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Nei pazienti con Bpco e asma livelli maggiori di FeNO

Miglioramenti alla f unzione polmonare ottenuti in pazienti con BPCO obesi trattati con liraglutide, un farmaco normalmente indicato per la perdita di peso

I pazienti con Bpco e una storia di asma presentano una prevalenza più elevata di livelli maggiori di FeNO e di eosinofilia periferica secondo una nuova ricerca

I pazienti con Bpco e una storia di asma presentano una prevalenza più elevata di livelli maggiori di FeNO e di eosinofilia periferica rispetto ai pazienti con Bpco e anamnesi positivi per asma. Questi i risultati di uno studio pubblicato su Thorax che suffraga: “1) la fenotipizzazione clinica dei soggetti con BPCO con infiammazione eosinofila indipendentemente dalla loro storia di asma e 2) la valutazione della eosinofilia periferica come marker surrogato in contesti con risorse limitate”.

Razionale e disegno dello studio
“Nonostante la definizione storica che vede nella Bpco il manifestarsi di un’infiammazione prevalentemente neutrofila delle vie aeree respiratorie – scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio – alcuni studi hanno suggerito il ruolo degli eosinofili durante la malattia, sia durante le fasi di stabilizzazione che anche durante le riacutizzazioni. Se le linee guida attuali sul trattamento della Bpco si basano prevalentemente sulla severità dell’ostruzione delle vie aeree respiratorie, l’intensità dei sintomi e il rischio di riacutizzazioni, si moltiplicano le evidenze che suggeriscono il ricorso a terapie personalizzate sulla base delle varianti fenotipiche di Bpco”.

“La sindrome da overlapping asma-Bpco – continuano i ricercatori – rappresenta un fenotipo particolare di pazienti e, a differenza della Bpco, prevede il trattamento di prima linea con steroidi inalatori. Mentre la presenza di una storia di asma in pazienti con Bpco rappresenta una delle molte caratteristiche proposte per identificare il sottotipo da sindrome di overlapping, non tutti rientrano in questa situazione (presenza di storia di asma). Identificare i soggetti con Bpco e infiammazione eosinofilica è clinicamente importante dal momento che i pazienti con questo fenotipo rispondono meglio alla terapia con steroidi rispetto al gruppi Bpco non eosinofilico”.

FeNo rappresenta un marker non invasivo accettabile per documentare l’infiammazione eosinofilica delle vie aeree respiratorie, e può essere di aiuto per identificare il fenotipo eosinofilo di Bpco. Comunque, non tutti i setting clinici sono equipaggiati con questo test, per cui i clinici si vedono costretti ad affidarsi a marker surrogati di più tempestiva rilevazione come l’eosinofilia periferica per identificare tale fenotipo, soprattutto nei casi che si caratterizzano per assenza di storia di asma.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di identificare il ruolo dell’eosinofilia periferica nell’identificare il fenotipo eosinofilo di Bpco, utilizzando i dati del database NHANES. I ricercatori hanno anche riportato la prevalenza dell’eosinofilia periferica e dell’infiammazione eosinofila delle vie aeree respiratorie in pazienti con Bpco stratiticati in base alla storia di asma e alle caratteristiche demografiche.

Risultati principali
Nello specifico, i ricercatori hanno analizzato i dati del database sopra indicato dal 2007 al 2010 relativi a 3.110.617 pazienti (età media: 59,3 anni; 64,4% uomini) con Bpco e un rapporto post-broncodilatazione <0,7. E’ stata effettuata, successivamente, una stratificazione dei pazienti in base all’anamnesi positiva o negativa di asma (2.655,739 e 454.878 pazienti, rispettivamente).

Nella coorte di pazienti con Bpco, la prevalenza complessiva di storia di asma era pari al 14,6%, quella di eosinofilia periferica era pari al 36% (38,3 nei pazienti con Bpco e asma; 35,6% nei pazienti con Bpco e assenza di storia di asma; p<0,01).

La prevalenza di un valore di FeNO pari a 25 ppb è stata pari al 14,3% (28,7%  nei pazienti con Bpco e storia di asma e 13% in quelli con Bpco e assenza di storia di asma).
Sono stati osservati livelli medi di FeNo significativamente più elevati tra i pazienti con Bpco e storia di asma rispetto a quelli senza storia di asma (19,6 ppb vs. 15,8 ppb; p<0,001).

Riassumendo
In conclusione, lo studio ha dimostrato come una conta di eosinofili periferici elevata si caratterizzi per una buona sensibilità e specificità nell’identificare pazienti con Bpco e infiammazione eosinofilica indipendentemente dalla presenza o meno di una storia di asma. Tali risultati suffragano il ricorso all’ eosinofilia periferica come marker surrogato in contesti con risorse limitate.

Bibliografia
Annangi S et al. Eosinophilia and fractional exhaled nitric oxide levels in chronic obstructive lung disease. Thorax Epub ahead of print: doi:10.1136/thoraxjnl-2020-214644.
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