Il pesce e i molluschi protagonisti sulle tavole d’estate secondo un’indagine di API, l’associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura
C’è sempre più pesce nei menù estivi degli italiani. “Rispetto alle chiusure della primavera, il consumo è più che triplicato. Complici la bella stagione, l’apertura dei ristoranti e la possibilità di stare all’aperto, registriamo una vera e propria impennata nelle vendite di spigole, orate, trote e altri pesci d’acqua dolce. Ottimi anche i risultati per cozze e vongole in particolare, di cui siamo leader indiscussi per l’allevamento delle veraci”. Ad affermarlo è Pier Antonio Salvador, presidente di API, l’associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura, facendo un bilancio dello stato del comparto.
Grigliate di pesce, spaghetti alle vongole, impepata di cozze. Con il caldo e le vacanze cresce, tra gli italiani, la voglia di pesce, un alimento che fa bene alla nostra salute. I molluschi, ricorda l’associazione dei piscicoltori di Confagricoltura, costituiscono una preziosa fonte di proteine di alta qualità e minerali con un basso contenuto lipidico e un’elevata percentuale di acidi grassi polinsaturi. Orate e spigole sono ricche di Omega3 e ricercate dai clienti per il sapore delle loro carni bianche: un’eccellenza della produzione ittica nazionale.
“Purtroppo, nonostante il nostro impegno, ci fermiamo solo al 20% del totale della richiesta di mercato. Occorre aumentare la produzione ‘Made in Italy’ e contemporaneamente promuoverne il consumo, attraverso campagne ad hoc, ma soprattutto far sì che, anche nei ristoranti, si conosca l’origine del prodotto. D’altronde l’82% dei consumatori – prosegue Salvador – preferisce pesce allevato in Italia perché è più sicuro e più buono, come risulta da una nostra ricerca commissionata al Crea Marketing Consulting”.
“Pochi Paesi possono competere con la severità delle nostre leggi e con la serietà dei controlli, che rendono il prodotto allevato in Italia costantemente tracciato dall’uovo al piatto. Questo è il motivo – conclude il direttore dell’associazione piscicoltori di Confagricoltura, Andrea Fabris – per cui occorre fare attenzione all’etichetta: informazioni chiare e complete devono essere garantite per un più sicuro e sereno approccio del consumatore ai prodotti dell’acquacoltura sui banchi delle pescherie, dei supermercati, ma anche al ristorante, in mensa e nella ristorazione collettiva in genere”.
Le cifre del settore di Confagricoltura e API. L’acquacoltura è estremamente diversificata in termini di specie e tipologie produttive in acqua dolce, salmastra e marina. In 800 siti tra mare, lagune e acqua dolce si allevano 25 specie ittiche diverse. La produzione nazionale è di 180.000 tonnellate ed il fatturato è di 500 milioni di euro. Il settore occupa 15.000 addetti. Il pesce più allevato è la trota (circa 35.000 tonnellate di cui oltre il 35% viene esportato), seguono orata e spigola, con circa 17.000 tonnellate su una richiesta al consumo superiore alle 80.000 tonnellate. l’Italia produce 130 milioni di avannotti di specie ittiche marine pregiate ed è leader europeo nella produzione di caviale di storione, con più di 50 tonnellate.