Oggi è la Giornata Mondiale dell’Alzheimer: Airalzh Onlus punta su Aducanumab, il primo trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo
La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Aducanumab, farmaco messo a punto dall’Azienda Farmaceutica Biogen Inc. Dopo decenni di ricerca scientifica, questo è il primo trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia e non si limita soltanto ad “aggredire” i sintomi della demenza. L’Aducanumab, infatti, sembra essere in grado di rallentare il declino cognitivo: un importante passo in avanti verso la messa a punto di trattamenti terapeutici che mirano ad interrompere la progressione della malattia.
Sebbene rimangano ancora dei dubbi circa l’efficacia, pur tenendo conto delle diverse controindicazioni, questo risultato afferma l’importanza della ricerca per riuscire a fornire risposte e speranze a pazienti, familiari e caregiver (circa 3 milioni di persone in Italia).
Emerge quindi l’importanza di sostenere la ricerca, soprattutto quella rivolta alla diagnosi precoce sulla quale si sono sempre concentrate le ricerche di Airalzh Onlus (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer) che, dal 2014 – anno della sua fondazione – è l’unica associazione che promuove a livello nazionale la ricerca medico-scientifica sulla malattia di Alzheimer ed altre forme di demenza. Obiettivi principali di Airalzh sono quelli di concorrere all’identificazione dei fattori di rischio, al miglioramento delle tecniche per l’individuazione della malattia di Alzheimer nelle sue prime fasi e all’individuazione di nuovi bersagli per interventi terapeutici, con lo scopo di innalzare i livelli di cura, migliorare la qualità della vita dei pazienti e, infine, sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia.
È importante e fondamentale per Airalzh la Ricerca, impegnandosi ogni anno, con l’assegnazione a giovani ricercatori e ricercatrici di “Airalzh Grants for Young Researchers” (AGYR), fondi che permettono di sviluppare e potenziare carriere indipendenti. Gli ultimi Grant assegnati (AGYR 2020) si sono focalizzati sull’identificazione delle fasi precoci della malattia di Alzheimer: i sintomi di questa patologia – che coinvolge più di 600.000 persone in Italia – compaiono quando il quadro è già compromesso ed i trial clinici hanno dimostrato che i farmaci possono ottenere risultati meno favorevoli quando la malattia è già in fase conclamata.
A distanza di soli sei mesi da quando sono stati annunciati i vincitori del Bando “AGYR 2020”, il progetto del Dr. Alberto Benussi, operativo presso la Clinica Neurologica degli “Spedali Civili” di Brescia, è quello che sta ottenendo risultati più concreti.
Il Dr. Benussi ha pubblicato su Brain Stimulation – editore ELSEVIER – uno studio multicentrico che ha analizzato i risultati di un test non invasivo – la Stimolazione Magnetica Transcranica – su 160 soggetti con lieve deficit cognitivo. Lo studio ha dimostrato come sia possibile individuare e distinguere tra loro tre particolari gravi forme di demenza grazie ad uno specifico algoritmo.
La comprensione precoce del processo patogenetico che sta causando il lieve deficit cognitivo può facilitare la selezione dei probabili pazienti da inserire nella sperimentazione di nuove terapie.
Gli altri sei Ricercatori vincitori del Bando “AGYR 2020” stanno lavorando ai rispettivi progetti, in attesa di avere anche i primi risultati tangibili. Tutti loro si stanno concentrando sull’individuazione della malattia nelle sue fasi precoci, perché è quello il momento in cui si può rallentare il processo e, se il trattamento con Aducanumab entrerà nei protocolli, si potrà intervenire efficacemente con una cura.
Maria Giulia Bacalini – IRCCS Istituto Scienze Neurologiche di Bologna, Roberta Cascella – Università di Firenze, Paraskevi Krashia – Campus Bio-Medico di Roma, Silvia Paciotti – Università di Perugia, Federica Rossin – Università “Tor Vergata” di Roma, Flavie Strappazzon – IRCCS Santa Lucia” di Roma. Tutti loro sperano di dare una risposta ai tanti interrogativi che pazienti e caregiver vorrebbero tanto avere!
Tra gli argomenti promossi da Airalzh Onlus, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer c’è anche l’approccio alla malattia di Alzheimer che deve essere multidimensionale e multidisciplinare. Per prevenire questo tipo di malattia, infatti, numerose sono le evidenze a favore del ruolo protettivo da parte degli stili di vita e delle abitudini (salutari, alimentari e sociali), che sappiamo possono ritardare la comparsa di sintomi o ridurre il rischio di insorgenza di altre malattie croniche, come quelle cardiovascolari, diabete di tipo 2 etc.
È questa la tematica su cui verteranno i prossimi progetti del Bando “AGYR 2021”, pubblicato a fine maggio con un budget di 300.000 euro. Sono state ricevute 62 domande da parte di giovani ricercatori ed i vincitori verranno annunciati entro la fine del 2021.
La Medicina avanza con molta lentezza, ma alla fine raggiunge dei risultati positivi, com’è successo con il caso di Aducanumab. Durante i trial con Aducanumab si sono registrati casi in cui i pazienti, a distanza di quattro anni, hanno mantenuto le loro abilità e autonomie. Probabilmente, non tutti beneficeranno allo stesso modo e occorre ricordare che la terapia può avere effetti collaterali. Quindi la ricerca sarà ancora necessaria per identificare precocemente i pazienti che risponderanno meglio alla terapia.
“La Ricerca si sta spingendo in due grosse direzioni: la terapia, con l’individuazione di farmaci atti a contrastare la malattia, e l’importanza della diagnosi precoce – sintetizza il Prof. Alessandro Padovani, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo di Airalzh oltre che Direttore della Clinica di Neurologia presso ASST Spedali Civili di Brescia – Se, da un lato, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Aducanumab, primo trattamento che non si limita soltanto ad ‘aggredire’ i sintomi della demenza, ma anche a rallentare il declino cognitivo, dall’altro c’è il ruolo della diagnosi precoce. Sotto questo punto di vista, Airalzh è da tempo impegnata nella Ricerca, promuovendola allo scopo di trovare delle cure e investendo soprattutto nella diagnosi precoce in quanto, senza di essa, difficilmente si riuscirà a trovare una terapia per la malattia di Alzheimer.
Siamo convinti – conclude il Prof Padovani – che per trovare un trattamento per l’Alzheimer dobbiamo percorrere la strada della diagnosi precoce ed Airalzh investe in questa direzione”.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer – proprio in virtù degli sforzi profusi della ricerca per una diagnosi precoce – Airalzh auspica che i malati siano presi in carico quanto prima, anche grazie alla medicina territoriale, sin da quando cominciano a palesarsi i primi disturbi. “Siamo certi che la speranza di una terapia aiuterà anche i pazienti e le famiglie a superare la “paura” della diagnosi, con un accesso più precoce al percorso di cura“, conclude la Presidente di Airalzh Onlus, Prof.ssa Alessandra Mocali.