Infezioni ospedaliere da batteri GRAM-: cefiderocol rimborsabile


Infezioni ospedaliere da batteri GRAM negaytivi: Aifa ha dato l’ok alla rimborsabilità per cefiderocol, cefalosporina siderofora di ultima generazione

Infezioni ospedaliere da batteri GRAM negaytivi: Aifa ha dato l'ok alla rimborsabilità per cefiderocol, cefalosporina siderofora di ultima generazione

Aifa ha dato l’ok alla rimborsabilità per cefiderocol, cefalosporina siderofora di ultima generazione, prima nella sua classe, in grado di dare copertura contro tutti i patogeni Gram-negativi considerati di priorità critica dall’OMS – Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi, Pseudomonas aeruginosa ed Enterobacterales.

Il nuovo antibiotico è indicato per il trattamento delle infezioni dovute a batteri Gram-negativi aerobi negli adulti (dai 18 anni in su) con opzioni di trattamento limitate e utilizza un meccanismo di ingresso cellulare unico che, come un “cavallo di Troia”, è in grado di bypassare le principali barriere di resistenza sviluppate dai batteri verso gli antibiotici convenzionali.

L’approvazione per la rimborsabilità si è basata su un pacchetto di dati non clinici, compreso il pacchetto di dati PK/PD, e sui dati di tre studi clinici – APEKS-cUTI, APEKS-NP e CREDIBLE-CR – su infezioni complicate del tratto urinario (cUTI), polmonite di origine ospedaliera (HAP) e quella associata a ventilatore (VAP), causate da patogeni Gram-negativi resistenti ai carbapenemi.

“L’emergenza COVID ha messo a dura prova le strutture ospedaliere in Italia, limitando fortemente le pratiche di controllo delle infezioni e di stewardship antimicrobica, peggiorando ulteriormente il quadro già critico delle resistenze batteriche. Mai come in questo momento è quindi di fondamentale importanza poter disporre di antibiotici di nuova generazione, terapie di precisione che possono essere utilizzate in ospedale in modo specifico e mirato per agire su particolari ceppi resistenti e quindi più efficaci nel ridurre decessi e complicanze” – commenta il Prof. Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive presso l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. – “Il quadro complessivo delle evidenze cliniche, di farmacologia e microbiologia disponibili oggi su cefiderocol – insieme all’esperienza che molti Ospedali in Italia hanno già maturato su questo farmaco grazie ad un programma di uso terapeutico anticipato e gratuito messo a disposizione dall’Azienda prima del rimborso – posizionano questo antibiotico come un’importante opzione terapeutica nelle infezioni ospedaliere in pazienti critici dovute a patogeni difficili da trattare come CRE, CRPA e CRAB. Il suo impiego appropriato e tempestivo può contribuire a ridurre la mortalità e il carico assistenziale, e renderlo disponibile anche ai pazienti italiani significa fare un passo avanti significativo”.

I dati degli studi di sorveglianza multinazionali su cefiderocol hanno dimostrato una potente attività in vitro contro un ampio spettro di patogeni Gram-negativi aerobi, compresi tutti e tre i patogeni considerati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di ‘priorità critica’, nonché contro altri patogeni difficili da trattare, tra cui Stenotrophomonas maltophilia. Cefiderocol ha anche dimostrato un’attività in vitro contro alcuni batteri che contengono enzimi resistenti molto problematici come ESBL, AmpC, serina e metallo-carbapenemasi.

La resistenza antimicrobica (AMR) è un importante onere sanitario che deve essere affrontato con urgenza ed è tra le dieci minacce più gravi alla salute mondiale che, senza misure di contrasto adeguate, si stima provocherà circa 10 milioni di morti entro il 2050. L’AMR è un fenomeno in continua crescita che causa circa 25.000 morti all’anno nell’Unione Europea e con un impatto significativo anche nel nostro Paese: in Italia, le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti costano la vita a 10mila persone ogni anno, posizionandoci ai primi posti in Europa per numero di decessi.

Infezioni da batteri Gram-negativi resistenti
La crescente resistenza alle terapie esistenti da parte di molte infezioni causate da batteri Gram-negativi, tra cui gli Enterobacterales resistenti ai carbapenemi e le specie non fermentanti come P. aeruginosa, A. baumannii e S. maltophilia, rende difficile il trattamento e provoca alti tassi di mortalità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato i ceppi di Enterobacterales, P. aeruginosa e A. baumannii resistenti ai carbapenemi come la massima priorità nella ricerca e nello sviluppo di nuovi antibiotici. Cefiderocol è il primo antibiotico che affronta tutti e tre i principali meccanismi di resistenza ai carbapenemi ed è una nuova importante opzione di trattamento per affrontare questo bisogno insoddisfatto urgente.

Come conseguenza del COVID-19, alcuni pazienti con polmonite virale sotto ventilazione possono sviluppare infezioni batteriche Gram-negative secondarie resistenti ai carbapenemi. Allo stesso modo, nei pazienti con polmonite nosocomiale con infezioni Gram-negative resistenti ai carbapenemi, cefiderocol può essere considerato come opzione di trattamento.

Cefiderocol
Cefiderocol è un antibiotico cefalosporinico sideroforo con un nuovo meccanismo di penetrazione della membrana cellulare esterna dei patogeni Gram-negativi. Oltre a entrare nelle cellule per diffusione passiva attraverso i canali della porina, cefiderocol si lega al ferro ferrico e viene trasportato attivamente attraverso la membrana esterna nelle cellule batteriche tramite i trasportatori del ferro, evitando la perdita della porina o la resistenza basata sull’efflusso. La perdita della porina limita l’afflusso del farmaco nel periplasma, aumentando così la resistenza agli antibiotici.  Inoltre, l’efflusso dei farmaci è una funzione chiave dei batteri Gram-negativi, permettendo ai microrganismi di rimuovere sostanze come gli agenti antibatterici per regolare il loro ambiente interno.

Questi meccanismi permettono a cefiderocol di raggiungere concentrazioni più elevate nello spazio periplasmatico dove può legarsi alle proteine leganti la penicillina (PBP) e inibire la sintesi della parete cellulare all’interno delle cellule batteriche. Il farmaco è da considerarsi battericida piuttosto che batteriostatico.