Un esame del sangue in grado di rilevare 50 tipi di cancro: lo studio americano permette anche di capire il tessuto di origine e l’eventuale localizzazione del tumore primitivo
È sufficiente un esame del sangue per individuare fino a 50 tipi diversi di cancro. O quantomeno è quello che emerge da uno studio americano pubblicato su Annals of Oncology.
In base a quanto scoperto dai ricercatori, il test consente non solo di giungere alla diagnosi precoce, ma anche di capire qual è il tessuto di origine e l’eventuale localizzazione del tumore primitivo. Scoprire la neoplasia prima che si manifestino i sintomi è strategico perché quanto più risulta piccola e circoscritta, tanto maggiori sono le possibilità di guarire senza la necessità di ricorrere a terapie o interventi invasivi. Lo studio prospettico, chiamato Circulating Cell-free Genome Atlas, ha dimostrato che un test MCED basato sul sangue che utilizza il sequenziamento del DNA privo di cellule (cfDNA), in combinazione con l’apprendimento automatico, potrebbe rilevare i segnali del cancro su più tipologie e predire l’evoluzione con precisione altamente elevata. L’obiettivo di questa ricerca era convalidare una versione di test MCED ulteriormente perfezionata come strumento di screening.
Sono state 4077 le persone coinvolte, di cui 2823 con diagnosi di cancro e 1254 sane. A tutte è stato effettuato il test per l’analisi di metilazione del DNA libero circolante, mentre le analisi molecolari eseguite con la biopsia liquida sono state poi associate a un algoritmo di predizione basato sull’intelligenza artificiale. Proprio grazie a questo sistema l’esame del sangue ha permesso di individuare così tante tipologie diverse di tumore, accompagnando i risultati con un tasso di falsi positivi (cioè persone positive al test, ma non affette da cancro) dello 0,5%. La percentuale di coloro che invece avevano una diagnosi di cancro e sono risultati positivi al test variava in base allo stadio della malattia. Per i tumori al primo stadio, ad esempio, la sensibilità è stata del 17%, per quelli al secondo del 40% e per il terzo del 77%. Per le forme al quarto stadio il test ha sfiorato il 90%.
Una serie di dati estremamente incoraggianti per molti pazienti, anche perché le performance dell’esame del sangue sviluppato si mantengono a livelli elevati anche quando si ha a che fare con tumori a scarsa prognosi come pancreas, vescica, intestino, stomaco, ano, fegato, vie biliari e altri che vengono generalmente diagnosticati in fase avanzata e per i quali non è attualmente disponibile un test di screening.
FONTE: AVIS