La Grande Barriera Corallina australiana è il più grande patrimonio al mondo di coralli, patrimonio Unesco dal 1981: un bene da tutelare
La Grande Barriera Corallina australiana è il più grande patrimonio di coralli, eccezionale e significativa a livello globale. Questo meraviglioso, quanto complesso ecosistema è iscritto come Patrimonio dell’Umanità dal 1981, All’interno della grande barriera corallina australiana ci sono circa 2.500 singole barriere coralline. Queste sono di varie dimensioni e forme, inoltre ben 900 isole, che vanno da piccoli isolotti sabbiosi a più grandi isolotti con vegetazione. Tuttavia è composta anche da grandi isole continentali che si innalzano, in alcuni casi anche a oltre 1.100 metri sul livello del mare. Questi splendidi scenari insieme ai paesaggi marini forniscono alcuni dei fondali marittimi più spettacolari al mondo.
La vita nel Pacifico ruota intorno alla grande barriera corallina australiana, predatori e prende che lottano per la sopravvivenza. Con l’arrivo della primavera la situazione cambia, la guerra fa posto all’amore ovunque, la vita nella barriera è sempre in continuo mutamento. Abbiamo già trattato l’argomento della grande barriera corallina, che ci vive e perché è importante, oggi vogliamo approfondire. Questa causa e in generale la questione dell’ambiente ci sta molto a cuore, ci sentiamo di appoggiare Greenpeace in ogni loro iniziativa.
La grande estate australiana nella barriera corallina australiana
Quando nel Queensland settentrionale la primavera giunge al termine il caldo comincia a farsi sentire pesantemente. L’umidità nelle alture costiere favorisce il proliferare della vita del sottobosco, il mare si trasforma in una perfetta combinazione di temperatura, maree correnti. Tutta questa combinazione di fattori scatena il più importante evento dell’anno. La natura lavora per preparare la grande barriera corallina australiana alla riproduzione.
Quattro giorni dopo la luna piena di novembre miliardi di minuscoli microrganismi sincronizzando i loro apparati riproduttivi. Incredibilmente per migliaia di km i coralli come se entrassero in comunicazione con la luna iniziano a procrearsi. Il graduale rialzo della temperatura marittima favorisce la maturazione delle uova. Le blande correnti della marea segnalano ai coralli che è giunto il momento di riprodursi. Diventa strabiliante vedere tutto quello che succede in una sola notte, un uovo fecondato sviluppa l’embrione in ventiquattro ore circa.
Dopo cinque giorni Il Corallo è già maturo per creare la propria colonia ma la fecondazione del corallo è soltanto una delle tante fasi. Quando il corallo muore si sbriciola si trasforma in sabbia formando una delle tante isole coralline. Durante l’estate le isole ospitano per la nidificazione due grandi specie di uccelli. Le foreste diventano un rifugio vitale per gli animali, in molte parti del mondo il processo riproduttivo di questi volatili è compromesso dalla mano dell’uomo. In questi luoghi persiste un’eco sistema unico ed è incredibilmente intatto. Tocca all’uomo garantire che tutto rimanga immutato. Allo stesso modo la luna, non solo influenza i caldi mari tropicali ma anche le splendide aurore boreali in Islanda.
La Barriera Corallina è la più grande e ricca di fascino del mondo
Un’enorme distesa di coralli multicolori: questa è la Grande Barriera Corallina Australiana, che si estende per 2.300 chilometri. Un capolavoro della natura, in cui è possibile immergersi alla ricerca di paesaggi sottomarini unici. E alla scoperta della fauna tipica di questo sistema corallino.
Ma la barriera corallina australiana è a rischio: l’inquinamento e i mutamenti climatici ne mettono in crisi il delicato equilibrio. Un patrimonio dell’umanità che va preservato: scopriamo cos’è la grande barriera corallina e perché è così importante.
Quali sono le barriere coralline nel mondo?
Abbiamo detto che la barriera corallina australiana è la più grande al mondo, ma non è l’unica. Infatti queste foreste sottomarine, popolate da diverse specie, sono diffuse negli oceani, soprattutto alle latitudini tropicali. La barriera corallina ha bisogno di acqua con temperature comprese fra i 20 e i 35 gradi e molta illuminazione per potersi sviluppare.
