Bristol Myers Squibb ottiene l’approvazione della Commissione Europea per nivolumab nel trattamento adiuvante di pazienti con tumore esofageo
Bristol Myers Squibb annuncia che la Commissione Europea (EC) ha approvato nivolumab per il trattamento adiuvante di pazienti adulti con tumore esofageo o della giunzione gastro-esofagea (GEJ) che presentano malattia patologica residua dopo una precedente chemio-radioterapia (CRT) neoadiuvante. La decisione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio di Fase 3 CheckMate -577, che ha dimostrato che il trattamento con nivolumab dopo CRT neoadiuvante e resezione chirurgica completa ha raddoppiato l’endpoint primario di sopravvivenza libera da malattia (DFS) rispetto al placebo nell’intera popolazione randomizzata. Il profilo di sicurezza di nivolumab era in linea con gli studi precedentemente riportati.
I risultati dello studio CheckMate -577 sono stati presentati al Congresso Virtuale della European Society for Medical Oncology (ESMO) a settembre 2020 e al Congresso Annuale della American Society of Clinical Oncology (ASCO) a giugno 2021.
“Abbiamo dimostrato che l’uso dell’immunoterapia negli stadi iniziali del tumore ha il potenziale di prevenire la recidiva in alcuni pazienti”, ha dichiarato Ian M. Waxman, M.D., development lead, gastrointestinal cancers, Bristol Myers Squibb. “Bristol Myers Squibb è stata la prima Azienda a portare gli inibitori di checkpoint nel setting adiuvante per il trattamento dei pazienti con melanoma e ora siamo soddisfatti di essere i primi a portare la terapia adiuvante ai pazienti europei con tumori dell’esofago o della giunzione gastro-esofagea che continuano ad affrontare un importante bisogno clinico non soddisfatto”.
La decisione della Commissione Europea permette l’uso di nivolumab per il trattamento adiuvante di pazienti adulti con tumore dell’esofago o della giunzione gastro-esofagea (GEJ) che presentano malattia patologica residua dopo una precedente CRT neoadiuvante nei 27 Stati membri dell’Unione Europea, così come in Islanda, Liechtenstein e Norvegia. A maggio 2021 nivolumab ha ricevuto anche l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) americana per il trattamento adiuvante del tumore dell’esofago o GEJ completamente resecato con malattia patologica residua in pazienti che hanno ricevuto CRT.
Risultati di efficacia e sicurezza dallo studio CheckMate -577
I risultati dello studio CheckMate -577 includono:
- DFS: la DFS mediana è risultata di 22,4 mesi nei pazienti che hanno ricevuto nivolumab (intervallo di confidenza [IC] 95%: 16,6 – 34,0), rispetto a 11,0 mesi nei pazienti che hanno ricevuto placebo (IC 95%: 8,3 – 14,3). Nivolumab ha ridotto il rischio di recidiva della malattia o morte del 31% rispetto al placebo (Hazard Ratio [HR] 0,69; IC 96,4%: 0,56 – 0,86; p = 0,0003).
- Sicurezza: l’incidenza di qualsiasi evento avverso legato al trattamento (TRAE), che comprende TRAE di ogni grado e di grado 3-4, è stata rispettivamente del 71% e 13% nei pazienti trattati con nivolumab rispetto al 46% e 6% nei pazienti che hanno ricevuto il placebo. TRAE gravi di ogni grado e di grado 3-4 si sono manifestati in meno del 10% dei pazienti trattati con nivolumab (8% per ogni grado, 6% per grado 3-4), rispetto al 3% e 1% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo, con un basso tasso di interruzioni di ogni grado legate al trattamento in entrambi i bracci (9% con nivolumab vs 3% con placebo).
