Gino Strada, medico e fondatore della ong Emergency, è morto oggi all’età di 73 anni: a La Stampa l’ultima intervista uscita oggi
Gino Strada, medico e fondatore della ong Emergency, è morto oggi all’età di 73 anni. A dare la notizia sono state fonti vicine alla famiglia.
Nato a Sesto San Giovanni nel 1948, chirurgo di guerra per il Comitato internazionale della Croce Rossa in scenari come l’Afghanistan e la Somalia, ha fondato Emergency nel 1994 con la moglie Teresa Sarti.
Proprio oggi sul quotidiano La Stampa, spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), era uscito un articolo a sua firma sull’avanzata dei talebani in Afghanistan.
LA FIGLIA CECILIA: “STAVO SALVANDO VITE, COME LUI MI HA INSEGNATO“
“Amici come avrete visto il mio papà non c’è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo fatto un salvataggio- ha scritto Cecilia Strada, la figlia, sui social- Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere… beh ero qui con la ResQ – People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre. Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo”.
DRAGHI: “SEMPRE DALLA PARTE DEGLI ULTIMI, EMERGENCY SUO LASCITO“
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha appreso “con tristezza della morte di Gino Strada. Ha trascorso la sua vita sempre dalla parte degli ultimi, operando con professionalità, coraggio e umanità nelle zone più difficili del mondo. L’associazione Emergency, fondata insieme alla moglie Teresa, rappresenta il suo lascito morale e professionale. Alla figlia Cecilia, a tutti i suoi cari e ai colleghi di Emergency, le più sentite condoglianze del Governo”.
IL MINISTRO SPERANZA: “LA SUA LEZIONE È DIFENDERE L’UOMO E LA SUA DIGNITÀ SEMPRE E DOVUNQUE”
“Difendere l’uomo e la sua dignità sempre e dovunque. Questa la lezione più bella di Gino Strada che non dobbiamo dimenticare mai. La mia vicinanza ai suoi cari e a tutta @emergency_ong”. Lo scrive su Twitter il ministro della Salute, Roberto Speranza.
PADRE ZANOTELLI: “UN TONFO AL CUORE, NON NE POTEVA PIÙ DELLA GUERRA”
La notizia della morte di Gino Strada, “con cui eravamo molto amici”, è arrivata come un “tonfo al cuore”. A cui si è aggiunta la consapevolezza che “l’Italia ha appena perso uno degli uomini che più si è impegnato contro l’assurdità della guerra e che più ha aiutato chi soffriva a causa dei conflitti”. A parlare è padre Alex Zanotelli, una vita come missionario, fondatore di numerose organizzazione pacifiste e direttore fin dalla sua nascita della rivista ‘Mosaico di pace’.
Il religioso commenta all’agenzia Dire la morte di Strada, medico chirurgo e fondatore della ong Emergency deceduto oggi all’età di 73 anni. “Ci siamo conosciuti negli anni ‘90 a Korogocho, slum alla periferia di Nairobi, in Kenya”, ricorda padre Zanotelli, che poi dedica un pensiero al loro ultimo incontro, nella Riace dell’integrazione e dell’allora sindaco Mimmo Lucano, nel 2018. “Noi eravamo lì in Calabria, lui era in collegamento e già non stava molto bene, era stata un’occasione per parlare”.
Di Strada il missionario vuole evidenziare “la passione” e il fatto che “aveva conosciuto bene la guerra e la sofferenza che provoca ed era arrivato a un punto in cui non ne poteva più accettare neanche l’idea”.
Guerre “assurde”, dice padre Zanotelli, come quella che torna in questi giorni a sferzare l’Afghanistan, dove Strada era stato anni come chirurgo di guerra con il Comitato della Croce Rossa e in cui era tornato con Emergency, che oggi nel Paese dell’Hindukush conta due centri chirurgici per vittime di guerra, un centro chirurgico e pediatrico, un centro di maternità e una rete di 44 Posti di primo soccorso. Proprio oggi, sul quotidiano La Stampa, era stato pubblicato un articolo che Strada aveva dedicato alla situazione nel Paese, dal titolo ‘Così ho visto morire Kabul’. “È stato uno di quelli che più hanno lottato contro un conflitto insensato come quello, costato un’assurdita’ come 3mila miliardi“, dice padre Zanotelli.