Le barriere coralline più belle, dopo quella australiana, sono quella del Mar Rosso, che si estende lungo le coste dell’Egitto, dell’Arabia Saudita e di Israele. Terza per lunghezza è la barriera della Nuova Caledonia, che ospita più di 1000 specie di esseri viventi molte ancora non classificate.
Il Mesoamerica Reef, che si trova nella zona dei Caraibi, è la più grande barriera corallina dell’Oceano Atlantico. Diverse barriere coralline si trovano poi nell’Oceano Indiano. La barriera corallina di Florida Keys è l’unica presente nel Nord-America.
Come si è formata la barriera corallina australiana?
La Grande Barriera Corallina Australiana, come tutte le barriere coralline, si forma grazie alla presenza degli Antozoi. Questi sono dei piccolissimi polipi, che hanno bisogno di acque calde e luminose per potersi sviluppare. Gli Antozoi si radunano in vere e proprie colonie, che vengono chiamate coralli, in cui vivono in simbiosi con piccole alghe unicellulari.
Il processo di fotosintesi che interessa queste alghe fa sì che i piccoli polipi del corallo riescano a costruire una sorta di scheletro di carbonato di calcio. I diversi piccoli scheletri si uniscono fra loro creando la struttura del corallo, che ha la durezza di una roccia. Queste strutture vengono chiamate “barriere” se si trovano separate dalla costa da una laguna di scarsa profondità. Proprio come la Grande Barriera Corallina in Australia.
Il processo di formazione di una barriera corallina è molto lungo. Infatti possono volerci anche migliaia di anni perché milioni di piccoli Antozoi si trasformino in una struttura complessa.
Cosa contiene la barriera corallina australiana?
La grande barriera corallina è composta da quasi 3000 singole barriere coralline unite fra loro, oltre a 900 isole. Ovviamente “fa da padrone” il corallo: all’interno della barriera si trovano oltre 500 specie di coralli, suddivisi fra coralli duri e coralli morbidi. Oltre alle alghe, ai pesci e agli altri animali marini, nella zona della grande barriera corallina si possono trovare oltre 200 specie di uccelli e oltre 20 specie di rettili diversi. Un vero e proprio mondo, diverso da ogni altro luogo sul pianeta.
Chi ci vive nella barriera corallina australiana?
Le barriere coralline ospitano un gran numero di specie di animali e vegetali marini. In particolare la Grande Barriera Corallina ospita molte migliaia di specie di pesci.
Quali animali ci vivono?
All’interno della Grande Barriera Corallina vivono pesci, squali, mante, cavallucci marini e persino tartarughe marine, che scelgono questa area per riprodursi. Fra gli squali che si possono incontrare nella zona della Grande Barriera si trova il grande Squalo Martello, vicino a Pesci Pagliaccio e Pesci Pappagallo. In questa zona si trovano anche le Mante giganti e le Tartarughe Caretta Caretta. Una biodiversità marina che può essere considerato un vero e proprio “unicum”, da preservare nelle migliori condizioni.
Come visitarla?
Un viaggio alla Grande Barriere Corallina Australiana è un’esperienza unica: soprattutto per gli appassionati di immersioni, questa è una meta da non perdere. Per raggiungere la barriera corallina possiamo partire da Cairns. Questa città, nel Nord del Queensland, è il punto di imbarco migliore per la barriera ed è servita da diversi voli intercontinentali. La barriera si può raggiungere via mare, con arrivo a Fitzroy Island e Green Island, o via aereo, con arrivo a Dunk Island e Wizard Island.
Cosa portare in un viaggio?
Il clima del Queensland è mite, quindi vanno bene abiti sportivi leggeri. Per l’attrezzatura da immersioni, la soluzione migliore è quella di noleggiarla direttamente all’arrivo. Da non dimenticare una protezione solare adatta e gli occhiali da sole. Per quel che riguarda la documentazione necessaria per entrare in Australia, è sempre necessario un passaporto valido e un visto d’ingresso.
Scoprire la Grande Barriera Corallina in Australia
Ci sono alcuni luoghi da non perdere in un viaggio alla Grande Barriera Corallina Australiana:
Magnetic Island: piccola isola di proprietà della popolazione aborigena dei Wulgurukaba. Nel Magnetic Island National Park è possibile osservare i koala nel loro ambiente naturale;
Whitsunday Islands: arcipelago composto da 74 piccole isole, meta perfetta per una romantica vacanza di coppia e per chi ama lo snorkeling;
Daydream Island: quest’isola ospita un Living Reef artificiale di 2650 metri quadrati. All’interno del Reef è possibile provare l’esperienza unica di nuotare in compagnia delle mante;
Heron Island: il nome dell’isola deriva dai numerosi aironi che la scelgono come dimora. Nelle acque di questo atollo corallino è possibile osservare numerose specie di tartarughe, soprattutto nel periodo tra novembre e febbraio;
Townsville: questa città sulla costa ospita un grande acquario, dove si trova anche un ospedale per la cura delle tartarughe.
