Long Covid: un problema sempre più diffuso e poco argomentato. Primi segnali di terapie con risvolti positivi da diverse strutture ospedaliere italiane
Il Long Covid potrebbe essere molto più frequente di quanto si pensi. In pochi si soffermano sul grande problema rappresentato dalla
sindrome post covid. Il virus spesso lascia segni importanti sul nostro corpo, e chi guarisce va incontro a problematiche di diversa natura: stanchezza cronica, respiro corto, tosse secca, mal di testa, difficoltà cognitive. Sulla durata e risoluzione di questa sindrome, ormai riconosciuta come condizione altamente debilitante, non si hanno ancora grandi risposte: per questo è sempre importante sottolineare che contrarre il Covid, anche in forma non grave, significa comunque esporsi a rischi di lungo termine ancora non ben codificati dalla comunità scientifica. Si attendono delle linee guida e maggiori strumenti per assistere al meglio questi pazienti.
Evidenze scientifiche
Ad aprile del 2020, un team di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, sotto la guida del Professor Gaetano Santulli, ha per primo, correlato il Covid-19 alla disfunzione endoteliale. La review “Vitamin C and cardiovascular disease: an update” di Santulli, pubblicata sulla prestigiosa rivista “Antioxidants”, ha confermato i potenziali effetti benefici e le proprietà antiossidanti della Vitamina C in una serie di condizioni patologiche quali i disturbi cardiaci e vascolari, e quanto la Vitamina C sia l’alleato perfetto per l’associazione alla L-arginina.
Infatti, sia la Vitamina C che la L-arginina sono necessarie per la sintesi di ossido nitrico.
Nella review Santulli descrive la Vitamina C liposomiale come il miglior metodo di somministrazione di Vitamina C, in quanto ha una biodisponibilità migliore rispetto alla Vitamina C tradizionale, evitando i rischi associati alla somministrazione endovenosa. Inoltre, la Vitamina C liposomiale aumenta la concentrazione di Vitamina C nel sangue quasi raddoppiando la concentrazione ottenibile tramite la forma tradizionale (non liposomiale). Pertanto, afferma Santulli nelle conclusioni, dal momento che, sia la Vitamina C che la L-arginina sono note per migliorare la funzione endoteliale e ridurre la permeabilità vascolare durante le malattie infettive, è possibile ipotizzare che la loro associazione possa essere sinergica nell’affrontare le malattie infettive. Poiché il COVID-19 sta causando endoteliopatia, l’associazione tra L-arginina orale e Vitamina C liposomiale (Bioarginina®C, 2 flaconcini/die) potrebbe essere efficace per il COVID-19 ed altri disturbi infettivi.
Per intervenire sul Long Covid servono dati dalle terapie intensive
Primi segnali di terapie con risvolti positivi arrivano da diverse strutture ospedaliere italiane. L’Ospedale Cotugno di Napoli ed in particolare il reparto di terapia intensiva e sub intensiva diretto dal Professor Giuseppe Fiorentino, Primario di Pneumologia, è stato il primo ospedale italiano a valutare positivamente l’impiego di L-Arginina nei pazienti ricoverati per patologia da COVID-19.
Come dichiarato dallo stesso Professor Fiorentino, la supplementazione di 2 flaconcini/die di L-arginina (Bioarginina®, 1,66g x 2), in aggiunta alla terapia adottata dall’Ospedale, ha evidenziato un recupero più rapido della funzionalità respiratoria ed una precoce negativizzazione dei pazienti.
A fronte di questi risultati e con l’obiettivo di sistematizzare e condividere queste osservazioni con la Comunità Scientifica, l’Ospedale Cotugno ha avviato uno studio clinico randomizzato, a gruppi paralleli, controllato, in doppio cieco verso placebo, per valutare come l’aggiunta alla terapia standard di due flaconcini al giorno di L-Arginina per via orale, sia utile per produrre un miglioramento della prognosi nei pazienti affetti da COVID19.
Il protocollo dello studio attualmente in atto prevede che dei 300 pazienti ospedalizzati per infezione da Covid-19 con positività del test molecolare, 150 saranno trattati con Bioarginina® (L-Arginina 1,66g x2) e 150 con Placebo.
Da aprile dello scorso anno, è stato attivato presso il presidio Columbus della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma un ‘Day Hospital Post Covid’. Come indica il Dottor Matteo Tosato, geriatra responsabile dell’unità ospedaliera di day hospital post covid del Gemelli, un adeguato programma di riabilitazione personalizzata (respiratoria e motoria), l’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi, associati a un corretto stile di vita, rappresentano l’approccio principale alla Sindrome post-Covid.
Anche presso questa struttura si è valutato positivamente l’impiego di L-arginina e Vitamina C liposomiale nei pazienti con sindrome post-covid. L’efficacia dell’impiego di questa associazione amminoacidica e vitaminica, ha portato ad una sperimentazione clinica dove vengono valutati i principali parametri del post-covid mediante una serie di test oggettivi e soggettivi. In particolare, oltre al six minute walking test (6MWT), il test della sedia e di esauribilità, che consentono di valutare la capacità di svolgere le normali attività quotidiane o, al contrario, il grado di limitazioni funzionali del soggetto, vengono effettuate anche valutazioni oggettive dei valori sanguigni, quali l’attività dei monociti e la presenza di acidi grassi per un periodo di 30 giorni.
Lo studio si basa sui risultati ottenuti da una precedente esperienza empirica del team del Dottor Tosato con L-arginina e Vitamina C liposomiale, dove era stato appunto osservato un miglioramento nella sintomatologia generale post-covid dopo 30 giorni di terapia.
Altri ospedali hanno intrapreso il medesimo percorso, mossi anche dalle evidenze scientifiche che dallo scorso anno supportano i benefici della supplementazione di L-Arginina e Vitamina C liposomiale nei pazienti covid.
L’esperienza dell’IRCCS San Raffaele di Roma
Presso l’IRCCS San Raffaele di Roma nel reparto di medicina Covid diretto dal Dottor Giuseppe Marazzi, si è valutato positivamente l’impiego di L-Arginina e Vitamina C liposomiale (Bioarginina®C) nei pazienti con sindrome post-Covid e sono in corso ulteriori studi
L’esperienza dell’Ospedale di Codogno
Anche presso l’ospedale di Codogno di Lodi, dove il 21 febbraio è stato scoperto il paziente 1, il Dottor Francesco Tursi, responsabile del reparto di pneumologia dell’ospedale, seguendo le esperienze cliniche di utilizzo di L-Arginina sui pazienti covid e post covid del Cotugno di Napoli e dell’ IRCCS San Raffaele di Roma, segnala come la sintomatologia post-covid necessiti di un approccio terapeutico mirato e come, dato il razionale scientifico, lui stesso abbia valutato positivamente su sé stesso l’adozione di L-arginina e Vitamina C liposomiale nella sindrome post-covid.
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