Correnti oceaniche nel Nord Atlantico la chiave per il clima


correnti oceaniche del Nord Atlantico

Predire i cambiamenti climatici è diventato un tema di grande attualità. Non si tratta solo più di una sfida scientifica volta a produrre previsioni del clima più accurate, ma è anche diventata una sfida a livello politico ed economico ad affrontare ed adattarsi ai cambiamenti già in corso.

Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), e dal dipartimento di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino ha dimostrato che le correnti oceaniche nel Nord Atlantico sono strettamente collegate ai cambiamenti climatici futuri sull’Europa.

I ricercatori hanno analizzato 30 modelli climatici di ultima generazione che producono previsioni di clima futuro per il report IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change), e hanno trovato che tra questi modelli c’è grande incertezza su quanto diminuirà la velocità delle correnti oceaniche nel Nord Atlantico: la stima va da un minimo di circa il 18% rispetto alla media del periodo pre-industriale, fino ad un declino molto più drastico, di circa il 74%. Inoltre i ricercatori hanno trovato che le variazioni climatiche future sull’Europa dipendono fortemente da quanto queste correnti si indeboliranno.

“Nei modelli in cui la diminuzione delle correnti del Nord Atlantico è minore, il riscaldamento previsto in Europa è maggiore. Ciò comporta anche un aumento maggiore delle piogge sul Nord Europa. Invece, nei modelli in cui le correnti del Nord Atlantico diminuiscono maggiormente, la temperatura e le piogge aumentano di meno, ma la corrente a getto si sposta verso nord modificando così il percorso tipico delle perturbazioni cicloniche durante l’inverno sull’Europa” – spiega Katinka Bellomo, che ha guidato lo studio.

In generale, la causa principale delle incertezze sulle previsioni climatiche è la rappresentazione semplificata, che varia da modello a modello, dei complessi fenomeni fisico-chimici del sistema Terra. Tuttavia, non si sa con precisione quali di questi fenomeni siano responsabili nel causare le incertezze. Il team invece ha dimostrato che la maggior parte delle discordanze tra i modelli nel predire il cambiamento climatico sull’Europa è collegato alle correnti oceaniche nel Nord Atlantico.

“Questo significa che se fossimo in grado di dire con precisione come le correnti oceaniche cambiano quando sono forzate dalle emissioni di gas serra, allora potremmo drasticamente ridurre l’incertezza nelle previsioni climatiche per l’Europa. Grazie alle campagne di osservazioni che vengono svolte attualmente nel Nord Atlantico, ora siamo in grado di capire meglio la dinamica degli oceani. Quindi è importante continuare in questa direzione visto che sembra molto possibile che a breve saremo in grado di produrre modelli molto più precisi.” – aggiunge Katinka.

La ricerca – a cui hanno partecipato anche Susanna Corti del Cnr-Isac, Michela Angeloni del Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna e Cnr-Isac, e Jost von Hardenberg del Dipartimento di ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture del Politecnico di Torino – è stata finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito dei progetti Horizon 2020 TiPES e CRESCENDO al Cnr-Isac, ed è stata pubblicata su Nature Communications. Un’intervista in inglese con l’autrice Katinka Bellomo è disponibile su questo podcast.

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