Giochi legali in Italia, Adm conferma l’effetto Covid: nel 2020 spesi 12,9 miliardi di euro (-33,2%), l’Erario ha incassato 7,24 miliardi in meno (-36,2%)
Crollo della spesa per i giochi nel 2020. Tutti i numeri del settore hanno registrato una forte diminuzione rispetto al 2019 a causa della situazione di emergenza sanitaria da Covid-19. È quanto riporta il Libro Blu 2020 sui giochi dell’Agenzia Dogane e Monopoli, presentato oggi a Roma. Le misure sanitarie del Governo, lo scorso anno, hanno imposto la chiusura dei punti vendita per oltre 160 giorni. Nel dettaglio, come elaborato da Agipronews, la spesa (ovvero la raccolta totale meno le vincite ottenute dai giocatori) è diminuita del 33,2% (12,9 miliardi di euro), le vincite sono arrivate a 75,3 miliardi (-17,2%), mentre per l’Erario la perdita è del 36,2% (7,24 miliardi). I cinque mesi di lockdown nel corso dell’anno hanno messo in ginocchio la rete fisica, che ha subìto un taglio della spesa del 41,4%. Particolarmente colpiti bingo (-59,2%), slot e videlottery (-53,4%), scommesse ippiche (-51,6%) e scommesse sportive (-33,3%).
Pesano lo “switch off” di slot e VLT e le limitazioni regionali
Quattro miliardi di “buco” per l’emergenza Covid. Le entrate erariali del settore giochi nel 2020, come riporta Agipronews, sono state pari a 7,24 miliardi di euro, con un calo del 36,27% rispetto al 2019 (11,3 miliardi). Rispetto al dato previsto per il 2020, «il valore del gettito erariale del settore giochi è inferiore del 37,85%», soprattutto a causa della «riduzione del gioco fisico in Italia, dovuto alle chiusure dei punti gioco sul territorio nel periodo di lockdown». È quanto si legge nel Libro Blu 2020 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In particolare, «lo switch off degli apparecchi AWP e VLT, che rappresentano le categorie di gioco che contribuiscono maggiormente al gettito, rappresenta il fattore più determinante nella riduzione delle entrate erariali del 2020».
«Analizzando il contributo all’Erario delle varie tipologie di gioco fisico e a distanza, emerge una sostanziale riduzione dell’apporto del gioco fisico sul totale e, in particolare del settore apparecchi da intrattenimento (AWP e VLT), la cui tassazione prevista (PREU) è più elevata rispetto alle altre tipologie di gioco. Nel 2020, il PREU ha rappresentato il 49,59% della voce Erario, rispetto al 63,93% del 2019». La riduzione, però, «non può essere ascritta esclusivamente alla sospensione del gioco dovuta dall’emergenza epidemiologica, ma anche ad altre concause di tipo legislativo. In particolare, l’introduzione della tessera sanitaria per l’utilizzo degli apparecchi VLT a decorrere dal 1° gennaio 2020 ha prodotto, unitamente alla progressiva attuazione nel corso dell’anno di diverse normative regionali in materia di distanza dei punti di gioco dai luoghi sensibili, un calo della raccolta del gioco tramite VLT», si legge ancora.
Nel 2020 larga fetta della raccolta assorbita dall’illegale
L’emergenza pandemica «ha indotto i giocatori a rivolgersi al mondo del gioco a distanza», ma l’aumento non compensa integralmente «il calo del gioco fisico»: da questo «si può dedurre che una larga fetta della raccolta è stata assorbita dal mondo del gioco illegale, a riprova di come il gioco pubblico e il presidio del territorio tramite gli esercizi autorizzati sia un argine fondamentale contro il dilagare del gioco illegale in mano alla criminalità organizzata». È quanto si legge nel Libro Blu 2020 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
«Il calo del gioco fisico «può essere spiegato con una sorta di “abitudinarietà” di alcune tipologie di giocatori, in particolare i giocatori di apparecchi da intrattenimento per i quali non è indifferente il tipo di gioco offerto, non approcciandosi, pertanto, ad altri generi di giochi anche in forma online», si legge ancora. Inoltre, riporta Agipronews «a livello regionale, al di là del fenomeno straordinario legato all’emergenza da Covid-19, già dal 2019 si era registrata una flessione del dato relativo alla Raccolta del gioco fisico in alcune Regioni (su tutte Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Lazio) dovuta sia alla riduzione del numero di apparecchi AWP in esercizio sul territorio, sia all’entrata in vigore delle regolamentazioni comunali in materia di orari di apertura dei punti gioco», conclude Adm.
Libro Blu: rete fisica in crisi per il lockdown (-47,2%), l’online non compensa le perdite
La riduzione della raccolta del gioco fisico nel 2020 è stata del 47,2 per cento, ed è stata dovuta principalmente al lockdown dei punti gioco sul territorio per un arco temporale di circa 5 mesi. È quanto si legge sul Libro Blu 2020 dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Di conseguenza, riferisce Agipronews, la raccolta del gioco online è cresciuta del 35,25 per cento rispetto al 2019, con un incremento di oltre il 30 per cento del numero dei conti di gioco aperti durante l’anno. IN salita anche la spesa netta, stimata a 2,5 miliardi di euro (+40%). Lo spostamento dei volumi di gioco dal canale fisico a quello telematico non è tuttavia riuscito a controbilanciare la contrazione della raccolta in valore assoluto, determinando una forte riduzione del gettito erariale.