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Imprese e 5G: in Toscana 29 assegni di ricerca

5G connessione

La Regione Toscana finanzia assegni di ricerca per lo sviluppo del 5G e delle nuove tecnologie nel manifatturiero: domande fino al 3 novembre

La Regione Toscana mette a disposizione 29 assegni di ricerca: 28 mila euro per dodici mesi. Il bando è aperto  – la domanda si presenta sul sito di Sviluppo Toscana (https://accessosicuro.sviluppo.toscana.it/), c’è tempo fino al 3 novembre prossimo per l’inoltro –  e gli assegni, finanziati con 812 mila euro del fondo Sviluppo e Coesione, saranno destinati a chi  studierà come utilizzare, a beneficio di micro, piccole e medie imprese del manifatturiero,  il 5G, ovvero le connessioni ultraveloci mobili, ma anche l’analisi dei dati, l’intelligenza artificiale e la famosa blockchain, ovvero la tecnologia dove ogni transazione viene legittimata da una rete decentralizzata, rivoluzione nata dal mondo dei bitcoin e delle criptovalute ma le cui potenzialità possono essere assai più ampie e non solo legate al mondo finanziario.

I progetti, che saranno finanziati a fondo perduto, dovranno essere realizzati da organismi di ricerca pubblici in collaborazione con micro, piccole e medie imprese manifatturiere. Possono dunque presentare domanda le università statali, gli istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale e gli enti di ricerca pubblici con sede legale o operativa in Toscana.  Gli assegnisti devono essere laureati (laurea magistrale o vecchio ordinamento) e non aver ancora compiuto 36 anni quando sarà presentata la domanda.

Per assistenza o supporto tecnico-informatico per le domande sugli assegni di ricerca si può scrivere a:

bando5g@sviluppo.toscana.it
supporto5g@sviluppo.toscana.it

“Sul trasferimento tecnologico si gioca una parte importante del futuro anche della Toscana  – commenta l’assessore all’economia Leonardo Marras -. Per questo è necessario investire in ricerca applicata  per l’uso delle nuove tecnologie. E’ essenziale per rimanere o essere ancora più competitivi e questa rivoluzione deve naturalmente coinvolgere anche le piccole, piccolissime a volte, e medie imprese,  che costituiscono la quota prevalente delle aziende che operano nella regione”.

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