L’EMA ha avviato una nuova analisi degli effetti collaterali riscontrati dopo l’inoculazione dei vaccini a mRna, Pfizer e Moderna
L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha avviato una nuova indagine su alcuni effetti collaterali riscontrati dopo l’inoculazione con i due vaccini a mRna, Moderna e Pfizer. A quanto apprende la Dire (www.dire.it) dai documenti del Prac, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’Ema, pubblicati l’11 agosto sul sito web dell’agenzia, i due farmaci anti Covid a Rna messaggero mostrano potenziali effetti collaterali collegati alla somministrazione, nello specifico: eritema multiforme, glomerulonefriti o infiammazione renale, sindromi nefrotiche, disordini renali caratterizzati da una pesante perdita di proteine nelle urine, disturbi mestruali.
Sia Cominarty, il nome scientifico del vaccino Pfizer, che Spikevax, quello di Moderna, hanno quindi prodotto effetti avversi in modo analogo, anche se, è bene precisarlo, l’indagine di Ema è stata avviata con la volontà di studiare eventuali connessioni o correlazioni che a tutt’oggi non sono evidenziate. Si tratta quindi di eventi clinicamente riscontrabili a seguito della vaccinazione ma che “non sono necessariamente in relazione o causate dal vaccino stesso”, spiegano i due documenti dell’Ema sui due vaccini.
“Gli effetti avversi a seguito di Spikevax (nome commerciale Moderna) sono stati 48.788 alla data del 29 luglio 2021, segnalati all’Eudravigilance, e di questi 392 con esito fatale. Alla stessa data, sono risultate somministrate 43.5 milioni di dosi nei paesi membri europei”, si legge nel documento riguardante Moderna. Per quel che concerne Cominarty (nome commerciale Pfizer), “al 29 luglio sono stati riscontrati 244.807 casi di sospetti effetti avversi, spontaneamente segnalati all’Eudravigilance, di cui 4.198 con esiti fatali. Alla stessa data – spiega il documento Ema su Pfizer – erano state somministrate 330 milioni di dosi di questo vaccino nei paesi comunitari”. Sia per Pfizer che per Moderna “sono stati avviati anche studi di indagine su reazioni in età pediatrica (PIP: paediatric investigation plan).