Cos’è la disabiliofobia? Quali sono le cause e i sintomi di questa fobia? Ci sono persone più predisposte a soffrire della paura di spogliarsi? Parlano gli esperti
L’estate è ormai arrivata, e i centimetri di vestiti che coprono il nostro corpo variano in modo inversamente proporzionale all’aumentare delle temperature. C’è chi ama profondamente questo momento dell’anno e lo attende con ansia, e chi invece lo vive come un terribile supplizio. Si tratta di quelle persone che non riescono a convivere con la nudità, nemmeno parziale, e che si sentono profondamente a disagio quando si trovano in situazioni in cui sono “costrette” a spogliarsi in presenza di sguardi altrui. È la disabiliofobia, una fobia che impedisce a chi ne è affetto di vivere con serenità la nudità, a causa di una sensazione irrazionale di paura diffusa, sofferenza e ansia, al solo pensiero di doversi spogliare.
Cos’è la disabiliofobia? Quali sono le cause e i sintomi di questa fobia? Ci sono persone più predisposte a soffrire della paura di spogliarsi? Ci sono differenze di genere o di età nello sviluppo di questo tipo di fobia? Ne parliamo con gli esperti di Guidapsicologi.it, che ci spiegano spiega come riconoscere se si soffre di disabiliofobia, come gestirla e come superarla.
Cos’è la disabiliofobia?
La disabiliofobia è una fobia, quindi una paura irrazionale,è l’ansia sproporzionata di spogliarsi a livello sociale, che si manifesta quando si tratta di mostrare il proprio corpo ad altre persone. La disabiliofobia è la fobia di mettersi a nudo, le persone che soffrono di questa fobia provano un’intensa paura in tutte quelle situazioni in cui si trovano “costrette” dalle circostanze a togliersi i vestiti, come in spiaggia o in piscina, in palestra, in uno studio medico o quando hanno una relazione sessuale. In casi estremi può capitare anche in situazioni in cui non vi sono altre persone nelle vicinanze, ma il solo fatto di immaginare che qualcuno possa vedere il proprio corpo nudo provoca grande angoscia nel soggetto che soffre questo disturbo.
Quali sono le cause e i sintomi della fobia di spogliarsi
Una causa comune della disabiliofobia è l’aver vissuto un evento traumatico che ha lasciato un segno profondo nella memoria della persona, come ad esempio un’esperienza spiacevole in uno spogliatoio o in una situazione in cui la persona era nuda o addirittura, in casi più estremi e drammatici, essere stato vittima di un’aggressione sessuale. Altre cause possono essere legate alla bassa autostima corporea di una persona, un complesso nei confronti di una zona specifica del proprio corpo che non vuole essere mostrata, una visione negativa distorta della propria immagine o il fatto di soffrire di un disturbo alimentare.
La disabiliofobia può anche essere sintomo di una fobia più ampia, la fobia sociale. In questi casi si manifesta in persone che si trovano in armonia con il proprio corpo, fatta eccezione per qualche complesso dettato spesso dalle esigenze della società. In questi casi, il problema reale non è l’insoddisfazione nei confronti del proprio corpo, e nemmeno il timore del giudizio altrui, bensí una paura generata dal fatto di essere al centro dell’attenzione, anche per un brevissimo istante. Per questo motivo, le persone che soffrono di ansia sociale possono soffrire anche di disabiliofobia. Vi sono poi i casi di bassa autostima, persone che vedono solo i difetti del proprio corpo e sono convinte che se si spogliano genereranno giudizi negativi negli altri. Si tratta in particolare di coloro che soffrono di dismorfofobia, cioè il disturbo dell’immagine corporea. Il soggetto è fissato sull’aspetto esteriore e trova nel proprio corpo un difetto molto grave, qualcosa di molto sproporzionato, sgradevole da guardare. Ecco perché spogliarsi diventa un problema. Altri disturbi strettamente correlati all’immagine sono i disturbi alimentari. Per coloro che soffrono di questi disturbi, la nudità è molto difficile da sopportare, poiché di solito sono molto esigenti con se stessi e spesso soffrono anche di dismorfofobia.
Ci sono persone più predisposte a soffrire di disabiliofobia
L’aver subito un’esperienza negativa legata alla nudità può portare a sviluppare la paura di spogliarsi, così come la sofferenza causata dall’essere insoddisfatti del proprio corpo può influenzare la mente e cercare di evitare il più possibile di ritorvarsi in situazioni dove esporsi pubblicamente. In questo senso, e a causa della forte pressione sociale, le giovani donne possono essere significativamente colpite.
In che modo la società, i media e i social network influenzano lo sviluppo di questo disturbo
I messaggi che riceviamo a livello sociale attraverso i media e i social network influenzano inevitabilmente il pubblico, anche a livello inconscio. Il culto del corpo, l’esposizione di un corpo desiderabile e di un modello estetico ideale, la cultura della dieta e il rifiuto di tipi corporei che non appartengono a canoni prestabiliti, influenza il modo in cui le persone si percepiscono e si sentono rispetto alla propria immagine. Ecco perché perseguire un ideale desiderabile di bellezza accettata a livello unanime, può influenzare negativamente l’autostima di una persona, che nei casi più gravi può portare alla paura di esporre il proprio corpo nudo.
Suggerimenti e raccomandazioni per superare la paura di spogliarsi
I punti su cui si consiglia di lavorare per superare la paura di spogliarsi sono i seguenti:
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Riconosci il problema e visualizza tutti i suoi limiti e le sue conseguenze sul tuo quotidiano
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Interrogati su qual è la causa di questo problema
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Parla con le persone vicine, amici, familiari, partner. La disabiliofobia deve smettere di essere un argomento tabù e parlarne è un modo per perdere la paura e smettere di vederla come un problema irrisolvibile
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Impara a rilassarti. Ad esempio, praticando yoga e meditazione, sono tutte risorse utilissime per sviluppare strumenti efficaci nella gestione dello stress.
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Rivolgiti a un professionista per lavorare a fondo sulle paure, sulle loro cause e conseguenze.
La terapia psicologica è fortemente consigliata in caso di fobia specifica, che influenza negativamente la qualità di vita della persona che la patisce. Nel lavoro terapeutico si sceglierà il trattamento più adatto al paziente, generalmente terapia cognitivo comportamentale e desensibilizzazione sistematica, in cui alla persona vengono fornite risorse di supporto che permettono di esercitarsi gradualmente nell’esporsi allo stimolo fobico. Lavorare sull’autostima e sul concetto di sé, oltre a mettere in pratica tecniche di rilassamento in situazioni che causano disagio, contribuisce al superamento di questa paura.