Molte aziende credono che spostare i propri database nel cloud significhi meno sicurezza e perdita di controllo dei propri dati: scopriamo se è davvero così
Il cloud è sicuro? Come funziona per i database aziendali? Il cloud continua a far parlare di sé, con un mercato sempre in crescita. Sono però ancora molte le aziende restie ad effettuare la migrazione dei propri database su un servizio cloud, in quanto viene percepita una scarsa sicurezza e una perdita di controllo sui propri dati con questo passaggio.
Cerchiamo di capire cosa c’è di vero in queste credenze e se davvero conviene effettuare una migrazione al cloud.
Che cosa si intende con cloud?
Cloud (o ‘nuvola’ volendo tradurre letteralmente) indica un servizio decentralizzato, a cui si accede tramite connessione web da un qualsivoglia terminale abilitato. Si contrappone ai servizi on-premises o installati localmente: per quanto riguarda i database, se scelgo il cloud i miei database saranno ospitati da un provider esterno, a cui potrò accedere da remoto tramite i dispositivi locali, mentre i database on-premises sono quelli installati sui server che si trovano fisicamente in azienda.
Sicurezza contro le intrusioni esterne
Lo spauracchio principale che trattiene dal valutare la migrazione al cloud è probabilmente il rischio di intrusioni da parte di hacker e malintenzionati, con conseguente furto o perdita dei dati aziendali salvati sui database in cloud.
Il problema nella realtà è esattamente l’opposto: i server in azienda sono più esposti a rischi di intrusioni e perdita di dati rispetto invece ai server cloud delle grandi aziende di servizi informatici. Una qualsiasi azienda produttiva non può, per sua stessa natura, garantire un livello di protezione pari a quello di un’azienda specializzata in servizi informatici, ad esempio i requisiti di sicurezza che Microsoft garantisce per Azure, il suo cloud proprietario.
Vantaggi contro la perdita dei dati
La possibilità di perdere i propri dati non è valutata dalle aziende con la corretta prospettiva: si tende a trascurare un evento che capita molto più spesso delle intrusioni, ovvero il disastro. In informatica e in particolare parlando di database, un disastro è un evento fisico che porta al danneggiamento dell’infrastruttura informativa e dei server fisici che si trovano in azienda. Questo comporta il rischio grave di perdere tutti i dati memorizzati su tali server, a causa di eventi imprevedibili come inondazioni e incendi, ma anche interruzioni improvvise dell’energia elettrica che vanno a danneggiare le componenti elettroniche dei server (un’eventualità remota ma sempre possibile).
A seguito di un disastro, se siamo stati previdenti e abbiamo realizzato un buon piano di backup, saremo in grado di ripristinare i database, ma ci vorrà del tempo per effettuare la procedura e durante questo periodo le attività aziendali saranno bloccate. Inoltre, non tutte le aziende effettuano backup ad intervalli abbastanza ravvicinati per garantire il recupero di tutti i dati: spesso viene perso almeno l’ultimo giorno di lavoro.
Se invece non abbiamo un backup o questo non è aggiornato, perderemo giorni o anche mesi di dati, con costi enormi per l’azienda.