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Con la pandemia aumentato il consumo di alcol

Per una nuova ricerca i livelli di consumo di alcol attualmente considerati sicuri da alcuni Paesi sono invece legati allo sviluppo di insufficienza cardiaca.

Con la pandemia da Covid-19 in crescita il consumo di alcol, associato a oltre 740mila casi di tumore nel mondo ogni anno

Una stima contenuta in uno studio globale, i cui risultati sono pubblicati su ‘The Lancet Oncology’, fotografa l’impatto sui tumori e suggerisce che il 4% di tutti i casi di nuova diagnosi del 2020 potrebbe essere associato al consumo di alcol, con gli uomini che rappresentano più di tre quarti di questi casi (77%, 568.700 casi). Per l’Italia si stima che circa 10.100 casi registrati nel 2020 siano correlati all’alcol, in percentuale il 2,6% del totale, secondo i dati riportati.

Gli autori del lavoro – scienziati di diverse istituzioni, dall’International Agency for Research on Cancer (Iarc, Francia) all’American Cancer Society (Usa) e molte altre – hanno calcolato che il consumo rischioso ed eccessivo contribuisca al maggior numero di casi, ma stimano anche che il consumo moderato – l’equivalente di circa due drink giornalieri – porti a più di 103.000 casi nel 2020, quasi uno su 7 di tutti i casi associati all’alcol. La proporzione di nuovi casi di cancro associati all’alcol varia ampiamente tra le regioni del mondo, con la più bassa riscontrata nell’Africa settentrionale e nell’Asia occidentale e la più alta nell’Asia orientale e nell’Europa centrale e orientale. I tumori dell’esofago, del fegato e del seno rappresentavano il maggior numero di casi.

“Abbiamo urgente bisogno di aumentare la consapevolezza sul legame tra consumo di alcol e rischio di cancro tra i responsabili politici e il pubblico in generale – afferma Harriet Rumgay della Iarc -. Le strategie di salute pubblica, come la ridotta disponibilità di alcol, l’etichettatura dei prodotti alcolici con un avviso sulla salute e i divieti di commercializzazione potrebbero ridurre i tassi di cancro causato dall’alcol. Le politiche fiscali e dei prezzi che hanno portato a una diminuzione dell’assunzione di alcol in Europa, tra cui l’aumento delle accise e il prezzo unitario minimo, potrebbero essere attuate anche in altre regioni del mondo”.

A livello nazionale, le percentuali di casi di cancro associati all’alcol sono state stimate più alte in Mongolia (10%, 560 casi) e più basse in Kuwait (stimate allo 0%, meno di 5 casi). Per il Regno Unito è stato calcolato un 4% dei casi di cancro legati all’alcol (16.800), per gli Stati Uniti il 3% (52.700), per il Brasile il 4% (20.500), l’India 5% (62.100), la Cina 6% (282.300), la Germania 4% (21.500) e la Francia 5% (20.000).

Guardando ai dati divisi per sesso, tra le donne le percentuali maggiori di casi di cancro attribuiti all’alcol sono state stimate nelle regioni dell’Europa centrale e orientale (3%, 21.500 casi) e Australia e Nuova Zelanda (3%, 2.600 casi). Tra gli uomini, le percentuali maggiori di casi di cancro legati all’alcol sono state riscontrate nell’Asia orientale (9%, 275.900 casi) e nell’Europa centrale e orientale (8%, 49.900 casi).

“Le tendenze suggeriscono che, sebbene vi sia una diminuzione del consumo di alcol pro capite in molti Paesi europei, il consumo di alcol è in aumento in Paesi asiatici come Cina e India e nell’Africa sub-sahariana. Inoltre, ci sono prove che la pandemia di Covid ha aumentato i tassi di consumo di alcol in alcuni paesi – fa notare Rumgay -. Il nostro studio evidenzia il contributo di livelli anche relativamente bassi di consumo di alcol ai tassi di cancro, ma suggerisce anche che piccoli cambiamenti al comportamento del bere potrebbero avere un impatto positivo sui tassi di cancro futuri”.

FONTE: AIOM

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