Studio giapponese: l’efficacia del vaccino contro il Covid è ridotta sugli anziani e sui fumatori. La ricerca ha analizzato il valore degli anticorpi
Nel pieno della campagna vaccinale giapponese, che vede ad oggi poco più della metà della popolazione completamente vaccinata e l’imminente avvio della somministrazione della terza dose, il governo punta sulla vaccinazione e sulla sua efficacia nel tempo per allentare le restrizioni ancora in vigore nel Paese.
A costituire elemento di preoccupazione per le autorità giunge però il recente studio condotto dalla National Hospital Organization di Utsunomiya, nella prefettura orientale di Tochigi, che ha messo in luce come l’efficacia dei vaccini tenda a diminuire tra gli anziani e tra i fumatori. Lo studio, che ha coinvolto un campione di 378 operatori volontari vaccinati con il vaccino Pfizer, ha esaminato i valori degli anticorpi a tre mesi dalla seconda iniezione, ottenendo un chiaro e dimostrato riscontro sulla diminuzione dell’efficacia del vaccino in base all’età.
Nello specifico, spiega la Dire (www.dire.it), i livelli medi degli anticorpi tra le persone di età compresa tra 50 e 70 anni risultano appena la metà rispetto a quella delle persone tra i 20 e i 30 anni. Inoltre, la ricerca ha messo in luce come i livelli di anticorpi tra i non fumatori siano superiori di circa il 12% rispetto alla media di tutte le persone esaminate, mentre i livelli riscontrati tra i fumatori passati e attuali sono inferiori alla media rispettivamente di circa il 23% e il 35%.
“Secondo quanto osservato, le persone anziane potrebbero non essere in grado di mantenere sufficientemente a lungo gli anticorpi prodotti dalle vaccinazioni poiché il loro sistema immunitario si indebolisce con l’età. Gran parte degli anticorpi, poi, risiede nei polmoni, che sono strettamente connessi all’intero sistema immunitario, per cui il fumo rende difficile per il corpo mantenere un adeguato livello di difesa contro il virus“, ha osservato il vice direttore del gruppo di ricerca Kumiya Sugiyama.