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Artrite reumatoide: nuovo studio su risposta ai biologici

sinovite

Artrite reumatoide ad insorgenza tardiva adulta (EORA): la risposta ai biologici non cambia in relazione al periodo di insorgenza di malattia

I pazienti con artrite reumatoide ad insorgenza tardiva adulta (EORA) presentano un’attività di malattia e risposte ai biologici simili a quelle dei pazienti con AR non anziani.
Queste le conclusioni confortanti di uno studio di recente pubblicazione su The Journal of Rheumatology. 

Razionale e disegno dello studio
“I pazienti con EORA comprendono quegli individui che sviluppano AR dopo i 60 anni; questi pazienti – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio -. Questi pazienti tendono a mostrare caratteristiche di malattia differenti rispetto ai pazienti con AR ad insorgenza più precoce (YORA). Nonostante la disponibilità di DMARDb e DMARDts promettenti per i pazienti anziani con AR e presenza di comorbilità, i pazienti con EORA tendono ad essere meno frequentemente sottoposti a trattamento con questi farmaci in base a dubbi relativi al maggior rischio di eventi avversi (AE)”.

“Alcuni studi già pubblicati – continuano i ricercatori – hanno mostrato che l’età avanzata rappresenta, in effetti, un fattore di rischio significativo di malattie infettive di AE seri (SAE) nei pazienti con AR trattati con DMARDb/DMARDts (con particolare riferimento ai farmaci anti-TNF), per quanto altre osservazioni abbiano dimostrato il contrario (assenza di differenze). I problemi legati all’insorgenza di SAE spesso rendono i medici esitanti dal trattare i pazienti anziani con i farmaci suddetti. La maggior parte degli studi elencati ha messo a confronto i pazienti con EORA con quelli con YORA. Dato che i rischi generali di incorrere in AE aumentano con l’età, potrebbe rivelarsi necessario anche valutare la safety di questi trattamenti all’interno dello stesso gruppo di età”.

Per esaminare l’efficacia e la sicurezza d’impiego dei DMARDb/DMARDts in pazienti di età uguale e superiore ai 60 anni affetti da EORA e YORA, i ricercatori hanno analizzato, retrospettivamente, i dati del registro FIRST, un registro giapponese contenente i dati di pazienti con AR trattati con i farmaci in questione a partire dal 2003, con la prima approvazione di uno di questi farmaci nel paese nipponico. Da allora, e fino a giugno del 2019, il registro contiene i dati di 3.535 pazienti.

Per il loro studio, i ricercatori hanno incluso pazienti di età uguale o superiore a 60 anni all’inizio del trattamento. Quelli con età d’insorgenza di AR pari o superiore a 60 anni erano categorizzati come pazienti EORA,  quelli con AR insorta sotto i 60 erano  classificati, invece, come pazienti YORA.
In tutto, lo studio aveva reclutato 1.040 pazienti EORA e 710 pazienti YORA.

L’obiettivo dello studio è stato quello di mettere a confronto le variazioni dell’indice di attività di malattia CDAI e del punteggio di disabilità, come pure la safety tra le due coorti.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati non sono emerse differenze significative, in termini di caratteristiche iniziali, tra i pazienti EORA e YORA. La proporzione di pazienti con attività di malattia ridotta ed elevata era paragonabile tra i 2 gruppi a 2, 22 e 54 settimane. Inoltre, non sono state documentate differenze significative relativamente alle ragioni per l’interruzione del trattamento tra i due gruppi.

E’ stato anche osservato che la presenza di EORA non aveva alcun impatto sulle variazioni dell’indice CDAI e di quello di disabilità HAQ-DI, né era in grado di influenzare le ragioni alla base della sospensione del trattamento tra i due gruppi.

La proporzione di pazienti in ciascun gruppo e le traiettorie relative alla risposta CDAI ai biologici o ai DMARDts è risultata molto simile tra i pazienti EORA e quelli YORA.
Da ultimo, anche dopo aggiustamento dei dati in base all’età, al sesso, ai dosaggi di glucocorticoidi e MTX impiegati e alla tipologia di farmaci utilizzati, non sono emerse differenze relative agli hazard ratio di infezione e di SAE tra i due gruppi in studio.

Considerazioni conclusive
Nel commentare I risultati, i ricercatori hanno ricordato come “l’importanza dell’intervento tempestivo nei pazienti anziani con AR sia sottolineato dall’osservazione che il dolore cronico diffuso potrebbe portare ad una riduzione dell’attività e all’insorgenza di disabilità nell’anziano. Fino ad ora, basse dosi di glucocorticoidi sono risultate accettabili in tale situazione. Tuttavia è anche noto che i GC aumentano il rischio di osteoporosi e di fratture patologiche, contribuendo, pertanto, all’insorgenza di importanti comorbilità nell’anziano. Inoltre, questo studio, come anche studi precedenti, hanno mostrato che l’impiego di GC potrebbe aumentare il rischio di outcome di trattamento insufficienti e di infezioni serie. Pertanto, quando i pazienti anziano si dimostrano refrattari alle terapie convenzionali, l’introduzione di un DMARDb/DMARDts dovrebbe rappresentare l’opzione di trattamento da utilizzare per minimizzare le dosi di GC”.

“Il rischio di infezioni serie – continuano – potrebbe rappresentare un problema non trascurabile nel trattamento dei pazienti anziani con DMARDb/ts. Per quanto il rischio infettivo aumenti con l’età, il rischio complessivo riportato declina nel tempo, probabilmente a causa dell’accumulo di esperienza clinica. Da ultimo, le evidenze aggiuntive sui rischi di infezioni serie in queste popolazioni potrebbero essere la chiave per trattamenti sicuri. Solo il ricorso alle metanalisi potrebbe chiarire l’entità del rischio netto attualmente osservato”.

In conclusione, “…il confronto di pazienti EORA e YORA ha mostrato la sostanziale sovrapponibilità delle traiettorie di risposta CDAI ai DMARDb/DMARDts, né sono state documentate differenze significative relative alle ragioni alla base dell’interruzione del trattamento nei due gruppi; inoltre, l’insorgenza di malattia in età avanzata non ha avuto impatto sulle variazioni di CDAI e HAQ-DI, come sulle ragioni di abbandondo della terapia tra i due gruppi.

Bibliografia
Ochi S et al. Similarity of Response to Biologics Between Elderly-onset Rheumatoid Arthritis (EORA) and Non-EORA Elderly Patients: From the FIRST Registry. The Journal of Rheumatology February 2021, jrheum.201135; DOI: https://doi.org/10.3899/jrheum.201135
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