Terre degli Uffizi: nel borgo natale del pittore Andrea del Castagno è in mostra il ritratto di Dante che egli dipinse a metà del Quattrocento
L’affresco staccato di Andrea del Castagno con il ritratto di Dante a figura più grande del naturale, ‘ringiovanito’ da un recentissimo restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e tra i protagonisti indiscussi della grande mostra di Forlì “La visione dell’Arte”, dedicata al Sommo Poeta nel Settecentenario dalla morte, torna nella sua Toscana. Lo fa con un evento speciale, doppiamente simbolico: la mostra ‘Dante e Andrea del Castagno tornano a San Godenzo’ promossa e organizzata dal Comune di San Godenzo, inserita nel programma espositivo ‘Terre degli Uffizi’, ideato e realizzato fa Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. È stata presentata questa mattina da Emanuele Piani, Sindaco di San Godenzo; Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi; Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze e Luca Santini, Presidente Parco Nazionale Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
La celebre effigie dell’Alighieri è infatti esposta nel territorio di San Godenzo, dove l’8 giugno 1302 Dante ed altri esuli fiorentini si riunirono in assemblea, nonché terra natale del pittore Andrea del Castagno (del quale ricorre il seicentenario, in questo caso della nascita). L’affresco è esposto a il Castagno d’Andrea, così chiamata proprio in onore dell’artista: ad accoglierlo sono gli spazi del Centro visite del Parco delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, dove resterà da domani al 23 agosto. Dante, sulla cui testa pendeva una condanna a morte, non tornò mai più a Firenze: l’assemblea di San Godenzo fu l’ultimo momento, in terra toscana, in cui accarezzò fugacemente (per poi abbandonarla) l’idea di rientrare nella sua città natale. Il capolavoro di Andrea del Castagno è uno dei più antichi ritratti – e senz’altro il più iconico – ad oggi pervenuti di Dante Alighieri, morto in esilio e riabilitato solo post mortem dalla madre patria. L’affresco era originariamente parte di un ciclo pittorico dedicato a uomini e donne illustri del passato che ornava la villa di Legnaia presso Firenze, appartenuta a Filippo Carducci, gonfaloniere di giustizia della Repubblica fiorentina. Il tema, ricorrente nella decorazione dei palazzi pubblici e di residenze patrizie fra XIV e XV secolo, celebrava l’ingegno e la virtù di uomini e donne famosi, eletti ad esempio per i posteri.
Il ciclo della villa di Legnaia, che inizia con le figure di Adamo ed Eva, comprende tre uomini fiorentini protagonisti della storia cittadina (Pippo Spano, Farinata degli Uberti, Niccolò Acciaiuoli), tre donne dell’antichità (la regina Tomiri, Ester, la Sibilla Cumana), tre poeti toscani (Dante, Petrarca, Boccaccio). Nella seconda metà del XV secolo la villa fu acquistata dai Pandolfini e gli affreschi vennero in seguito coperti da varie imbiancature, fino ad essere dimenticati. Ritrovati nel 1847, nel 1850 furono tolti dalla parete tramite la tecnica dello strappo per opera del restauratore Giovanni Rizzoli, allo scopo di essere venduti. Acquistati nel 1852 dallo Stato toscano, allora governato dai Lorena, fino ad oggi i nove personaggi illustri si trovavano agli Uffizi nei locali dell’ex chiesa di San Pier Scheraggio, normalmente non aperti ai visitatori. Le figure di Adamo ed Eva rimangono invece nella villa Carducci Pandolfini, oggi di proprietà statale.
“Con l’inaugurazione di questa mostra si presenta per San Godenzo una grandissima opportunità per una ripresa sia culturale che economica dopo il triste periodo di chiusure legate all’emergenza sanitaria – ha detto il sindaco di San Godenzo Emanuele Piani – La valorizzazione del territorio è sempre stata per questa amministrazione comunale l’obiettivo principale che, grazie alla collaborazione al progetto ‘Terre degli Uffizi’ per il quale siamo una delle prime tre sedi scelte, può vedersi ancor più concretizzata. Infatti, è stato possibile valorizzare allo stesso tempo due illustri personaggi legati alla nostra terra di cui abbiamo la fortuna di celebrare, nello stesso anno, l’anniversario dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri e i seicento anni dalla nascita di Andrea del Castagno. Vorrei esprimere un grande ringraziamento al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt e al suo staff, alla Fondazione CR Firenze, al Presidente del Parco Nazionale Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, alla Regione Toscana, a Poste Italiane e a tutti gli altri soggetti che hanno sponsorizzato questo splendido evento culturale”.
