Presentato il Rapporto “Reti di Inserimento Lavorativo” che Euricse ha redatto nell’ambito dell’accordo quadro con la Provincia autonoma di Trento
Sempre più le cooperative sociali di inserimento lavorativo hanno la necessità e la volontà di consolidarsi e crescere al fine di potenziare quantitativamente e qualitativamente l’attività. In particolare hanno spesso bisogno di stabilizzare e consolidare le relazioni con imprese private, ancora caratterizzate da occasionalità e basso valore aggiunto e scarso o nullo coinvolgimento delle stesse imprese nel perseguimento dell’obiettivo sociale dell’inserimento lavorativo. Come dimostra lo studio sul contratto di rete, oggetto del Rapporto “Reti di Inserimento Lavorativo” che Euricse ha redatto nell’ambito dell’accordo quadro con la Provincia autonoma di Trento, esso può costituire un interessante strumento per rafforzare l’attività di queste cooperative e stabilizzare le relazioni con le imprese.
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La ricerca è partita da un’indagine che ha studiato innanzitutto i rapporti tra cooperative sociali e imprese convenzionali ed ha poi letto al contratto di rete in termini più generali includendo anche i contratti tra sole cooperative sociali, che al momento rimangono la maggioranza. In effetti lo studio della possibile declinazione di contratti di rete tra cooperative sociali di inserimento lavorativo e imprese evidenzia come questo innovativo strumento sia di particolare interesse si per rafforzare le relazioni commerciali che per condividere gli obiettivi di inserimento nel lavoro. Tuttavia stando ai numeri emersi nell’indagine, risulta che le potenzialità del contratto di rete siano ancora poco sfruttato.
Sono infatti solo 27 i contratti di rete stipulati tra sole cooperative sociali, di cui 23 menzionano espressamente tra le finalità anche l’inserimento lavorativo. 7 invece sono i contratti stipulati tra coop sociali e imprese, di cui 4 con oggetto esplicito l’inserimento lavorativo. Sul numero delle aderenti alla rete si va tipicamente da 10 a 20 imprese, con pochi casi di stipula tra soli 2-3 partner La maggior parte dei contratti di rete stipulati sono molto recenti (la quasi totalità stipulati negli ultimi 5 anni) ma con durata prospettata superiore ai 10 anni e con possibilità di proroga.
L’analisi giuridica del contratto di rete porta invece a rilevare come esso sia particolarmente flessibile ed effettivamente in gradi di contribuire in vario modo allo sviluppo di settore. Chiara Ferrari, docente a contratto presso l’Università degli Studi di Trento osserva che “Il contratto di rete si dimostra perfettamente compatibile con la filosofia e la mission che caratterizza le cooperative sociali e si presta ad un ampio spettro di utilizzi in questo contesto, potendo realizzare forme di collaborazione strategica tra sole cooperative sociali o tra cooperative sociali e imprese convenzionali, sia in chiave di stabilizzazione di rapporti pregressi, che di sperimentazione di nuove partnership, con una maggiore vocazione al mercato, oppure con finalità di erogazione di servizi strumentali ai partecipanti, o ancora per creare opportunità di lavoro per le persone svantaggiate e diversificare i percorsi di inserimento lavorativo presso i partner”.
Anche dal punto di vista giuslavoristico – ha spiegato Michele Mazzetti, PhD in Studi Internazionali presso la Scuola di Studi Internazionali dell’Università degli Studi di Trento – il contratto di rete è uno strumento duttile in grado di consentire alle imprese e alle cooperative che vogliano ricorrervi un’ampia gamma di benefici, non ultima la gestione condivisa del personale attraverso il distacco agevolato infra-rete e la codatorialità, ovvero la possibilità, in capo a due o più imprenditori appartenenti ad una rete di imprese, di utilizzare, in forma cumulativa e promiscua, la prestazione di uno o più lavoratori, condividendo il potere direttivo, secondo le forme stabilite nel contratto di rete e in funzione del relativo programma”.
A confermare i vantaggi, anche economici, che i rapporti di rete possono avere per cooperative sociali e imprese è Sara Depedri ricercatrice Senior Euricse “Superare la logica meramente contrattuale e commerciale nei rapporti tra le imprese per abbracciare quella della condivisione di obiettivi e funzioni produttive rappresenta una grande opportunità per le imprese partecipanti e per l’economia. Quando al centro di tale azione si pongono anche obiettivi sociali ed occupazionali condivisi, il valore sociale della strutturazione di una relazione integrata ed istituzionalizzata dalla sottoscrizione di un contratto di rete aumenta ulteriormente”.
Nelle conclusioni Carlo Borzaga, presidente Euricse e professore Senior presso l’Università degli Studi di Trento ha spiegato che “L’alternativa offerta dalla disciplina dei contratti di rete può effettivamente contribuire sia ad ampliare e qualificare l’attività produttiva delle cooperative, aumentare il numero di inserimenti e favorire la crescita professionale e, almeno in alcuni casi, le retribuzioni dei lavoratori e, nel tempo, a offrire alle imprese convenzionali una occasione concreta per divenire socialmente responsabili”.