Sempre più persone soffrono di nomofobia, soprattutto i giovani. Ma cos’è e come combattere questo disturbo legato all’utilizzo degli smartphone?
Sai che, pur senza esserne a conoscenza, potresti essere vittima della “nomofobia”? Siamo ormai un po’ tutti abituati a usare gli smartphone quotidianamente per comunicare, informarci, guardare video, ascoltare musica, scattare foto e una miriade di altre cose, sempre e ovunque.
Abbiamo informazioni e comunicazioni a portata di clic e tutto questo rende la nostra vita più facile e pratica. Si stima che oggi siano circa 3,8 miliardi le persone che usano questi dispositivi nel mondo. Purtroppo però, questo uso quotidiano accettato nella nostra società ha anche le sue conseguenze negative. Una delle principali e più problematiche è la nomofobia.
COS’È LA NOMOFOBIA?
La nomofobia è un disturbo giovanissimo che nasce nel 21° secolo ed è derivato dalla globalizzazione e dai progressi tecnologici che abbiamo sperimentato nel campo della comunicazione. Il termine è l’acronimo dell’espressione inglese “no-mobile-phone phobia”, cioè la paura irrazionale di rimanere per un periodo di tempo senza un telefono cellulare.
Questo irrazionale stato d’animo causa una serie di conseguenze sull’autostima e sullo stato d’animo, favorendo la depressione e l’ansia in persone di tutte le età, ma soprattutto nei più giovani.
Tutto ciò ha un grande impatto sulla salute generale della persona, oltre ad avere un influsso negativo su altri aspetti della vita come lo studio e il lavoro. La forte dipendenza e successiva astinenza dal cellulare causa continue distrazioni e incapacità di mantenere la concentrazione. A livello sociale, è stato dimostrato che la nomofobia influenza negativamente le relazioni e le interazioni tra gli individui, producendo distanza e isolamento dal mondo fisico.
QUALI SONO I SINTOMI DELLA NOMOFOBIA?
Come fare a rendersi conto di avere questo disturbo? Tra i vari sintomi della nomofobia troviamo i seguenti:
– Uso del cellulare sempre più intenso, che toglie tempo ad altre attività tra cui studio studio, lavoro, sport, amicizie, ecc.
– Avere sempre un caricabatterie o un secondo dispositivo per assicurarsi di potersi sempre connettere.
– Sensazione di ansia e nervosismo all’idea di perdere il proprio telefono, di non averlo disponibile o nelle vicinanze o ancora di darlo a qualcun altro.
– Uso continuato del telefono cellulare in luoghi e situazioni in cui il suo utilizzo è sconsigliato o addirittura pericoloso (in macchina, al cinema, nei ristoranti, ecc).
– Guardare continuamente il display del telefono per controllare eventuali messaggi o chiamate perse.
– Tenere il cellulare sempre acceso 24 ore su 24 e sempre vicino al letto.
– Avere poche interazioni sociali faccia a faccia, preferendo quelle online.
– Spendere molto tramite acquisti via cellulare.
– Stato di agitazione, irritabilità, ansia, disorientamento e spesso sintomi fisici come tachicardia, tremori, alterazioni della respirazione, quando per qualche motivo il telefono non c’è.
QUAL È IL MIGLIOR TRATTAMENTO PER LA NOMOFOBIA?
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una delle metodiche più utilizzate nel trattamento della dipendenza dalle nuove tecnologie e da Internet, e si è dimostrata efficace per la nomofobia. In questo caso si tratta di una terapia breve che prevede sessioni strutturate e obiettivi specifici in cui sia il paziente che il terapeuta hanno ruoli attivi.
Alcuni degli obiettivi su cui si concentra sono la riduzione del tempo passato al cellulare e online, le strategie di distrazione, il miglioramento delle relazioni faccia a faccia e il concentramento su altre attività per sostituire il tempo passato al cellulare come, ad esempio, fare sport e leggere libri, in particolare quelli sulla crescita personale e l’autostima.
Nel caso dei giovani, i genitori dovrebbero sempre dare l’esempio. Neuroscienziati e psicologi affermano che i minori apprendono le cose in due modi: per tentativi ed errori e attraverso osservazione. È qui che entrano in gioco i neuroni specchio ed è il modo in cui i minori iniziano a capire come interagire con l’ambiente in base a ciò che fanno i loro referenti, in questo caso i genitori.
Bisogna poi trovare il modo di disconnettere i dispositivi quando si è all’aria aperta dedicandosi ad attività in mezzo alla natura o comunque diverse dal solito, in modo da non annoiarsi e non sentire la mancanza del cellulare.
Infine, stabilire un tempo massimo al giorno per l’uso dei dispositivi per tutta la famiglia può essere benefico per chiunque, anche per chi non soffre di nomofobia.