Oggi parte la nuova campagna, con la terza dose dei vaccini Pfizer e Moderna. Si inizia dai soggetti immunocompromessi, poi toccherà ad anziani e personale sanitario
L’Italia parte ufficialmente la campagna per la terza dose di vaccino anti-Covid. Come stabilito negli scorsi giorni, dopo l’ok dell’Aifa, da lunedì 20 settembre è prevista la somministrazione di dosi addizionali per determinate categorie maggiormente esposte o più a rischio di malattia grave da Sars-Cov2. I primi a sottoporsi alla terza inoculazione, che avverrà solo con i sieri a mRna Pfizer e Moderna, saranno i soggetti immunocompromessi.
A CHI SPETTA LA TERZA DOSE
Nella categoria, spiega la Dire (www.dire.it), rientrano i soggetti che sono stati sottoposti a trapianto di organo e quelli in attesa di farlo, ma anche chi per altre ragioni ha una compromissione della risposta immunitaria: chi ha un tumore ed è in cura con terapie immunosoppressive, i malati gravi di Aids, chi è in dialisi o ha un’insufficienza renale grave. Nelle prossime settimane toccherà poi agli over 80, ai pazienti delle Rsa e anche agli operatori sanitari. Per il resto della popolazione, non è stata ancora presa una decisione. Al contrario di Israele, dove la campagna per la terza dose è stata estesa a tutti gli over 12.
COSA FARE PER RICEVERE IL VACCINO
Le procedure variano da regione a regione. In molte, sono gli stessi ospedali o medici curanti a contattare i soggetti immunocompromessi per fissare un appuntamento. La terza dose si può ricevere sia negli hub vaccinali che in ospedale che nello studio medico. La Regione Lazio, ad esempio, ha già iniziato a contattare telefonicamente i soggetti trapiantati. In altre Regioni, invece, toccherà ai cittadini prenotarsi, come hanno fatto per la prima dose.
LE PAROLE DI SPERANZA
“Da oggi in tutta Italia si inizia a somministrare la terza dose aggiuntiva alle persone più fragili. È un passo avanti importante per dare protezione a chi ha un sistema immunitario più debole. Ancora una volta grazie a tutto il personale sanitario”. Queste le parole del Ministro della Salute, Roberto Speranza.