“A San Godenzo, il progetto delle Terre degli Uffizi riesce a collegare strettamente il parco delle Foreste Casentinesi alla storia e all’arte – ha aggiunto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – E lo fa con un’opera simbolica: in questo anno di celebrazioni dantesche, anche di portata enciclopedica, il Ritratto di Dante che qui si espone condensa nell’immagine del Poeta non solo la rievocazione della sua sosta in questi luoghi, nel 1302, sulla via dell’esilio, ma anche una gloria locale, lo squisito pittore Andrea del Castagno, che di questo ritratto è l’autore. In un solo dipinto, la storia universale e quella del territorio si uniscono per far conoscere ai visitatori aspetti inusitati della nostra cultura”.
“Questa mostra è la seconda tappa della nostra stabile collaborazione col più importante museo italiano – ha detto il Direttore Generale di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori – È un progetto di sinergia culturale, quanto mai necessaria in questo momento post pandemico, che prosegue un nostro importante programma decennale di marketing culturale territoriale avviato nel 2005, chiamato Piccoli Grandi Musei, che ha valorizzato, molto prima che il fenomeno esplodesse, le bellezze meno note della nostra terra e le sue specifiche identità. Anche questa seconda esposizione è un omaggio al Sommo Poeta. Lo abbiamo appena salutato, nella prima mostra inaugurata neppure una settimana fa, al castello dei Conti Guidi di Poppi dove lui ha scritto parti della Divina Commedia. Lo troviamo oggi nel luogo in cui il maestro si riunì in assemblea assieme ad altri esuli fiorentini. Siamo molto soddisfatti di ‘Terre degli Uffizi’ perché, come è evidente anche in questa occasione, contribuisce a far conoscere i tanti tesori della nostra regione che meritano davvero di essere maggiormente apprezzati’’.
ANDREA DEL CASTAGNO (1421-1457), CENNI BIOGRAFICI
Andrea del Castagno nasce intorno al 1420 a Castagno, borgo denominato poi Il Castagno d’Andrea in sua memoria. La sua educazione artistica avviene a Firenze, prendendo a riferimento Masaccio, Paolo Uccello e Donatello. Al 1440 risale la prima opera documentata, i perduti affreschi della facciata del Palazzo del Podestà di Firenze raffiguranti i traditori della città “ad uso di impiccati”. La commissione attesta già a questa data la familiarità dell’artista con la pittura murale, tecnica nella quale Andrea ottenne i suoi più alti raggiungimenti. Nel 1442 lavorava a Venezia, dove firmava come Andreas de Florentia gli affreschi della cappella di San Tarasio nella chiesa di San Zaccaria, eseguiti con la collaborazione di Francesco da Faenza e caratterizzati da figure plastiche virtuosamente scorciate e da un raffinato cromatismo. Tornato a Firenze, nel 1444 si immatricola all’Arte dei Medici e Speziali, corporazione a cui afferivano i pittori, e nello stesso anno riceve i pagamenti per il cartone preparatorio della vetrata con la Deposizione per una delle finestre del tamburo della cupola del Duomo fiorentino. Nel 1447, per le monache benedettine di Santa Apollonia a Firenze, Andrea decora il refettorio con l’Ultima Cena e le Storie della Passione, realizzando uno dei più alti capolavori della pittura fiorentina rinascimentale grazie al magistrale uso della prospettiva nell’illusionistica resa spaziale, al sensibile impianto luministico e alla solida plasticità delle figure, atteggiate in pose solenni ispirate al mondo classico. Nel 1449-1450, in prossimità dell’esecuzione del ciclo degli Uomini illustri affrescato nella villa di Filippo Carducci a Legnaia (Firenze), Andrea esegue la pala d’altare con la Vergine assunta per la chiesa di San Miniato fra le Torri a Firenze (Berlino, Staatliche Museen, Gemäldegalerie). La notorietà raggiunta da Andrea è dimostrata dall’incarico ricevuto nel 1455 di affrescare nel Duomo di Firenze il monumento equestre del condottiero Niccolò da Tolentino, dando vita ad una straordinaria figura, plastica e dinamica. Pochi mesi più tardi, il 14 agosto 1457, Andrea moriva di peste.
Dante e Andrea del Castagno
tornano a San Godenzo
Aperta dal 27 luglio al 23 agosto
Centro Visite Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
Via della Rota 8 – Il Castagno d’Andrea, San Godenzo
Orario: lunedì-domenica 10.00-18.00;
Info: Centro Visite 055 8375125 – Comune di San Godenzo 055 837381