In un anno -4mila aziende guidate da donne


Nel 2020 con la crisi economica causata dalla pandemia tracollo delle aziende guidate da donne: meno 4.000, bene solo le imprenditrici under 35

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“Le donne hanno pagato a caro prezzo la pandemia molto più degli uomini. Nel 2020 l’imprenditoria femminile ha subito una battuta d’arresto con 4mila aziende in meno rispetto all’anno precedente. Le regioni più colpite dalla crisi sono state quelle settentrionali. I settori più danneggiati il turismo, il comparto della cultura, la ristorazione, l’intrattenimento e la moda. Soltanto la filiera dei media e della comunicazione ha registrato dati positivi.

Questa inesorabile fotografia mette in evidenza alcuni punti di debolezza che già esistevano prima della pandemia e che si sono acuiti negli ultimi mesi: il calo della domanda e della liquidità e il gap tecnologico che è molto più presente tra le lavoratrici rispetto ai colleghi uomini”. Questo il quadro tracciato da Tiziana Pompei, vice segretaria generale di Unioncamere, in occasione della tavola rotonda ‘Pandemia, imprese femminili e gender gap. L’export come leva di empowerment’, promossa da Ups Italia in collaborazione con W20, uno degli Engagement Group ufficiali del G20.

Il 2020 ha, dunque, segnalato una flessione significativa dell’imprenditoria femminile che però, sostiene Pompei, “ha visto anche una ripartenza prodotta soprattutto dalle imprenditrici under 35. Non è un caso che nel primo trimestre del 2021 siano cresciute dell’8% le imprese al femminile guidate da giovani donne. Le lavoratrici più giovani hanno reagito meglio alla crisi pandemica, questo deriva anche dalle maggiori competenze di cui dispongono dal punto di vista tecnologico e dagli investimenti compiuti in materia di esportazioni. Bisogna quindi ripartire dall’export e dal digitale. Non è ammissibile che soltanto il 9% delle imprese femminili dia priorità all’export contro il 13% delle aziende guidate da uomini”.

“Formazione, supporto, attenzione al tema dell’occupazione, conciliazione tra lavoro e famiglia e misure che assicurino una trasformazione duratura del business”. Queste, spiega la Dire (www.dire.it), le richieste avanzate dalle imprenditrici secondo le indagini realizzate da Unioncamere. A margine dell’evento è intervenuta anche Annamaria Tartaglia, coordinatrice di W20: “La nostra organizzazione insieme a Ups Italia sta dando un contributo importante ai tavoli del G20. Abbiamo messo in piedi dei sottogruppi dedicati al lavoro femminile e agli effetti prodotti dalla pandemia sull’imprenditoria. Il nostro obiettivo- ha concluso- è quello di monitorare costantemente la situazione, analizzando tutti i settori in cui l’impresa femminile è presente, proponendo così le politiche necessarie per superare la crisi”.