Smascherate: le mascherine diventano ecosostenibili


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Nell’ambito della call FISR 2020 – COVID- prima fase è stato finanziato il progetto “SMascherATe” che mira allo sviluppo di mascherine antidroplet in plastica sostenibile ottenuta dagli scarti del latte.

Allo stato attuale le mascherine antidroplet sono realizzate a partire da materiali plastici provenienti da sorgenti non sostenibili e non rinnovabili. Il progetto SMascherATe affronterà il problema dell’impatto ambientale delle mascherine con un approccio sostenibile. Saranno realizzati strati filtranti per maschere facciali a partire da scarti provenienti da prodotti a base di latte e suoi derivati. Tali materiali, oltre ad essere di origine naturale, risultano biodegradabili. In questo modo il progetto SMascherATe si pone di risolvere sia il problema della non sostenibilità della materia prima che quello della non biodegradabilità delle attuali mascherine antidroplets.

Per realizzare il progetto saranno applicate le competenze di tre unità di ricerca, afferenti rispettivamente all’Università degli Studi Catania, all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ed al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismn), coordinate dalla Prof. Emanuela Gatto dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Il gruppo Cnr-Ismn, costituito da esperti di materiali ed indagini diagnostiche coordinato dalla dott.ssa Gabriella Di Carlo affiancata dalla dott.ssa Elena Messina, dott.ssa Cristina Riccucci e dott.ssa Marianna Pascucci, si occuperà della caratterizzazione del nuovo materiale che sarà utilizzato per la produzione delle mascherine. Le proprietà e la qualità del materiale saranno studiate dal punto di vista chimico, morfologico e strutturale.

“L’impatto ambientale delle mascherine sanitarie realizzate finora è altissimo, sia produrle che smaltirle è un problema enorme che va affrontato nell’immediato – queste le parole della dott.ssa Gabriella Di Carlo – Studi recenti stimano che ne utilizziamo 129 miliardi a livello globale ogni mese, ovvero 3 milioni al minuto, si tratta di un presidio che manterrà la sua utilità anche al di là della pandemia in corso.  Il nostro progetto, la cui prima fase verrà portata a termine in sei mesi, è un impegno di carattere ambientale e sociale, per far sì che le nuove mascherine ecologiche sostituiscano quelle utilizzate finora nel rispetto del nostro eco sistema e di noi stessi”.

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