Femminicidi, fanno discutere le parole di Barbara Palombelli: “Lecito chiedersi se gli uomini che hanno ucciso fossero esasperati dalle donne”
Mentre la scia di sangue dei femminicidi continua a macchiare l’Italia, mentre si scava nella cultura per arrivare alle radici della violenza di genere, mentre attiviste e attivisti provano ad arginarla stimolando le coscienze e diffondendo sui social temi come la lotta al patriarcato, al victim blaming, all’utilizzo di un linguaggio improprio nella descrizione delle notizie, ecco che la televisione azzera gli sforzi in pochi minuti di trasmissione.
Nella puntata de “Lo Sportello di Forum” andata in onda ieri su Rete 4, la conduttrice Barbara Palombelli ha introdotto il caso di una donna di nome Rosa, che ha chiesto la separazione con addebito da un marito violento e prevaricatore che negli anni l’ha umiliata e aggredita. L’uomo, però, si oppone alla richiesta chiarendo che gli episodi di violenza, dai quali è stato penalmente assolto, sono stati sempre la conseguenza di atteggiamenti provocatori della moglie.
Di qui il discorso introduttivo della conduttrice: “Qui parliamo della rabbia tra marito e moglie. Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, completamente obnubilati oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza, soprattutto in questa sede, in tribunale bisogna esaminare tutte le ipotesi”.
Immediata la reazione sui social: migliaia di persone hanno condiviso la clip del discorso, sotto l’egida dell’hashtag #palombelli, in molti casi chiedendo le dimissioni della conduttrice. Critiche sono arrivate da Selvaggia Lucarelli, che sul suo profilo Instagram ha rilanciato il video con un laconico commento “Era perfino meglio il monologo di Sanremo”.
Decisamente più corposa la dichiarazione dell’influencer, attivista e scrittrice Carlotta Vagnoli, che ha spiegato chiaramente ai follower il suo punto di vista sull’accaduto: “Non solo si chiama victim blaming, ma è anche l’invisibilizzazione di un fenomeno di stampo culturale disastroso e universale. Non solo è colpevolizzazione, ma è anche dare un enorme assist alla cultura dello stupro. Sono morte sette donne, nell’ultima settimana, per mano di uomini che volevano possederle fino a volerle addirittura cancellare dalla faccia della terra: “o con me o con nessuno”, questo è il senso del femminicidio. Palombelli non è un tribunale, non spetta a lei un giudizio: Palombelli è solo una pedina nel gioco mediatico e dovrebbe attenersi alla narrazione dei fatti in modo decoroso”. Poi, in chiosa al suo post, Carlotta Vagnoli aggiunge: “Palombelli spiegaci meglio: e se le donne, come dici tu, avessero manifestato “comportamenti esasperati”, sarebbe stato legittimo ucciderle? Faccelo sapere, dal tuo illustre tribunale coi riflettori e le poltrone di pelle. Intanto, qui fuori, continuiamo a morire perché non vogliamo essere oggetti di proprietà”.
Indignazione e critiche sono piovute anche da giornalisti, associazioni ed esponenti politici. Prima fra tutte Laura Boldrini, che su Twitter ha condannato fermamente il discorso di Palombelli: “No, non è lecito chiedersi se una donna abbia meritato di morire per mano di un uomo. La causa dei femminicidi è una sola: l’idea di possesso verso le donne che spinge gli uomini alla violenza”. Sulla stessa linea anche Amnesty Italia, secondo cui “Quando i mezzi di comunicazione sostengono che un femminicidio possa essere l’effetto del comportamento delle vittima, siamo nel pieno del victim blaming, che è proprio una delle cause dei femminicidi e della mancanza di sanzioni e leggi adeguate”.
LA REAZIONE DI POLOMBELLI ALLE CRITICHE: “LA REALTÀ VA GUARDATA DA OGNI ANGOLAZIONE”
“La violenza familiare, il crescendo di aggressività che prende il posto dell’amore, l’incomprensione che acceca e rende assassini, richiedono indagini accurate e ci pongono di fronte a tanti interrogativi”. Così Barbara Palombelli ha replicato con un messaggio su Facebook alle critiche che l’hanno travolta dopo la frase pronunciata ieri sui femminicidi. “Quando un uomo o una donna (ieri a forum era la protagonista una donna ad esercitare violenza sul coniuge) non controllano la rabbia dobbiamo interrogarci. Stabilire i ruoli ed emettere condanne senza conoscere i fatti si può fare nei comizi o sulle pagine dei social, non in tribunale. E anche in un’aula televisiva – ha concluso come riferisce la Dire (www.dire.it) – si ha il dovere di guardare la realtà da tutte le angolazioni“.