Fibrosi cistica: i pazienti non sembrano trarre benefici maggiori dalla terapia con due antibiotici anti-Pseudomonas endovena
I pazienti con fibrosi cistica (FC) che sperimentano riacutizzazioni polmonari di malattia non sembrano trarre benefici maggiori dalla terapia con due antibiotici anti-Pseudomonas endovena rispetto alla terapia con un solo antibiotico. Questo il responso di uno studio retrospettivo di coorte, recentemente pubblicato sulla rivista Clinical Infectious Diseases.
Entrando nei dettaglio, i ricercatori hanno passato in rassegna le cartelle cliniche di un database di pazienti con FC (the Cystic Fibrosis Foundation Patient Registry- Pediatric Health Information System – relative agli anni compresi tra il 2005 e il 2018.
I bambini e gli adolescenti con FC considerati erano stati sottoposti a valutazione di alcuni outcome clinici dopo trattamento per riacutizzazioni polmonari.
I pazienti pediatrici erano stati sottoposti a trattamento con due (n=2123) oppure un antibiotico anti-Pseudomonas endovena (n=455). L’età mediana dei pazienti era pari a 16,1 anni (IQR=13,3-18) per quelli sottoposti ad antibioticoterapia doppia e a 16,2 anni (IQR= 13,3-18,1) per quella trattati con singolo antibiotico endovena; il 44% e il 46% del campione era costituito da ragazzi o da giovani, mentre il 75% e il 63% dei partecipanti allo studio era di etnia Caucasica, rispettivamente.
La ppFEV1 al basale era pari al 78,8% (IQR= 62,8-91,5) e al 74,9% (IQR= 60-87,8), rispettivamente. Nei 12 mesi precedenti, il 40% e il 54% dei pazienti, rispettivamente, era stato sottoposto a trattamento con due o più antibiotici endovena. La variazione di ppFEV1 non era significativamente differente tra le coorti in studio, né lo era il ritorno ad almeno il 90% dei valori al basale (odds ratio [OR], 0,83; IC95% =0,61-1,13; P =0,24) come pure il tempo all’episodio successivo di riacutizzazione (HR=1,04; IC95%=0,87-1,24; P =0,69).
Passando ai risultati, è emerso che, rispetto ai pazienti trattati con due antibiotici endovena, quelli trattati con un solo antibiotico endovena e un antibiotico anti-Pseudomonas per via inalatoria si caratterizzavano per un innalzamento de rischio di riacutizzazioni polmonari successive (HR=1,31; IC95%= 1,06-1,63; P =0,014).
Dopo stratificazione, però, in base all’impiego di antibiotici a spettro ristretto e ad ampio spettro, non sono state rilevata differenze tra gruppi in relazione alla variazione di ppFEV1 o al ritorno ad almeno il 90% dei valori al basale (OR=0,99; IC95%=0,74-1,32; P =0,93).
Non solo: i pazienti trattati con antibiotici a spettro ristretto hanno mostrato una riduzione del rischio di andare incontro ad episodio di riacutizzazione polmonare successiva (HR=0,86; IC95%= 0,76-0,98; P =0,021).
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici intrinseci del loro lavoro, quali il disegno retrospettivo e l’impiego di dati provenienti da un registro (con tutti i possibili problemi di inaccuratezza o mancanza dati).
Ciò premesso, gli autori hanno concluso che vi è un piccolo beneficio derivante dall’impiego di due antibiotici anti-Pseudomonas endovena rispetto ad un singolo antibiotico per i pazienti con riacutizzazione polmonare di fibrosi cistica.
E’ emerso, inoltre, che i pazienti che convivono con la malattia, trattati con antibiotici a spettro ristretto sono protetti più efficacemente da episodi successivi di riacutizzazione polmonare.
Bibliografia
Cogen JD et al. Association between number of intravenous antipseudomonal antibiotics and clinical outcomes of pediatric cystic fibrosis pulmonary exacerbations. Clin Infect Dis. Published online June 8, 2021. doi:10.1093/cid/ciab525
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