Lo studio CheckMate -577
CheckMate -577 è uno studio di Fase 3, randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, che ha valutato nivolumab come terapia adiuvante in pazienti con tumore resecato dell’esofago o della giunzione gastro-esofagea (GEJ), che hanno ricevuto chemio-radioterapia (CRT) neoadiuvante e non hanno ottenuto una risposta patologica completa. L’endpoint primario dello studio è la sopravvivenza libera da malattia (DFS) e l’endpoint secondario è la sopravvivenza globale (OS). Dopo CRT neoadiuvante e resezione chirurgica completa (nota anche come terapia trimodale), 794 pazienti sono stati randomizzati a ricevere placebo (n = 262) oppure nivolumab (n = 532) 240 mg per infusione endovenosa ogni due settimane per 16 settimane seguito da placebo o nivolumab 480 mg ogni quattro settimane fino a recidiva della malattia, tossicità inaccettabile o ritiro del consenso, con una durata massima di trattamento di un anno. Il follow-up per la OS è in corso.
Il tumore esofageo
Il tumore esofageo è l’ottavo tumore più comune e la sesta causa di morte per tumore a livello mondiale, con circa 600.000 nuovi casi e più di 540.000 decessi nel 2020. I due tumori esofagei più comuni sono il carcinoma a cellule squamose e l’adenocarcinoma, che rappresentano rispettivamente circa l’85% e il 15% dei tumori esofagei, anche se l’istologia tumorale esofagea può variare a seconda delle regioni geografiche, con il maggior tasso di adenocarcinoma esofageo in Nord America (65%) e in Europa (circa 40%).
Il tumore gastrico
Il tumore gastrico, conosciuto anche come tumore dello stomaco, è il quinto tumore più comune e la terza causa di morte per tumore nel mondo, con più di 1.000.000 di nuovi casi e circa 770.000 decessi nel 2020. Numerosi tumori possono essere classificati come carcinoma gastrico, compresi alcuni tipi di tumori che si formano nella giunzione gastro-esofagea (GEJ), la sede del tratto digestivo di connessione tra l’esofago e lo stomaco. Anche se il tumore della giunzione gastro-esofagea ha una prevalenza minore del carcinoma gastrico distale, è in continuo aumento.
Nivolumab
Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che è stato progettato per potenziare il nostro sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Rinforzando il nostro sistema immunitario contro il cancro, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di tumore.
Il programma globale di sviluppo di nivolumab si basa sulle conoscenze scientifiche di Bristol Myers Squibb nel campo dell’immuno-oncologia e include un’ampia gamma di studi clinici, in tutte le fasi della sperimentazione, compresa la fase 3, in molti tipi di tumori. Ad oggi, nel programma di sviluppo clinico di nivolumab sono stati arruolati più di 35.000 pazienti. Gli studi clinici con nivolumab hanno contribuito ad approfondire le conoscenze sul potenziale ruolo dei biomarcatori nella cura dei pazienti, in particolare nel modo in cui essi possano beneficiare di nivolumab trasversalmente ai livelli di espressione di PD-L1.
A luglio 2014, nivolumab è stato il primo inibitore del checkpoint immunitario PD-1 al mondo ad aver ottenuto l’approvazione dalle Autorità Regolatorie. Attualmente è approvato in più di 65 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’Unione Europea, il Giappone e la Cina. A ottobre 2015, la combinazione di nivolumab e ipilimumab è stato il primo regime in campo immuno-oncologico a ricevere l’approvazione dalle Autorità Regolatorie per il trattamento del melanoma metastatico ed è attualmente approvata in più di 50 Paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea.
Bristol Myers Squibb e la collaborazione con Ono Pharmaceutical
Nel 2011, grazie a un accordo di collaborazione con Ono Pharmaceutical Co., Bristol Myers Squibb ha esteso i diritti di sviluppo e commercializzazione di nivolumab in tutto il mondo esclusi Giappone, Corea del Sud e Taiwan, dove Ono mantiene tutti i diritti sul farmaco. Il 23 luglio 2014, Bristol Myers Squibb e Ono hanno ulteriormente ampliato l’accordo di collaborazione strategica per sviluppare e commercializzare congiuntamente molteplici immunoterapie – sia come singoli farmaci che come regimi di combinazione – per il trattamento dei pazienti con cancro in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.