Egitto: si apre il processo contro Patrick Zaki, in aula anche diplomatici italiani. E’ accusato di diffusione di false notizie e rischia fino a 5 anni
Patrick Zaki è arrivato ad Al-Mansoura e si trova nell’aula del tribunale: oggi si apre infatti per lo studente egiziano, dopo 17 mesi di detenzione cautelare, il processo penale che lo vede alla sbarra per il reato di diffusione di false notizie, un’accusa che potrebbe costargli una multa o la reclusione fino a cinque anni o entrambe le cose. Come riferiscono fonti sul posto contattate dall’agenzia Dire, Zaki sembra “stare bene“, i capelli “sono più lunghi e raccolti in un codino”.
Si apprende inoltre che sono presenti in aula anche rappresentanti diplomatici delle ambasciate al Cairo di Italia, Germania, Canada e Unione europea, oltre ad alcuni membri della sua famiglia.
Il rinvio a giudizio per lo studente egiziano dell’Università di Bologna è scattato dopo che il giudice ha accolto l’impianto accusatorio della procura, fondato su un articolo che il ricercatore ha pubblicato per una testata online nel 2019, in cui denunciava abusi e violenze subite dalla minoranza copto-cristiana in Egitto.
Secondo le fonti della Dire, non è possibile stabilire la durata del procedimento dal momento che “solitamente sono previsti una quarantina di casi al giorno”.
Zaki, ricorda la Dire (www.dire.it), finora è stato detenuto nel carcere di massima sicurezza di Tora, al Cairo. A Mansoura, la sua città natale, ha trascorso le prime ore dopo l’arresto, avvenuto tra il 7 e l’8 febbraio 2020. Secondo una denuncia presentata attraverso i suoi avvocati, è in questa occasione che ha subito torture con l’elettroshock nel corso dell’interrogatorio.