Conclusa la negoziazione dei salari minimi in Giappone: +1,78% l’aumento medio secondo la Confederazione sindacale giapponese (Rengo)
Secondo quanto reso noto dalla Confederazione sindacale giapponese (Rengo), la più importante organizzazione di categoria del paese, è stato raggiunto un accordo nel tavolo negoziale annuale, noto come ‘Shunto’, con la confindustria e i delegati del governo per un aumento medio dei salari minimi dell’1,78%, pari a un totale annuo di 5,180 yen (39 euro) a dipendente.
L’aumento ridotto dei salari minimi rispetto a quello degli ultimi anni come spiega la Dire (www.dire.it) è dovuto alle precarie condizioni economiche in cui versano svariati settori dell’industria nazionale a causa della pandemia e del conseguente calo della domanda interna ed estera.
RECORD DI ENTRATE FISCALI NEL 2020 A CAUSA DELL’AUMENTO DELLE IMPOSTE
Secondo i dati diffusi dal ministero delle Finanze (MOF), le entrate fiscali in Giappone nell’anno fiscale 2020, concluso a marzo 2021, sono state pari a 60.821,6 miliardi di yen (circa 464 miliardi di euro), segnando il record nell’ultimo triennio.
Il dato, secondo il ministero, è attribuibile all’aumento dell’aliquota dell’imposta sui consumi dall’ 8% al 10% a ottobre 2019, che ha portato ad un aumento delle entrate fiscali dai consumi di oltre 2.600 miliardi di yen (pari a circa 20 miliardi di euro).
Anche le entrate provenienti dalle imposte sul reddito sono aumentate di 19 miliardi di yen (145 milioni di euro) a 19.189,8 miliardi di yen (145 miliardi di euro).
DA HACHIJUNI BANK 1,5 TRILIONI DI YEN A PROGETTI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Secondo quanto dichiarato dal presidente Masaki Matsushita, l’istituto di credito regionale giapponese Hachijuni Bank, punto di riferimento nella regione di Nagano, nel nord del Paese, ha deciso di allargare la sua posizione al settore della cosiddetta “finanza sostenibile”. Avviati quindi investimenti e garantiti piani di finanziamento per oltre 1,5 trilioni di yen in progetti di sostenibilità ambientale e decarbonizzazione entro l’anno fiscale 2030.
LA BANCA CENTRALE RIVEDE AL RIBASSO OUTLOOK SU CHUGOKU E SHIKOKU
La Banca del Giappone (BOJ), nel suo rapporto trimestrale, ha declassato l’outlook sulle regioni di Chugoku e Shikoku, entrambe nel Giappone occidentale, a causa del progressivo calo dei consumi dovuto alla contrazione del mercato interno delle due economie locali.
Allo stesso tempo, la banca centrale ha rivisto in rialzo le prospettive sulle economie del Kinki e di Hokuriku, sulla scia della ripresa delle esportazioni dei componenti per l’industria elettronica, che costituisce il cuore industriale di entrambe le regioni. Restano invariate le prospettive per le restanti economie locali.