Con il vaccino Covid il rischio di aborto per le donne in gravidanza non aumenta secondo i risultati di un nuovo studio statunitense
La somministrazione del vaccino a mRNA in gravidanza non sembra essere associata a un aumento del rischio di aborto, rispetto a quello della popolazione generale. È quanto emerge da uno studio, ancora in corso come spiega la Dire (www.dire.it), condotto negli Stati Uniti da un gruppo di ricercatori dei Centers for Disease Control and Prevention e pubblicato sulla piattaforma ‘Research Square’.
VACCINO COVID E GRAVIDANZA: LO STUDIO AMERICANO
L’indagine ha coinvolto un campione di circa 2.456 donne in gravidanza che avevano ricevuto il vaccino a mRNA in fase preconcezionale o entro le prime 20 settimane di gestazione. Il dato degli aborti spontanei è stato quindi aggiustato standardizzando l’età del campione preso in considerazione, considerato che l’età materna incide sul rischio di aborto. Questa standardizzazione ha portato a un calo immediato delle percentuali di rischio di aborto, dal 14,1% al 12,8%, riportando il tasso di rischio nel range della popolazione generale. I ricercatori concludono sottolineando la necessità di rafforzare i risultati dell’indagine con studi osservazionali che includano anche donne non in gravidanza.