La Repubblica democratica del Congo ha lanciato una campagna per promuovere l’inclusione della rumba congolese nel patrimonio Unesco
La Repubblica democratica del Congo ha lanciato una campagna per promuovere l’inclusione della rumba congolese, uno dei generi musicali più popolari dell’Africa, nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. L’iniziativa è partita questa settimana dalla capitale Kinshasa con un evento al quale ha preso parte la nuova ministra della Cultura, delle arti e del patrimonio, Katungu Furaha, come si apprende dal portale dell’emittente Radio Okapi.
La ministra ha chiesto ai media, alle ambasciate e alle università locali di sostenere la candidatura della versione congolese della rumba, nata dal genere son cubano negli anni ’40, per far conoscere con eventi settimanali “la gloriosa storia” di questo stile musicale. La rumba, secondo Furaha, è anche “la storia della schiavitù iniziata durante la deportazione, che ha portato gli schiavi a tradurre i loro ricordi in una danza di coppia. Il movimento dell’ombelico che la caratterizza – ha aggiunto la ministra – gli ha fatto capire che le origini restano vive”.
La campagna, che mira a sostenere il dossier per la candidatura presentato all’Unesco già l’anno scorso, ha anche un valore politico, essendo sostenuto da entrambi i Congo: sia la Repubblica democratica che la Repubblica con capitale Brazzaville. Il genere musicale è molto noto in entrambi i Paesi, e si è originato in una zona del bacino del fiume Congo attualmente condivisa dai due Paesi omonimi del lungo corso d’acqua.
La domanda per la candidatura, spiega la Dire (www.dire.it), verrà presa in esame dal comitato esecutivo dell’agenzia culturale delle Nazioni Unite a ottobre, mentre la pronuncia definitiva è prevista tra novembre e dicembre. La rumba cubana è stata inserita nel Patrimonio Unesco nel 2016.