Ecco le terne di finalisti per il Premio giornalistico internazionale Luchetta: Alberto Matano presiede la 18esima edizione del concorso, che si terrà dal 15 al 17 ottobre a Trieste
“Abbiamo tutti dovuto reinventare il nostro lavoro di giornalisti in un anno nel quale spostarsi per testimoniare personalmente gli eventi era diventato proibitivo. Ancora una volta, però, il Premio Luchetta si conferma presidio di verità, un osservatorio capace di riconoscere il valore dei colleghi che spesso rischiano la vita per informarci su quanto accade nel mondo”. Così il presidente di giuria del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, Alberto Matano, annunciando in una nota le terne dei finalisti della 18esima edizione.
Premio nato nel 2004 su iniziativa della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin e della Rai per ricordare, raccontando le condizioni dell’infanzia nel mondo, la troupe della Rai di Trieste -Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo-, uccisa da una granata a Mostar (Bosnia-Erzegovina) nel 1994, e l’operatore triestino Miran Hrovatin assassinato poche settimane più tardi assieme a Ilaria Alpi a Mogadiscio (Somalia).
I finalisti dell’edizione 2021, che andrà in scena dal 15 al 17 ottobre a Trieste, sono, per la categoria ‘Tv news’, Vincenzo Guerrizio (Tg1-Tv7) con il servizio sul fenomeno delle risse giovanili a Roma nel post-lockdown; Stephanie Perez (France2), che ha esplorato i campi di detenzione Isis in Siria; Giammarco Sicuro (Tg2 Storie) che ha raccontato l’accampamento dei bambini a Matamoros, a pochi metri dal confine con gli Stati Uniti.
Per la categoria ‘Stampa italiana’ in gara vi sono Alessandra Muglia (Corriere della sera) con il reportage sul futuro rubato alle ragazze e ai ragazzi vittima della violenza oscurantista di Boko Haram; Elena Testi (L’Espresso) con il racconto-denuncia sui reparti di neuropsichiatria infantile e sui giovani che hanno patito le chiusure prolungate; Luca Attanasio (Domani) con l’inchiesta sullo sfruttamento di oltre 40mila bambini del Congo.
Nella sezione ‘Reportage’ dedicata a Ota, i tre finalisti sono Fateh Al-Rahman Al-Hamdani (Bbc World-Bbc Arabic)con l’indagine sugli abusi nelle scuole islamiche in Sudan; Suzanne Allant (Arte Tv) sulla condizione dei bambini nell’area di Idlib, Siria nord-occidentale, controllata dalle forze del regime di Assad e da quelle russe; Emanuela Zuccalà (Open Ddb)con il reportage sulle mutilazioni genitali femminili in Liberia.
Tre grandi testate si contendono il premio per la ‘Stampa internazionale’ dedicata a D’Angelo: Ruth Maclean (The New York Times) sui rapimenti in massa di ragazze e ragazzi nei collegi della Nigeria nord-occidentale; José Ignacio Martínez Rodríguez (El Pais) sul traffico di minori in Ghana; Céline Martelet (L’Orient Le Jour) sui neonati abbandonati nelle strade.
Infine, spiega la Dire (www.dire.it), nella sezione ‘Foto’ intitolata a Hrovatin, la terna finalista vede Alessio Mamo (The Guardian) con la ‘via crucis’ della piccola Saman; Alessandro Penso (La Croix) con l’abbraccio tra madre e bambino, sbarcati sulla spiaggia di Kayia; e Stefano Schirato (Mind), con gli scatti dal cimitero di Kalpalli in India.