Quando visitare la Grande Barriera Corallina australiana?
Per visitare la Grande Barriera Corallina il periodo migliore è quello compreso fra i mesi di giugno e novembre. Questa stagione è infatti caratterizzata dal clima particolarmente mite. Invece nei mesi fra dicembre e maggio il clima diventa più caldo, alternato con piogge anche molto violente.
La grande barriera corallina australiana, curiosità che pochi conoscono
La Grande Barriera Corallina Australiana è famosa in tutto il mondo, ma ci sono alcune curiosità che non tutti conoscono. Per esempio, la grande barriera corallina è considerata una delle 7 meraviglie del mondo naturale. Ed è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1981.
Le dimensioni della Grande Barriera Corallina Australiana sono tali da renderla visibile anche dallo spazio. Si tratta della più grande struttura costituita da un essere vivente.
E se vogliamo vedere la barriera corallina senza muoverci da casa possiamo utilizzare Google. Tramite Google Maps infatti possiamo vedere la barriera corallina attraverso lo schermo del nostro pc. Anche se l’esperienza di vederla dal vivo è ovviamente unica e molto più coinvolgente.
Perché la Grande Barriera Corallina australiana è importante?
La Grande Barriera Corallina è una risorsa importante per il turismo australiano. Per proteggerla è stato creato il Parco Marino della Barriera Corallina. Il Parco ha la funzione di limitare l’impatto umano, in modo che non crei eccessivi danni. Inoltre la struttura creata dalla Grande Barriera Corallina protegge le coste dai danni delle onde e degli uragani tropicali.
La barriera corallina in Australia in pericolo: la morte dei coralli
L’inquinamento ma soprattutto l’eccessivo riscaldamento delle acque sta mettendo in pericolo la Grande Barriera Corallina. I rischi non si limitano alle coste dell’Australia, ma coinvolgono la salute e l’equilibrio di tutto l’oceano e quindi di tutto il pianeta. A proposito di salute poi evitate leggere l’articolo su benessere fisico come raggiungerlo e migliorarlo.
A cosa serve barriera corallina australiana?
Possiamo pensare alla Grande Barriera Corallina come la Foresta Amazzonica per gli oceani. La sua presenza e la sua conservazione sono importanti per mantenere la giusta biodiversità e per garantire la sopravvivenza di diverse specie marine.
La grande barriera corallina rappresenta qualcosa di unico e di prezioso, un ecosistema particolare che non ha uguali. Ma se il riscaldamento delle acque porta alla morte dei coralli, anche la Barriera Corallina nel suo complesso rischia di morire.
Come muoiono i coralli nella barriera corallina australiana?
Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno molto grave, che ha interessato la Grande Barriera Corallina per ben 3 volte negli ultimi anni (2016, 2017 e 2020). I coralli sbiancano come risposta a un forte stress ambientale, causato in questi casi da un innalzamento eccessivo della temperatura dell’acqua e dell’acidificazione della stessa.
I tipici colori che caratterizzano i coralli sono dati dalla presenza delle alghe che vivono in simbiosi con i polipi del corallo. Le alghe, con il loro processo di fotosintesi, nutrono i polipi.
Basta un minimo rialzo della temperatura perché la struttura complessiva del corallo accusi una sorta di “febbre”. Le alghe non producono più il necessario nutrimento e i polipi del corallo le allontanano. La conseguenza è che la struttura corallina perdere colore, arrivando a diventare bianca.
Il processo di sbiancamento dei coralli è reversibile: se la temperatura dell’acqua diminuisce i coralli ritornano del loro colore. Ma il verificarsi continuo e a intervalli brevi di questo fenomeno porta a un indebolimento della struttura della grande barriera corallina.
Per questo è necessario diminuire l’inquinamento atmosferico e marino. Il rischio è quello di non poter più salvare dalla morte la Grande Barriera Corallina Australiana.