Insieme hanno creato Cuborto design.
“Il senso di questo nostro progetto – afferma Pietro Isolan – è quello di riportare le persone a scoprire il piacere di coltivare il cibo che consumano. Generazione dopo generazione ci siamo allontanati dalla terra, perdendo qualcosa rispetto ai nostri antenati. Non conosciamo i ritmi biologici, ignoriamo la potenza e la magia dei meccanismi della natura. Cuborto nasce dall’esigenza di riconnettersi in modo profondo con essa, dando a tutti, anche a chi vive in città, la possibilità di fare questa esperienza rigenerante.”
Pietro Isolan è l’agronomo esperto del gruppo ReFarm, è colui che nella community di Cuborto offre assistenza alle persone che si trovano ad affrontare la loro prima coltivazione. E lui di esperienza ne ha molta: originario di Verona, si è trasferito nel 1986 con la famiglia in provincia di Firenze dove è stato per 25 anni tecnico aziendale di un’impresa viti olivicola di 200 ettari. Dal 2011 sviluppa progetti di divulgazione e formazione in agricoltura ecologica. Questo lo ha portato a partecipare, con l’associazione Veraterra, a progetti di cooperazione internazionale in Europa, Africa e Sud America, e con il progetto RuralAcademy a partecipare alla progettazione e realizzazione di spazi agricolo educativi in alcune importanti scuole di Firenze e in diverse realtà d’Europa, creando una rete di aziende agricole in cui svolgere attività di turismo ed educazione rurale. Pubblica costantemente contenuti divulgativi sui temi dell’agricoltura ecologica, è vicepresidente di AIPEC, Associazione Italiana Imprenditori per una Economia di Comunione.
“Cuborto ci consente di portare l’agricoltura ovunque senza barriere. – conclude Pietro Isolan – La speciale stratificazione del suolo che abbiamo studiato aumenta la fertilità del terreno e riduce di 2/3 l’uso dell’acqua”.